- Sono esausto - ansimò Percy, abbassando la spada. Aveva il fiatone e il braccio gli faceva male, per quanto tempo si erano allenati. - Non é meglio smettere? Mi fa male il braccio.
James annuì e abbassò la spada anche lui, richiamando una bottiglia d'acqua con un incantesimo non verbale. Bevve un goccio e la passò al figlio, che bevve un po' anche lui. - Hai ragione - concesse dandogli una pacca sulla spalla. - Piper mi uccide se ti faccio sforzare troppo.
Percy rise e bevve un altro sorso d'acqua. Aveva una sete e il caldo di quel giorno non l'aiutava di certo. Ecco perché avevano cominciato presto quella mattina. Erano già le undici e mezza, la sua Piper doveva star cucinando in quel momento.
Lo faceva ridere che suo padre avesse paura di lei. - Hai paura di lei? - gli chiese divertito mentre tornavano alla villa. Aveva ancora il fiatone e il braccio gli faceva male. Suo padre non sembrava messo meglio. Era sudato anche lui. Avrebbero dovuto farsi una bella doccia.
Gli lanciò un'occhiataccia. - La tua ragazza sa essere molto pericolosa quando si tratta di te, non so se l'hai notato - si difese mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni. - Sei fortunato ad avere qualcuno che ti ama così tanto, Percy. Tua madre non era così tanto gentile con me, sai?
Percy rise. Sapeva di essere fortunato ad avere Piper. Era la persona più dolce, gentile e coraggiosa che avesse mai conosciuto. - Non so proprio come ho fatto a meritarmela. - ammise abbassando lo sguardo. - Meriterebbe un re.
James gli lanciò un'occhiata poi gli diede una pacca sulla spalla. - Lei non vuole un re - ribatté guardando serio il figlio. - Lei vuole te. Ti ama tantissimo, Percy. Non pensare di non essere abbastanza per lei. Hai il coraggio di un leone e la forza di una tigre. Non dubitare di te stesso.
Percy annuì, non molto convinto. "Se sapessi... " pensò. Poi però si rimproverò. Piper gliel'aveva ripetuto milioni di volte. Non doveva vergognarsi per quello che aveva passato, per quello che aveva permesso di fare a quel mostro.
Era un bambino. Non poteva opporsi. Ma Percy continuava a domandarsi cosa sarebbe successo se avesse parlato con sua madre prima. Sarebbe cambiato qualcosa? O avrebbe continuato a subire? Sua madre avrebbe mandato via Gabe o avrebbe ignorato il tutto?
Scosse la testa, cercando di non pensarci. Suo padre, grazie al cielo, non lo stava guardando. Entrarono finalmente in casa. Stava per entrare in cucina, quando un grido lo mise in allarme. Piper uscì di corsa dalla cucina, andando a sbattere proprio contro di lui.
- Pip! - esclamò allarmato. La ragazza si schiacciò contro il suo petto. Era terrorizzata. Si lanciò un'occhiata alle spalle e guardò i due. - Che succede?
La ragazza sospirò. - In cucina c'è un ape enorme - rispose terrorizzata. Percy sapeva che Piper aveva paura di qualunque cosa potesse pungere. Non si stupì della cosa: una volta aveva visto un'ape ed era corsa via urlando. - Ti prego, cacciala via!
Percy sospirò ed entrò in cucina. Era davvero grossa, quell'ape. Aprì la finestra e la fece uscire, quella bestiaccia. Anche lui aveva un po' paura di farsi pungere, ma tutto per la sua Piper. Una volta cacciata via, sospirò. - Via libera.
Piper tornò in cucina e gli si tuffò tra le braccia. Percy la strinse a sé sorridendo, poi vide suo padre guardarlo scuotendo un po' la testa. - Quella bestiaccia ti ha fatto qualcosa? - gli domandò allontanandosi un po', giusto per controllare che stesse bene.
- No, l'ho fatta uscire con lo schiaccia mosche - la tranquillizzò, stampandole un bacio sulla testa. Lei si concesse un sospiro di sollievo. - Comunque, Pip, non dovresti scappare via urlando quando ne vedi una. Più ti muovi e gridi più quella si spaventa e cerca di pungerti.
STAI LEGGENDO
Connected 2: Back Home
FanfictionSequel di "Connected" Dopo la fine dell'anno scolastico, Percy e Piper partono per gli Stati Uniti. Percy imparerà a usare i suoi poteri e molto eventi stravolgeranno le loro vite nel corso della storia. La guerra contro Voldemort continua ed é semp...