Capitolo 47

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Una settimana dopo era la vigilia di Natale. Piper si svegliò dopo di Percy per una volta, così scese in cucina e lo trovò che cucinava la colazione prima di andare a lavoro. Doveva lavorare anche quel giorno, purtroppo. - Buongiorno - disse la ragazza.

Lui si voltò e le sorrise. - Principessa, buongiorno - si avvicinò e le stampò un bacio veloce sulle labbra. Si mise la colazione nel piatto e andò a posare la padella. - Vieni, mangia. Il bambino avrà fame.

Piper sorrise e si sedette accanto a lui su una sedia. Un paio di giorni prima erano andati a fare l'ecografia: il bambino era un maschietto. Il desiderio di Percy era stato esaudito. - Sì, e scalcia come un indemoniato - replicò ridendo.

Percy rise e le posò una mano sul pancione. - Piccola peste - commentò, poi prese la forchetta e iniziò a mangiare. Piper lo guardò: era bellissimo come sempre. Il suo sguardo brillava e i suoi occhioni verdi erano chiari e vispi.

Quanto lo amava, santi numi. Il suo cuore si scaldò chiedendosi se il bambino sarebbe stato adorabile come lui. Neanche si fosse sentito nominato, il bambino tirò un bel calcio secco. - Ah - gemette con una smorfia. Si portò le mani sulla pancia. - Ehi, piccola peste, la vuoi smettere di giocare a calcio, qui dentro?

Percy rise ma non disse niente. Si limitò ad alzarsi e mettere il suo piatto nel lavandino per lavarlo. - Volevo invitare anche Malia per Natale, che ne dici? - le domandò stampandole un bacio sulla guancia.

Lei si strinse nelle spalle. - Perché no - accettò accarezzandosi il pancione. Sorrise al suo amore e si lasciò stampare un altro bacio. - Stai attento andando a lavoro. - si raccomandò severa. - E cerca di non affaticarti troppo, la ferita é ancora fresca.

Percy sbuffò, ma annuì e la baciò sulle labbra. - Ti amo, Pip - le sussurrò con dolcezza. Le accarezzò una guancia e portò una mano sul pancione. Il bambino sembrò sentire il padre, perché mollò un altro calcio. Percy sorrise. - Ciao anche a te, piccolino. Allora vado.

Piper gli sorrise e lo guardò andare via. Sospirò e decise di andare di chiedere ad Allison di aiutarla ad impacchettare i regali. Aveva comprato preparato per Percy un regalo che sicuramente gli sarebbe piaciuto. - Cosa hai regalato a Percy? - le domandò Allison, impacchettando il regalo per Connor.

Piper si accarezzò il pancione. Si sentiva un po' pesante ora che il pancione cresceva a vista d'occhio. Si vedeva anche se indossava una felpa larga. - Gli sto già dando un figlio, non é abbastanza? - replicò, ma poi sorrise. - É una sorpresa.

Allison annuì. Prese un'altra scatola e tagliò la carta da regalo. La guardò un secondo, poi finì di impacchettare il regalo. - É strano vederti col pancione - ammise, facendo sorridere Piper. - Ancora non riesco a credere che tu e Percy avrete un bambino. Come ci si sente?

Piper sorrise e si accarezzò il pancione. Come ogni volta che pensava al bambino, il suo cuore si riempì di dolcezza e di tenerezza. - Un po' pesante - rispose quasi ridendo. - Ma é fantastico. Io lo sento crescere dentro di me, lo sento muoversi, scalciare. Ogni volta che penso a lui il mio cuore si riempie di gioia, come quando penso a Percy.

Allison la guardò a lungo, con un sorriso poi riportò lo sguardo sul regalo che stava incartando. - Io lo vorrei un bambino un giorno - affermò senza alzare lo sguardo. - Certo, non così giovane, ma credo che mi piacerebbe diventare mamma. Ma ti rendi conto che hai solo diciassette anni, Piper? Non hai paura?

La verità? Certo che aveva paura. Di che cosa? Del parto, di non essere una buona madre, che la passione tra lei e Percy scemasse, di perdere per sempre il suo fisico... insomma, di molte cose. Ma l'amore che provava per il suo bambino surclassava tutto il resto. Non c'era niente di più importante di lui.

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