41. No words

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Dopo aver fatto le valige Michael e Jane partono di fretta e furia e prendono un aereo privato verso una rotta da Kane sconosciuta, tuttavia non fece domande, era troppo nervosa per parlare con Michael e lui anche.
Dopo tre ore di volo e un po' di macchina arrivano a Lewisburgh, nel west Virginia. Michael aveva una piccola baita in quel luogo, lontano dalla città urbana, da rumori e gente, vi era solo natura e nient'altro con spettacolari paesaggi e tanto verde.
Jane si guarda intorno e non si aspettava quella semplicità dopo aver viaggiato nel lusso fino adesso. No che le dispiacesse, anzi, preferiva di gran lunga questi lati misteriosi di Michael. Non appena rimangono solo nella baita, Jane si sdraia sul letto pensando agli eventi di quella giornata. Le mancava un po' di stabilità, il lavoro pomeridiano e le uscite con Stephany, ma d'altronde era con l'uomo che amava. Poi le ritorno in mente Jake e di come senza saperlo fosse stato in pericolo.
"A cosa pensi?" Chiede ad un tratto Michael guardandola di sottecchi mentre caccia dalla valigia un paio di pantaloni e una maglia.
"Niente" dice seccamente.
Michael si gira completamente verso di lei facendo un lungo sospiro a bocca chiusa. "Mi dispiace per prima, forse ho esagerato, ma ho avuto paura ed ero incazzato perché sei uscita con il tuo ex" dice quasi tutto d'un fiato Michael.
"Non fa niente" risponde Jane semplicemente.
"Hai fame?"
"No"
"Perché non ti metti comoda? Magari facciamo un bagno caldo. Ti va?"
"No grazie, sto bene così"
"Come vuoi... allora io vado a lavarmi, a dopo" dice Michael un po' rimasto male.
Jane non lo guarda nemmeno rimanendo con lo sguardo fisso sul soffitto. Pensava agli eventi che si stavano susseguendo, a come tutto scorreva veloce. Erano passati abbastanza mesi da quando stavano insieme lei e Michael, stavano per compiere un anno. Tuttavia, si chiedeva perché lui non si confidasse ancora del tutto con lei, perché ometteva le cose e poi quando si trattava di lei si arrabbiasse subito. Perché era ingiusto? E poi perché non si fidava? Jane chiamò Stephany. Le mancava.
"Ehi scema che fai senza di me?"
"Mi annoio Jane! Quando torni? Mi manchi"
"Anche tu..."
"Ehi hai una voce! Cosa è successo?"
"Adesso non posso parlare, ma sono successe delle cose per cui siamo in allerta"
"Addirittura? Certo che è faticoso essere la ragazza di Jackson!"
"Già... ultimamente litighiamo spesso, non ci vediamo quasi mai, poi ho incontrato Jake e Michael è furioso"
"Aspetta aspetta, Jake? Quello di Nashville?"
"Si, te ne parlai, lavora in albero"
"Ahia, il tuo primo amore, gelosone Michael!"
"Fosse solo questo"
"Perché dici così?"
"Dovremo un po' parlare Steph perché sento che andiamo avanti ma non ci capiamo fino in fondo e alcune cose devono cambiare tra di noi, sennò davvero non so cosa fare"
"Ma perché ti fa soffrire? Dimmelo che ti raggiungo e lo metto a posto io!"
"È complicato, forse perché col passare del tempo ci stiamo conoscendo di più"
"Ma tu lo ami?"
"Certo!"
"Allora già state a buon punto, ovviamente se per lui è lo stesso"
"Credo di si"
"Credi?"
"Beh... oi Steph devo andare Michael sta uscendo dal bagno"
"Va bene aggiornami!"
"Salutami Fred"
"Okay"
Michael ritorna in camera fresco e profumato con i capelli ancora un po' bagnati, si guarda intorno, tocca alcune cose ma si notava che volesse attirare l'attenzione. "Mi parli di Jake?"
"Ora non ho voglia" afferma Jane.
"Per quanto ancora avrai questo tono con me?"
"Per quanto mi pare, che c'è? A te è dovuto perché sei Michael Jackson e a me no?"
