Fu svegliato dalla luce del sole che filtrava attraverso le tende. Aprii un po' gli occhi e mugugnò infastidito, allungando una mano per sentire Piper accanto a lui. Quando non la trovò, non si allarmò. Probabilmente era scesa in cucina a preparargli la colazione.
Per un attimo quasi dimenticò ciò che era successo la sera prima. Poi, quando tornò alla realtà, tutto gli ricadde addosso. Sentì le lacrime bagnargli gli occhi: che figura aveva fatto. Si sentiva uno schifo per aver avuto paura che lo avrebbe lasciato.
Come aveva potuto pensarlo? Ma poi la rabbia per quello che aveva detto lo investì di nuovo. Aveva baciato un altro! Come aveva potuto ricambiare quel bacio, sapendo quanto male fosse stato, la prima volta? E poi perché lo aveva evitato per tutto quel tempo? Aveva davvero avuto paura di averla persa.
Scosse la testa, passandosi una mano nei capelli. Non doveva pensarci. Era stata assolutamente convincente la sera prima e non avrebbe mai potuto mentirgli così bene. Sapeva che Piper lo amava, lo aveva sempre saputo. Ma la paura aveva preso il sopravvento la sera prima e se ne vergognava molto.
Non avrebbe mai voluto crollare davanti a lei di nuovo. Comunque, si disse di smetterla e alzarsi. Aveva bisogno di vederla. L'avrebbe rassicurato, anche solo con un abbraccio o un bacio. Aveva bisogno del suo amore, in quel momento.
Lanciò un'occhiata alla sveglia. Segnava le sette meno cinque. Si era svegliato pochi minuti prima che la sveglia suonasse. Decise di alzarsi e vestirsi già per andare a lavoro. Avrebbe dovuto anche accompagnare Nico a scuola, quindi decise che era meglio vestirsi prima.
Una volta vestito, scese le scale. Si aspettava l'odore paradisiaco delle uova strapazzate col bacon della sua fantastica ragazza risalire le scale, ma non successe. Questo lo allarmò un po', ma decise di non preoccuparsi. Forse non stava ancora cucinando.
- Piper? - la chiamò, ma lei non rispose. Entrò in cucina, aspettandosi di vederla indaffarata con la colazione, ma di lei nessuna traccia. Il suo cuore perse un battito, ma si disse di non preoccuparsi. Forse era uscita per fare una passeggiata, dopo l'orribile litigio della sera prima.
Cercò con lo sguardo un biglietto, qualcosa per tranquillizzarsi. Il suo sesto senso stava impazzendo, anche la sua mente cercava di reprimerlo. C'era qualcosa che non andava, questo era sicuro. Non trovando nulla, sospirò e decise di preparare la colazione aspettando il suo ritorno.
Non se ne sarebbe mai andata, ne era sicuro. Non dopo la sera prima. Indaffarato con i fornelli, quasi si dimenticò della cosa. Cucinare gli era sempre piaciuto e lo aiutava spesso a distrarsi dai suoi problemi. Quando Nico e suo padre scesero in cucina, la colazione era pronta.
Percy la posò sul tavolo e lanciando un'occhiata nervosa alla finestra si sedette. Il bambino si sedette accanto a lui, ma James lanciò un'occhiata al figlio e capì subito che c'era qualcosa che lo turbava. Si guardò intorno e capì: Piper non c'era.
- Dov'è Piper? - gli domandò. Percy gli lanciò un'occhiata e si strinse nelle spalle. Non lo sapeva e questo lo innervosiva non poco. Si sentiva anche in imbarazzo per la sera prima, per il suo crollo, la sua gelosia... insomma, uno schifo. Era questa la parola giusta per definire come si sentisse.
- Non lo so - rispose sconsolato. Versò dell'acqua a Nico e sospirò. - Forse é andata a fare una passeggiata. Dopo quello che é successo ieri sera, forse aveva bisogno di un po' d'aria fresca. Non é stato facile per nessuno dei due.
Un secondo dopo avrebbe voluto tenere la bocca chiusa. Suo padre lo guardò preoccupato e aggrottò la fronte. - Perché, che é successo ieri? Avete litigato? - scrutò l'espressione di Percy e un lampo di paura gli passò negli occhi. - Vi siete lasciati?
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Connected 2: Back Home
FanfictionSequel di "Connected" Dopo la fine dell'anno scolastico, Percy e Piper partono per gli Stati Uniti. Percy imparerà a usare i suoi poteri e molto eventi stravolgeranno le loro vite nel corso della storia. La guerra contro Voldemort continua ed é semp...