Connected 2: Back Home

Capitolo 18

Passò qualche giorno. Percy migliorò. La ferita smise di fare male a parte quando combatteva. Per questo James aveva sospeso la scherma finché non fosse guarito del tutto. In quel momento stava giocando alla play insieme ai suoi amici.

Piper e Annabeth stavano giocando a scacchi. Allison e Rachel stavano giocando a Mitomagia. Era bello stare tutti insieme, come una vera famiglia. Percy nel gioco stava duellando contro Jason. Lo colpì molte volte e dopo qualche imprecazione da parte del biondo, riuscì a batterlo.

Percy esultò e Jason fece una faccia delusa che lo fece ridere. - Oh, dai! - protestò Jason con disappunto. Incrociò le braccia al petto e mise il muso. - Ma tu imbrogli! Come diavolo fai a battermi sempre!

Percy si strinse nelle spalle e diede una pacca sulla spalla dell'amico, che sbuffando lasciò il joystick a Leo. Lasciò il suo a Connor e decise di andare da Piper, ancora nel pieno della sua partita a scacchi con Annabeth.

Jason lo seguì e trascinò una sedia accanto ad Annabeth. Percy invece diede un bacio a Piper da dietro e la fece sedere sulle sue gambe, circondandole la vita con le braccia. Lei rise e si lasciò stampare un bacio sul collo.

- Amore - lo salutò, posando la mano su quella di Percy, che le accarezzava la pancia. Mosse una pedina e poi scoccò al ragazzo un'occhiata preoccupata. - Sei sicuro che non ti faccio male? Non dovresti sforzarti...

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. - Santi numi, Pip! - esclamò scocciato. La tirò più verso di lui e posò il mento sulla sua spalla. - Sto bene. Non mi sforzo per niente. Sei così leggera che se uscissi il vento ti si porterebbe via!

La ragazza sbuffò. - Non é vero - si limitò a dire con un broncio adorabile sulle labbra. Percy le stampò un bacio sulla guancia e lei non riuscì a trattenere un sorriso. - Sei tu che in condizioni normali tireresti su anche cento chili!

- Infatti, quindi non fare storie - ribatté il ragazzo. La ragazza aprì la bocca per ribattere, ma poi lasciò perdere, scuotendo la testa. Aspettò che Annabeth facesse la sua mossa, mentre Jason scrutava in silenzio la scacchiera.

Percy lo vide sussurrare qualcosa all'orecchio di Annabeth, che mosse la sua pedina. Piper si morse un labbro, facendo una smorfia. Il ragazzo non capiva nulla di scacchi, non aveva mai imparato a giocare. Non che gli fosse mai interessato. Per lui stare seduto a pensare non era mai piaciuto.

La sua Piper fece un respiro profondo e lanciò una lunga occhiata ad Annabeth, che non poté trattenere un ghigno in perfetto stile serpeverde. Fece il broncio e indugiò, poi prese una pedina e la mosse, mangiandone una di Annabeth.

- Percy, tu sai giocare a scacchi? - gli chiese Jason, facendogli distogliere lo sguardo dalla scacchiera, che la stava fissando in silenzio. Ritornò sul pianeta Terra e scosse la testa, senza però rispondere.

Era parecchio stanco e gli occhi gli si chiudevano da soli. Si stava riprendendo ma si stancava con molto meno. Sperava che sarebbe tornato energico come prima, ma capiva quello che gli aveva detto suo padre, prima di essere ferito. Aveva preso la pozione, ma si sentiva ancora un po' distante e doveva sforzarsi per tenere la mente per terra.

Strinse forte la sua Piper e posò il mento sulla sua spalla, sospirando. Era così calda  e adorava stringerla come un peluche. Chiuse gli occhi e quasi addormentò, ma poi se ne rese conto e scosse un po' la testa.

- Amore, sei silenzioso - lo svegliò Piper, che si voltò leggermente verso di lui. Sembrava preoccupata. Gli stampò un bacio sulla guancia, ma il ragazzo era così stanco che si limitò a sorriderle. - Cosa c'è? Ti senti male?

Percy scosse la testa, ma la sentiva pensante. - No, sono solo stanco - ammise, scuotendo un po' la testa per tenersi sveglio. Che brutta sensazione doversi sforzare per non addormentarsi. - Sta tranquilla, sto bene.