Capitolo 40

62 2 0
                                    

Grazie al cielo, quella notte Piper dormì senza incubi. Aveva dormito tra le braccia di Percy. Era stato bellissimo. Lui la faceva sentire così al sicuro. Quando si svegliò, cercò subito Percy accanto a lei. Non lo trovò, perciò aprì gli occhi e si guardò intorno.

- Percy? - lo chiamò, ma non rispose nessuno. Decise di alzarsi, ma la nausea la colse alla sprovvista. Corse in bagno. Si tirò i capelli indietro e vomito. Acqua, visto che non aveva ancora mangiato nulla. Quando finì, fece un gemito e si portò una mano alla pancia.

Si appoggiò alla parete, sedendosi a terra. - Santi numi, piccolo, perché devi farmi vomitare così? - gli domandò esasperata. Erano settimane che si alzava per vomitare, santi numi. Da Voldemort non aveva vomitato per niente, visto che non aveva mangiato quasi niente.

Il bambino non rispose, ovviamente. Nonostante tutto, Piper amava il suo bambino. Da quando era tornata a casa non faceva che pensare a lui e a come sarebbe stato essere mamma. Sarebbe stato estenuante, questo lo sapeva. Non avrebbe dormito una notte intera per almeno sei mesi.

Cosa avrebbe provato subito dopo il parto? Sarebbe riuscita a spingere abbastanza? Si alzò e andò a prendere una cosa dal comodino, per poi sdraiarsi sul letto. Era la foto dell'ecografia. Non poté fare a meno di provare una sensazione di calore al cuore, guardandola.

Quella macchia grigia era il suo piccolo. Sorrise, mentre le lacrime le bagnavano gli occhi. Non erano lacrime di dolore, né di tristezza, ma di felicità. Non era mai stata più felice in vita sua. Il suo cuore batteva forte e ciò che provava era indescrivibile.

- Io e papà ti ameremo tanto, tesoro - sussurrò accarezzando la macchiolina nella foto. Non aveva neanche la forma di un bambino, ma lo sentiva crescere dentro di lei e non c'era cosa più bella. - Andiamo a vedere dov'è papà?

Si alzò e raggiunse il piano di sotto, dove vide Leo e Connor che giocavano ai videogame. Quando la notò, Leo le sorrise. - Era ora. - la salutò. - Buongiorno bella addormentata. - Piper gli fece la linguaccia e raggiunse la cucina, dove trovò Allison ai fornelli.

- Buongiorno - annunciò la sua presenza alla sua amica. Lei si voltò e le rivolse un sorriso. - Pip, ti sei svegliata, finalmente - rispose andando ad abbracciarla. - Stavo preparando il pranzo. Percy mi aveva detto che eri stanca, ma non pensavo così tanto. É mezzogiorno!

Piper rimase di stucco. Non aveva mai dormito così tanto. Era andata anche a letto presto la sera prima, ma in compenso non aveva avuto un attimo di pace durante la prigionia. - Be', sì - replicò stringendosi nelle spalle. - Durante la prigionia sono stata sempre in tensione. Ora ho bisogno di riposarmi.

Allison annuì e tornò ai fornelli. - Immagino - concordò. Blackjack salì in grembo a Piper, facendola sorridere. Struscio la testina contro la sua pancia, quasi sentisse il bambino, anche se non era possibile. - Percy mi ha detto di lasciarti dormire fino a tardi e di vietarti assolutamente di fare sforzi. Compreso cucinare.

La ragazza alzò gli occhi al cielo sbuffando. Percy stava usando la sua stessa medicina contro di lei. Piper era sempre stata molto pignola sul suo benessere. Doveva tenere alla sua salute, sopratutto dopo la ferita. Ora Percy stava facendo la stessa cosa, per lei e per il bambino.

- Ha ragione, Piper - ribatté Allison. Smosse qualcosa in una pentola e si voltò verso di lei, che stava accarezzando Blackjack. - Sei stata torturata. Non hai mangiato quasi niente per una settimana intera. Stai portando anche un altra persona dentro di te, amica mia, devi ascoltare quello che dice il dottore.

Piper sospirò. Sapeva che Percy aveva ragione e voleva solo il bene suo e del bambino, ma non sapeva cosa fare. Non poteva cucinare, la sua passione, non poteva andare a correre e non poteva fare sforzi. Cosa poteva fare, allora? - Ah, Blackjack - sospirò. - Sai dov'è Blanche?

Connected 2: Back HomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora