Capitolo 46

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Piper era in ansia. Erano le sei e ancora non era tornato a casa. "dove sarà?" pensava col cuore che batteva a mille. Da quando era stata liberata, aveva sempre paura quando Percy faceva tardi. Se ritardava un po' cominciava a chiedersi se non lo avessero attaccato i mangiamorte.

Andò a guardare fuori dalla finestra, accarezzandosi istintivamente la pancia, che finalmente era diventata evidente. Non vide nulla. Nessuna traccia di lui. Sentì la porta aprirsi e si precipitò alla porta, ma era solo James. Quando notò la sua espressione tesa, aggrottò la fronte preoccupato.

- Piper, che succede? - le domandò preoccupato, mentre la ragazza si posava sulla pancia. Si chiuse la porta alle spalle e la raggiunse. - Mi sembri preoccupata. Il bambino sta bene? Ti senti male?

Piper scosse la testa. Ogni volta che la vedevano preoccupata o pallida, tutti si preoccupavano per il bambino. - No James, io sto bene - lo tranquillizzò ma sospirò, il cuore stretto in una morsa. - Ma Percy non é ancora tornato a casa. Mi aveva detto che sarebbe tornato alle cinque ma sono le sei. E se lo avessero attaccato i mangiamorte?

James sospirò. - Piper, Percy sa cavarsela - la tranquillizzò. La portò in salotto e la fece sedere sul divano. - So che dopo che ti hanno rapita hai cominciato ad avere paura di perderlo, ma probabilmente ha avuto qualche contrattempo a lavoro. Tornerà presto, tranquilla.

Piper cercò di crederci. Davvero. Tutto questo stress non faceva bene al bambino. Ma c'era qualcosa che le diceva che era successo qualcosa. Percy sapeva quanto si preoccupasse per lui se ritardava, perciò cercava sempre di essere puntuale. Doveva essere successo qualcosa.

- Va' a stenderti di sopra - le consigliò. Le sorrise e cercò di rassicurarla, anche se Piper aveva questo brutto presentimento. - Percy avrà un buon motivo per essere in ritardo, ma sono sicuro che sta bene. Sta tranquilla, tornerà presto a casa.

Piper stava per salire in camera e riposarsi un po', quando la porta di aprì. Un'ondata di sollievo le scaldò il cuore, ma poi vide che Percy aveva un graffio in faccia e che aveva un'espressione di dolore in viso. - Percy! - esclamò la ragazza, andando ad aiutarlo.

Lui zoppicò e riuscì a chiudersi la porta alle spalle. Si appoggiò a Piper, il cui cuore batteva a mille. - Chiama mio padre - le disse Percy, la voce intrisa di dolore. Ansimò e si fece accompagnare da Piper fino ad una sedia in cucina. Piper corse a chiamare James, che accorse subito.

Piper piangeva. Osservò col cuore in gola James che faceva spostare la mano dalla ferita. Si sentì mancare vedendo il sangue. - Santi numi - esclamò James. Si rivolse a Piper, che si alzò subito. - Piper, va' a prendere il kit di pronto soccorso. É in bagno, nel mobiletto.

Piper corse a prenderlo e tornò subito, posando tutto sul tavolo. - Farà male - stava dicendo James a Percy. Lui annuì e cercò la mano di Piper, che gliela strinse forte. Sobbalzò a causa di un singhiozzo ma si fece forza. Non vide cosa fece James, ma vide Percy trasalire e chiudere gli occhi con una smorfia.

Piper sentì una fitta al cuore ma si portò una mano ad accarezzarsi il pancione. Odiava vedere il suo Percy stare male. Passò la garza a James, che bendò la ferita del figlio. - Dovrebbe essere a posto - affermò con un sospiro. Guardò il figlio, che era pallido. - Che é successo? Come ti sei ferito?

Percy si mise dritto digrignando i denti. - I mangiamorte mi hanno attaccato - rispose. Guardò Piper e cercò di sorriderle, stringendole forte la mano. Ma si vedeva che non stava bene. - Stavo tornando a casa. Sono riuscito a difendermi, ma mi hanno ferito. Mi sono smaterializzato a un paio d'isolati da qui. Non volevo rischiare ripercussioni visto che la casa é protetta da incantesimi di produzione.

James sospirò e gli diede una pacca sulla spalle. - Hai fatto bene, Percy. Gli incantesimi ti avrebbero creato ancora più danni - si alzò andò a prendergli un bicchiere d'acqua. - Ecco, bevi. Piper, andate di sopra e aiutalo a cambiarsi. Ha perso del sangue, é meglio che si riposi.

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