Capitolo 39

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Un paio d'ore dopo, Piper volle andare a preparare la cena, così a Percy non restò che scendere al piano di sotto. Trovò Harry e Ron seduti sul divano che parlavano con Leo e Connor. - Amico! - lo salutarono quando lo videro. - Vieni qui!

Percy sorrise e li raggiunse. Si sedette tra Connor e Harry. - Tu e Piper avete recuperato? - gli domandò malizioso Leo. Percy rise e annuì, facendo ridere anche gli altri. - Stavamo parlando con Harry e Ron. Così voi due siete cugini. In effetti, siete molto simili.

Percy guardò Harry. - Così gliel'hai detto? - gli domandò sorpreso. Non si aspettava che lo dicesse subito. - Comunque sì. Lo sapete ormai che non riusciamo a stare lontani per molto tempo. Ne avevamo bisogno entrambi. Dopo che per una settimana ho dovuto sentire le sue urla... é stato fantastico.

Connor gli rivolse un'occhiata comprensiva. Gli diede una pacca sulla spalla, sospiro. - Santi numi, amico, immagino - disse. - Se fosse successo a me, credo che sarei impazzito. Allison é la cosa più importante della mia vita.

Percy sentì le lacrime bagnargli occhi al ricordo dell'angoscia che provava ogni singolo secondo, prima di riportarla a casa. - Sì, é stato orribile, ma ora é qui. Sta bene - sospirò, sorridendo al pensiero del bambino. - Non permetterò più a nessuno, né a quel mostro né a nessun altro, di farle del male. La proteggerò con la mia vita se necessario.

Harry lo guardò in silenzio per qualche secondo. - Siete così fortunati ad avervi l'un l'altro. Vorrei avere qualcuno che mi ama così tanto - gli disse serio. Lanciò un'occhiata a Ron. - So che le persone che amiamo sono la nostra debolezza, ma anche la nostra forza. Senza di loro, non avremmo nessuno per cui lottare.

Percy annuì. Senza Piper, lui non sarebbe arrivato fino a lì. Dopo la morte di sua madre, la sua vita era andata a rotoli. Solo grazie a lei aveva trovato la voglia di lottare. Le era grato di tutto quello che aveva fatto per lui. Per avergli dato amore, conforto e carezze, di cui aveva ancora tanto bisogno.

Parlarono del più e del meno. Harry raccontò ai ragazzi le loro avventure degli anni scorsi. Anche Percy ascoltò con attenzione e si ritrovò a pensare che suo cugino e i suoi amici avessero coraggio da vendere. Affrontare Voldermort faccia a faccia nel cimitero? Cavolo, ci volevano gli attributi!

- AHHH! - un urlo lì interruppe, seguito dal suono di un bicchiere che cadeva a terra. Il cuore di Percy fece un salto e si precipitò da Piper, a cui appartieneva l'urlo. - Piper! - la chiamò. - Che succede?

Lei piangeva. Sembrò non sentirlo e indicò con la mano tremante il tavolo. - L-lui era lì - cercò di spiegare con la voce incrinata. Era terrorizzata. - Te lo giuro... - singhiozzo. - e-era proprio lì... - Percy la strinse tra le braccia.

- Sta tranquilla, piccola - la tranquillizzò, accarezzandole la testa. Le stampò un bacio sui capelli. Tremava tra le sue braccia e singhiozzava. - É il trauma, okay? Lui non é qui, principessa. Non ti farà più del male.

La lasciò singhiozzare. Le fece nascondere il viso nel suo petto e continuò ad accarezzarle i capelli. - Va tutto bene, amore mio - continuava a sussurrare piano. I ragazzi lo guardavano dispiaciuti. - Non avere paura. Ci sono io a proteggerti.

Quando finalmente si calmò, le prese il viso tra le mani e le asciugò le lacrime. - S-scusa - mormorò con la voce incrinata. Cercò di rivolgergli un sorriso ma non le riuscì molto bene. - Mi sono girata e ho visto quel mostro lì... ho fatto un disastro.

Percy le accarezzò una guancia e la guardò con amore. - Principessa, é normale, okay? - le assicurò. - Anch'io i primi anni dopo Gabe... me lo ritrovavo dappertutto. A scuola, a casa... é il trauma. Non avere paura, é un'illusione.

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