"Ma che dici? Ti ho chiesto scusa per prima"
"Non mi risulta"
"Scusa" dice secco.
"Ok"
"Fa come ti pare!"
Michael esce dalla stanza arrabbiato sbattendo la porta ed è così che Jane si lascia andare in un pianto. Sfoga tutto ciò che aveva represso. Il cuscino era impregnato di lacrime. Odiava quell'atmosfera pesante ma non riusciva a lasciar andare tutto così, senza una spiegazione, senza chiarimenti. Questa volta decideva lei di comportarsi così,proprio come faceva lui, chissà come avrebbe reagito Michael.
La ragazza va a farsi un bagno caldo poi indossa una camicia da notte abbastanza sottile e sexy e si mette a letto, ma di Michael ancora niente. Egli se ne stava nello studio a scrivere qualcosa sorseggiando un po' di bourbon. I cattivi pensieri che lo affliggevano scendevamo giù in testi che stava componendo. Gli veniva naturale canticchiare un 'smooth criminal'. Dopo un po' lascio andare e si mise comodo sul divano, forse avrebbe dormito lì stanotte, non sopportava minimamente la situazione che si era creata. Era steso, con un braccio dietro al capo e immaginava come si erano conosciuti lui e Jane, di come era diversa e come tutt'ora era capace di fargli andare in pappa il cervello. Ma poi pensò anche a Tatum, di come all'improvviso era ritornata e come gli avesse rubato quel bacio. Pensava alle sue uniche donne della sua vita che gli avessero davvero fatto provare qualcosa. Pensare non solo a lui e a qualcosa di diverso, non è il caso di Tatum. Oggi ha avuto tanta paura di perdere Jane, la sua Jane e adesso perdeva tempo a fare l'orgoglio so come suo solito, da un lato voleva salire da lei e fare pace, dall'altra non sopportava l'idea di lei che non lo avvisa o per altro, di uscire con altri ragazzi. Tuttavia era l'unico che le fosse mai stato così vicino, in un momento così difficile per lei. Le avevano ucciso i genitori. Cosa che non gli aveva mai detto. Perché? Quel perché iniziò a padroneggiare la testa di Michael ed ecco che gli rimbombó una delle canzoni da lui più amate " human nature".
"Basta non ce la faccio più!" Esclamò ad un tratto Michael. Doveva risolvere questa situazione o perlomeno alleggerirla un po'. Aveva passato già troppo tempo lontano da lei, dal suo corpo, dalla sua passione. Doveva fare l'amore con lei. Un senso di timore gli percosse l'animo, cos'era quella distanza tra loro? Non poteva accettarlo, ne ora né mai.
Jane stava riposando ma non dormendo, non ci riusciva, si sentiva troppo piccola in letto così grande e troppo sola. Aveva paura, si girava e rigirava nel letto. Era ormai notte fonda e Michael non saliva, aveva compreso che non la raggiungesse. Poi senti dei rumori, uno scricchiolio di porta e poi accendere l'abat jur sul comodino. Jane faceva finta di dormire, stesa a pancia in su con un braccio sotto al cuscino di Michael e il viso rivolto verso esso; una gamba era stesa, l'altra piegata. Si vedevano bene le sue forme. Michael la guardò per una manciata di secondi, la contempló finché non comprese che fosse sveglia ma che facesse finta. Ah si? E adesso ti faccio vedere io pensò Michael. Si sedette sul letto mentre continuava a guardarla, inizió ad accarezzarla con il dorso della mano poi con un dito la scoprì pian piano. Jane fece un lungo sospiro sotto gli occhi attenti di Michael. Ammiró la sua camicetta da notte che le risaltava il seno e le scopriva la maggior aperte delle gambe. Cominciò a baciarle il collo del piede salendo fino al ginocchio e Jane deglutì ancora con gli occhi chiusi. Michael passó all'altra gamba piegata che le dava accesso facilmente all'intero coscia che bacio particolarmente mentre si piegava su di lei. Jane era sempre con gli occhi chiusi ma aveva ben capito cosa stesse succedendo e non fece nulla per fermarlo. Anche lei lo desiderava, da sempre, e aveva capito che Michael già sapesse di lei che non dormiva. Le alzó di poco la camicia per leccarle