Capitolo 24

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La mattina dopo, Percy di svegliò da solo nel letto. La luce filtrava attraverso le tende bianche. Si tirò su un gomito e si guardò intorno in cerca di Piper. Non la vide, perciò si tirò a sedere sospirando e decise di andare a cercarla. Forse era in cucina.

Sospirò e si tirò a sedere, stropicciandosi gli occhi. Chiamò Piper, ma la ragazza non rispose, così decise di alzarsi e andare a cercarla. Si vestì e uscì dal bungalow. Vide Piper in piedi con i piedi nell'acqua, che guardava il mare in silenzio. Sembrava pensierosa.

Si era appoggiata una felpa sulla spalle e il vento le portava i capelli davanti. Percy l'abbraccio da dietro, lei non si spaventò. - Buongiorno, principessa - la salutò lui stampandole un bacio sulla guancia.

Lei accennò un sorriso e portò le mani  sui suoi avambracci, che le cingevano la vita. - Buongiorno, amore mio - rispose. Si girò verso di lui e gli rivolse un sorriso caldo, allacciandogli le braccia al collo. - Ti sei svegliato presto. Sono a malapena le otto.

Lui la baciò e le sorrise, accarezzandole la schiena. Gli sembrava strana ed era un po' pallida. - E tu da quanto sei sveglia? - le chiese,  un po' preoccupato. Le portò una mano sulla fronte, come per sentirle la febbre. Era calda, ma non troppo. Non aveva la febbre. - Stai bene? Sei un po' pallida.

Lei abbassò lo sguardo e annuì, accarezzandogli le guance con i pollici. - Sto bene, amore, tranquillo - gli assicurò guardandolo con amore. Il cuore del ragazzo non poté che scaldarsi a quello sguardo. - Solo un po' di nausea, non preoccuparti. Dovremmo tornare alla villa, dobbiamo preparare i bagagli.

Percy, seppur a malincuore, concordò con lei. Si ripresero le loro cose e tornarono alla villa. Dormivano ancora tutti, a quanto pareva, tranne James, che sedeva in silenzio al tavolo con una tazza tra le mani. - Papà - lo salutò Percy con un sorriso. - Buongiorno.

L'uomo gli sorrise a sua volta e si alzò per abbracciarlo. Percy rimase per un attimo sorpreso, ma poi ricambiò l'abbraccio. - Oh, il mio bambino ha diciotto anni! - esclamò e Percy non poté fare a meno di ridere, sotto lo sguardo della sua Piper, che sorrideva felice per lui. - Mi sono perso così tanto.

Percy scosse la testa, staccandosi per guardarlo negli occhi. - Papà, ora sei qui - gli ricordò serio ma anche gentile. - Siamo insieme adesso, me l'hai detto tu, nessuno ci dividerà di nuovo. Abbiamo perso tanti, ma recupereremo. Non la daremo vinta a quel mostro.

James annuì, chiaramente rincuorato. Percy non voleva che suo padre si sentisse in colpa per averlo lasciato. Lui pensava di proteggerlo e non poteva sapere che sua madre avrebbe permesso a Gabe di fargli del male. - Hai ragione - concordò. Lanciò poi un'occhiata a Piper, che guardava padre e figlio sorridendo. - Ora però andate a preparare le valigie. Si parte tra un paio d'ore.

Così i due salirono in camera loro a preparare i bagagli. Un paio d'ore dopo, erano tutti pronti. Percy e Piper aspettavano in soggiorno seduti sul divano dopo aver trasportato i loro bagagli di sotto con la magia. James sedeva sulla poltrona, rigirandosi tra le mani la bacchetta.

Finalmente anche gli altri si fecero vivi. I primi a scendere furono Annabeth e Jason, poi fu il turno di Nico e Rachel e per ultimi Allison e Connor. Il ragazzo sembrava essersi appena svegliato, vestito con la prima cosa che aveva trovato.

Qualche minuto dopo, Percy guidava tranquillo sulle stradine di campagna, diretto all'autostrada. Piper aveva voluto accanto a lui sul sedile del passeggero e si teneva le mani sulla pancia cercando di nascondere una smorfia, forse aveva ancora la nausea.

I ragazzi avevano insistito per mettere la musica, così viaggiavano al ritmo di Boy with Luv dei BTS. Jason, Leo e Connor sedevano dietro di loro, mentre le ragazze, suo padre e Nico sedevano dietro di loro. Dato che la macchina aveva solo otto posti, e loro erano dieci, Rachel era seduta sulle gambe di Allison e Nico su quelle di James.

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