Capitolo 26

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Passarono un paio di settimane. La vita a New York procedette più veloce di quanto Piper si fosse aspettata. Si era fatta qualche amico oltre ai ragazzi: uno era un ragazzo che aveva la sua età e aveva incontrato in biblioteca. Era abbastanza educato e carino, ma nulla in confronto al suo Percy.

Il ciclo non le era arrivato e questo la innervosiva non poco. Anche quella mattina, si era svegliata per andare a vomitare in bagno. Grazie al cielo Percy stava ancora dormendo, altrimenti l'avrebbe vista. Si passò una mano tra i capelli per tirarli indietro, posandosi una mano sulla pancia.

Forse era davvero incinta. Doveva comprare un test di gravidanza. Assolutamente. Non poteva vivere in questo nervosismo e preoccupazione ancora per molto. Dato che ormai era sveglia, decise di andare a preparare la colazione a Percy.

Scese in cucina e non trovò nessuno, perciò si mise a lavoro. Erano le sette meno un quarto e circa un quarto d'ora dopo Percy si sarebbe svegliato per andare a lavoro e portare Nico a scuola. Infatti, mentre lei faceva i pancake, qualcuno l'abbraccio da dietro.

- Buongiorno - la salutò quel qualcuno, accarezzandole la pancia da sotto la felpa. La ragazza sentì le farfalle nello stomaco e mille brividi correrle lungo la spina dorsale. - Come mai già sveglia?

La ragazza posò la mano libera su quella del suo amore e si voltò versò di lui con un sorriso. - Volevo preparare la colazione a te e a Nico - mentì, anche se non era del tutto falso. Lo faceva ogni giorno da più di due settimane.

Gli allacciò le braccia al collo e lo baciò con dolcezza, il cuore che batteva forte. - Ti amo, Percy - gli disse baciandogli le fossette. Lui rise e si allontanò un po'. - Tantissimo, lo sai? Tanto, tanto, tanto!

Ad ogni "tanto" gli dava un altro bacio. Lui rise ancora. - Pip, smettila! - esclamò dopo qualche secondo. La ragazza obbedì e non se ne pentì, perché era arrossito in modo adorabile e le sue fossette erano accompagnate da un bellissimo sorriso. - Vado a svegliare Nico.

Così lo guardò sparire sulle scale sorridendo. Mise i loro pancake nei piatti e sospirò, versando dell'aranciate nel bicchiere di Nico. Dopo qualche minuto, vide i due scendere le scale. Il bambino era già vestito. - Buongiorno! - lo salutò scompigliandogli i capelli. - Pronto per la scuola?

Il bambino rispose con un mugolio assonnato, ma la ragazza non ci fece troppo caso. Percy sorrise e iniziò a mangiare affamato. - Uscirò anch'io con voi - lo informò bevendo un sorso d'aranciata. Il suo stomaco era di nuovo sottosopra.

Cercò di nascondere la cosa abbassando lo sguardo sul cibo. Percy non doveva assolutamente accorgersene. - Come mai? - le chiese mettendo in bocca un pezzo di pancake. I suoi occhioni verdi erano erano lucidi, forse perché aveva ancora sonno.

- Io e Alli abbiamo bisogno di qualche farmaco per i dolori da ciclo - mentì, sentendosi uno schifo. Odiava mentirgli, ma doveva. Doveva essere sicura di essere incinta, prima di dirgli la verità. - Devo anche fare la spesa e comprare qualche reggiseno. Mi si é ingrossato ultimamente.

Su questo non aveva mentito. Il seno le era davvero cresciuto. I suoi vecchi reggiseni la stringevano troppo, adesso. Percy annuì, ma poi aggrottò la fronte. - Ma non usavate le pozioni per i dolori? - chiese un po' confuso. - C'è un laboratorio per le pozioni nel seminterrato, se volete farvele da sole.

Piper scosse la testa. - Percy, qui nessuno oltre te e tuo padre é un abile pozionista - gli ricordò. Gli prese una mano e gli sorrise. - E poi dopo un po' fanno assuefazione. Meglio cambiare, qualche volta.

Percy sembrò crederle e abbassò lo sguardo sul suo piatto. Pochi minuti dopo, i tre uscirono. Piper prese per mano Nico, che si era messo tra lei e Percy. Il bambino portava uno zaino blu sulle spalle. Si sentì bene camminando con quei due lungo il marciapiedi.

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