l'inguine e le mutandine di pizzo, da lì Jane fece per inarcare la schiena mentre si contorceva piacevolmente. Poi si mise un braccio sugli occhi quando Michael sali su per la pancia cibo al seno coperto solo dalla camicia. Le fece scivolare le spalline sulle spalle accarezzandole la pelle lentamente e passo in rassegna il collo con la sua lingua calda mentre si insinuava tra le sue gambe. Una mano di Michael scesero giù, intimandosi negli slip e cominció a roteare. Jane si giró ed egli ne approfittó per baciarla mentre aveva ancora gli occhi chiusi. Si baciarono molto piano ma con passione, allo stesso ritmo dei loro movimenti. Ad un certo punto egli si sbottonó i pantaloni e si tolse il tutto, anche a lei. Le divaricò le gambe ed entró lentamente. Una volta riempiti dei loro segni, Michael inizio a muoversi baciandole il collo e accarezzandole una gamba avvinghiata alla sua schiena. Poi, si giró di botto facendola ritrovare su di se. Jane si muoveva tranquillamente senza fermare quel piacevole ritmo, gli baciava l'addome me le piaceva sentirsi stringere dalla sue mani per mantenerla meglio. Si abbassó completamente su di lui facendo aderire i loro corpi e inizió a muovere abbastanza velocemente il suo bacino su e giù mentre le sue natiche oscillavano all'unisono. Michael in quel momento sentì una sensazione unica, si rese conto di come ogni volta lei migliorava sempre di più a letto. E non solo perché l'amava. Questo lato di lei, così sexy e spontaneo era uno di quelli che lo mandavano in estasi, come dire, in pappa il cervello. I due facevano l'amore guardandosi senza dire niente, come se in quel momento le parole erano solo inutili. Ci pensava quel contesto a migliorare un po' le cose, a parlare di piu. Infatti, mai come quella sera si cercarono così tanto. I loro corpi pensavano ad esprimersi, cercandosi, amandosi, si intravedevano vari sentimenti. Ad un tratto Michael si alzó e si mise seduto dietro di lei. Lei era in ginocchio come se stesse toccando i polpacci. Michael si insinuò di nuovo in lei e ricomincio quella danza afferrandola per le piegature delle braccia. Si intromise con il volto nella sua clavicola facendo sentire addosso il suo respiro affannoso e palpitante ad ogni colpo diretto da lui. Jane respirava velocemente, sentiva il cuore andare fuori dal petto, forse non si era mai sentita così bene. Jane gemita rumorosamente e Michael sorride di rimando, felice di farla stare bene almeno in quel momento, poi ad un tratto le afferra i capelli, non troppo forte e la tira a se facendo scoprire la sua gola e baciandola avidamente. Si abbassa all'improvviso su di lei facendola stendere completamente di schiena, lei fa un urlo di piacere. La danza continua ancora per un po' finché Jane non ripensa alle sue problematiche e inizia a irrigidirsi. Michael se ne accorge ma non ha la minima intenzione di far rovinare quel momento così si impegna a farla rilassare, a darle piacere. Mentre si muove su di lei insinua una mano sotto il suo pube e ruota ininterrottamente baciandole il collo. Jane è troppo presa da quel piacere assurdo che urla di rimando lasciandosi andare completamente in un vortice di piacere e viene sotto di lui. Michael soddisfatto continua a pompare e dopo poco viene an che lui accasciandosi sopra di lei.
Sudati rimangono nudi nel letto uno di fianco all'altro, si guardano e si accarezzano senza proferire parola. Ad un tratto Jane inizia a tossire continuamente.
"Jane cos'hai?"
"Non lo so, mi sento la gola secca"
"Hai una tosse orrenda"
" mi sento anche il naso chiuso ma non ho nulla, non sento mughi"
"Vuoi che chiami un dottore domani?"
"No passerà"
"Va bene ma teniamo sotto controllo questa tosse"
"Okay, dice facendo altra tosse"
le alza il viso verso di lui per guardarla negli occhi. "Oggi ho avuto tanta paura di perderti"

Continua

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