Capitolo 17

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La mattina dopo, Percy si svegliò con la nausea. Aprì gli occhi e si guardò intorno. Suo padre dormiva sulla poltrona accanto a lui. Aveva la testa abbandonata sul collo e la bocca semiaperta. Quasi scoppiò a ridere, ma l'addome gli fece male.

Fece una smorfia e si tirò su. La testa gli fece male. Si alzò un po' la maglietta e trovò un cerotto insanguinato. - Amore, stai attento - lo avvisò la voce della sua Piper. Percy alzò lo sguardo.

Lei lo stava raggiungendo con un sorriso sulle labbra. Si sedette sul bracciolo del divano e gli stampò un bacio sulla fronte, accarezzandogli i capelli. - Ti sei svegliato, finalmente - esclamò con evidente sollievo nella voce. Gli prese una mano nella sua e gli accarezzò il viso. - Sei rimasto privo di conoscenza per tutta la notte.

Percy abbassò lo sguardo, sentendosi un po' in colpa. L'ultima cosa che avrebbe voluto era farla preoccupare.
Provò a dire qualcosa, ma sentiva la gola completamente secca. - Pip - le disse, alzando lo sguardo su di lei. - Un... bicchiere d'acqua.

La ragazza annuì con urgenza. Gli stampò un bacio sulla tempia e corse in cucina. Qualche secondo dopo tornò con bicchiere d'acqua. Percy lo prese e quando bevve il sollievo lo travolse. La gola finalmente ebbe sollievo.

- Grazie - la ringraziò rivolgendole un mezzo sorriso. La testa gli scoppiava ancora. Cercò di tirarsi a sedere ma la testa gli girò e fu costretto a rimettersi giù. La sua Piper lo sorresse e lo aiutò a rimettersi giù con estrema cautela.

- Amore - gli disse premurosa, mentre Percy beveva un altro sorso d'acqua. - Devi stare un po' a riposo, ora - gli consigliò accarezzandogli una guancia. Gli alzò delicatamente la maglietta e gli toccò con delicatezza il cerotto. - La pozione ha impedito alla ferita di ucciderti, ma devi ancora riprenderti del tutto.

Percy annuì e strizzo un po' gli occhi. La ferita gli faceva male e aveva ancora un po' di vertigini. Non ricordava molto bene cos'era successo il giorno prima. Ricordava la battaglia, ma era solo una sequenza di immagini, niente di concreto.

- Cos'è successo ieri? - domandò a Piper, restituendole il bicchiere. Lei lo posò sul tavolino lì davanti. Gli rivolse un'occhiata preoccupata e si sedette accanto a lui. Percy colse l'occasione per accoccolarsi a lei, che lo strinse delicatamente a sé.

Percy sentì il suo petto alzarsi e abbassarsi mentre sospirava. - Non lo ricordi, tesoro? - gli domandò con tono gentile. Il ragazzo scosse la testa e chiuse gli occhi contro il petto della sua ragazza. Si sentiva così al sicuro, lì.

Allora la ragazza gli raccontò ciò che era successo con calma, gentilmente, come se capisse che il ragazzo non riusciva a starle dietro se parlava troppo veloce. Continuava a passare le dita nei suoi capelli, cosa che lo rilassava molto. Il mal di testa era ancora forte e si sentiva ancora un po' disorientato.

Perse qualche parola del racconto di Piper a causa del suo smarrimento. Sebbene fosse sdraiato, gli sembrava che il mondo stesse girando e la sua Piper era l'unico appiglio. Chiuse gli occhi, forse avrebbe aiutato. - Mi sono spaventata tanto - disse la ragazza alla fine del racconto. Percy aprì gli occhi e la guardò in silenzio. - Ma ci hai salvato la vita. A me e a Nico. Se tu non ti fossi distratto, o ci avrebbero preso o ci avrebbero ucciso.

Gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente. Percy sentì il cuore battere a mille, nonostante le smarrimento. Ma con quel bacio, gli sembrò che la ragazza lo avesse ancorato a terra. La testa smise di girare. - Sei stato così coraggioso - si congratulò, facendolo arrossire. - Sono fiera di te, amore mio. Anche se mi hai fatto spaventare tantissimo.

Percy sorrise ma non disse nulla. Si limitò a nascondere il viso nel seno della sua ragazza e stringerla forte. Lei rise e lo strinse a sua volta. Era così carino. - Come ti senti ora, amore? - gli domandò dopo qualche minuti.

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