Capitolo 63

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La mattina della vigilia di Natale, Piper si era svegliata presto. Aveva fatto le prime faccende mentre Percy, Michael e James dormivano ancora e preparò con cura la colazione e i biscotti per la mattina dopo. Voleva essere libera per chiacchierare con le ragazze quella sera.

Il primo a svegliarsi fu James. La ragazza gli sorrise mentre decorava i biscotti a forma di albero di Natale. - Buongiorno - lo salutò contenta. Amava il Natale e non vedeva l'ora che si svegliassero i suoi due maschi per dar loro il buongiorno. - Percy?

Lui si strinse nelle spalle e si tirò a sé la ciotola di biscotti blu. Ne erano rimasti pochi. - Sta ancora dormendo, anche se Michael l'ha raggiunto sul letto - sorrise intenerito e abbassò lo sguardo. - Sono così carini. Sono così contento che Percy possa fare quello che io ho solo potuto sognare.

La ragazza sentì una fitta al cuore. Ogni volta che l'uomo ne faceva il minimo accenno, la ragazza sentiva un'ondata di dolore provenire da lui. Non poteva immaginare quando Percy gli fosse mancato in tutti quegli anni, quante volte dovesse aver guardato la foto di lui appena nato e aver pianto tutte le sue lacrime.

James amava suo figlio con tutto il cuore, si vedeva. Piper era così contenta che avessero recuperato un buon rapporto padre-figlio, ma era consapevole che il tempo che avevano perduto non sarebbe mai stato recuperato del tutto. James si era perso quasi tutte le tappe importanti della vita di Percy: la prima parola, i primi denti, il primo giorno di scuola.

Molte donne potrebbero non essere molto disposte a lasciar vivere il suocero a casa con loro, ma Piper sapeva che lui e Percy avevano bisogno di recuperare il tempo perduto e voleva che James potesse avere la gioia di partecipare alla crescita del nipote.

- Sapevo che Percy sarebbe stato un padre fantastico, ma non credevo che sarebbero finiti a vivere in simbiosi - commentò la ragazza passando a un altro biscotto. - Michael lo adora, Percy é il suo eroe. E Percy ama Michael più di qualsiasi altra cosa. A volte mi do della stupida per aver pensato che avrebbe potuto rifiutare il bambino.

Lo disse col sorriso, ma ancora si sentiva in colpa per come aveva trattato Percy prima di essere rapita. Avrebbe dovuto dirglielo subito. Gli avrebbe risparmiato molto dolore e forse non sarebbe neanche stata rapita. - Piper, eri spaventata - cercò di consolarla James. - Era normale che avessi paura. Avevi diciassette anni, lui diciotto... se fosse stato un altro, probabilmente ti avrebbe lasciata.

Piper pensò "se fosse stato un altro, hai ragione. Non avrei mai dovuto dubitare di lui". Si guardò bene dal dirlo. Non voleva riportare a galla l'argomento e poi era acqua passata. Il suo Percy le aveva chiesto di sposarlo, presto sarebbe diventato suo marito, e la ragazza non era mai stata così felice.

Non vedeva l'ora di dirlo alle ragazze. Non l'aveva detto ancora a nessuno, neanche a James, ma la ragazza sospettava che avesse notato il luccichio sul suo anulare. Infatti, proprio mentre sollevava la sac a poche per passare a un altro biscotto, la luce del sole fece luccicare il gioiello di acqua marina.

James se ne accorse e sorrise. - Così Percy si é deciso - notò con gioia. La ragazza ci mise un secondo a capire che stava parlando dell'anello, ma non poté fare a meno di sorridere e si strinse sulle spalle. - Eh, sì, me l'ha chiesto al nostro anniversario. Ho detto che voleva aspettare che Michael fosse abbastanza grande.

James annuì comprensivo. Si tolse la sua, di fede, e fu la prima volta che Piper la vide. Ne rimase sorpresa: non pensava che la portasse ancora. - Il matrimonio é un impegno per la vita - sospirò con voce cupa. - Io non avevo ancora Percy quando sposai Sally. Non avrei mai immaginato che saremmo finiti così.

Se la rigirò tra le dita. - I primi anni dopo che mi mandò via, la odiai. - ammise, la voce quasi incrinata. - Mi aveva costretto a dire addio a mio figlio per sempre, dopo che per due anni li avevo cercati senza sosta. Per colpa sua, la mia vita non era altro che dolore. Percy mi mancava come l'acqua ad un assetato. L'unica cosa che volevo era riabbracciarlo ancora.

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