Capitolo 56

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Il tempo passò veloce. A settembre, Percy fece l'esame per diventare un auror. Aveva sempre voluto farlo e grazie all'addestramento di suo padre aveva dovuto solo studiare un paio di libri e fare l'esame. Aspettava ancora in risultato.

Quella mattina, il giorno del processo di Draco Malfoy, Percy si svegliò di buonumore. La sua Piper non era accanto a lui, ma non si preoccupò: probabilmente Michael l'aveva svegliata. Lanciò un'occhiata alla sveglia e decise di andare a farsi una doccia e scendere di sotto.

In cucina, la sua Piper stava preparando la colazione. Micheal se ne stava nel seggiolino a giocare con un peluche azzurro. Appena lo vide, il bambino gli sorrise e fece un gridolino entusiasta. - Ciao, ometto! - lo salutò lui prendendolo in braccio. Gli stampò un bacio sul nasino, mentre la sua Piper si voltava e gli sorrideva. - Ti piace il regalo della zia Alli?

Il piccolo fece un altro gridolino e si aggrappò alla maglia del padre. - Credo proprio di sì - rise Piper. Si alzò sulle punte e baciò Percy facendolo sorridere, poi stampò anche un bacio a Michael. - Amore, oggi é il giorno del processo - gli ricordò. Ah, pensò Percy, se ne era quasi dimenticato. - Hanno chiamato anche me a testimoniare. Dovremo portare Michael con noi.

Percy guardò il suo piccolo. Lo guardava con i suoi occhioni verdi. Non avrebbe voluto portarlo. Non si sentiva sicuro che portarlo con loro fosse la cosa giusta. E se avessero incontrato qualche mangiamorte che non era ancora stato condannato? - Sei sicura di volerlo portare? - non sapeva davvero perché avesse così paura, ma non voleva metterlo in pericolo.

Piper parve notarlo. - Amore, non gli succederà niente - gli assicurò sistemando la tutina al loro piccolino. - Non c'è motivo di avere paura. I mangiamorte sono quasi tutti in prigione e Voldemort é morto. L'hai ucciso tu, ricordi? - lo guardò negli occhi decisa. - Il nostro piccolo é al sicuro. E poi avrà noi a proteggerlo, no? Sta tranquillo, amore mio. Andrà tutto bene.

Percy si sentì meglio. Sapeva che la sua paura non era del tutto razionale. Non si era ancora abituato all'idea di Voldemort finalmente morto e sepolto. - Hai ragione - sospirò e diede un bacio al Michael, che scosse la campanellina con un vagito. - Credo di non essermi abituato al fatto che Voldemort é morto e che i mangiamorte sono quasi tutti in prigione.

Piper annuì e sospirò. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò con leggerezza. - Ti capisco, amore - replicò storcendo le labbra. Si fece dare Michael e si sedette per allattarlo. - A che ora é l'udienza? - gli domandò poi.

Percy sospirò e guardò l'orologio alla parete. - L'udienza é alle dieci e mezza - rispose. Si sedette e cominciò a mangiare. Era un po' nervoso, ma si disse di stare tranquillo e guardò la sua Piper che allattava il loro bambino. - Dobbiamo sbrigarci.

Così si sbrigarono. Piper mise Michael nel passeggino e cominciò a sistemare la tavola. Percy andò invece a scegliere come vestirsi. Si fece una bella doccia per calmarsi i nervi e indossò una giacca blu scuro e una camicia bianca con ma senza cravatta perché non voleva niente che gli stringesse il collo.

Scese di sotto per lasciare la stanza a Piper. Un paio d'ore dopo, erano pronti per andare. Suo padre era già lì perché era andato a testimoniare per altri processi, così li avrebbe raggiunti lì. Percy prese Piper per mano e lei strinse il passeggino.

Il suo mondo si capovolse. Dopo un po' di stordimento, si trovarono in un vicolo nel centro di Londra. Raggiunsero la cabina telefonica rossa  con cui si entrava nel Ministero della Magia e scesero. Quando arrivarono a destinazione, Percy rimase a bocca aperta.

Non era mai stato al Ministero della Magia inglese. L'enorme "stanza" in cui si trovava si stendeva talmente tanto che non riusciva a vedere il fondo. Ai lati della "caverna" si innalzavano per numerosi piano gli uffici. Al centro, invece, c'era una fontana con un centauro d'oro e un mago con un cappello.

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