13. The ghost of jelousy pt. 2

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"Si!, sono geloso! E allora?"
Jane spalancó gli occhi al solo percepire di ciò che aveva sentito. Non credeva alle sue orecchie mentre Michael la teneva stretta a se. Mille sensazioni si animarono nella sua pancia.
"Essere gelosi significa quella sensazione di rabbia, turbamento che, che..." Jane cercó conferma nelle parole di Michael riportando il suo concetto di gelosia, mentre pian piano si lasciava andare a quel momento che stava diventando più dolce e intimo. Le batteva forte il cuore e guardava ansimante le sue labbra. Michael faceva lo stesso ma ancora scosso di rabbia mentre le stesse sensazioni di Jane contagiarono anche lui.
"Si, si, turbamento, rabbia, furia. Ho voglia di chiuderti in una gabbia con dei lucchetti" affermó con decisione.
"Questo vuol dire che io, tu..."
"Che noi?" Chiese Michael perdendosi negli occhi limpidi e profondi di Jane.
Si stavano per baciare quando ad un tratto George fece la sua comparsa e Jane distolse lo sguardo da Michael, mentre lui continuava a guardarla cercando persino di ritrovare il suo sguardo.
"Jane, cosa succede?" Interruppe George.
Michael si giró di scatto quasi come fosse stato preso in fallo.
"N-niente, ho incontrato qui Michael per caso" affermó lei imbarazzata. E Michael per quanto contrariato mantenne la scena.
"Io sono qui con Fred, il mio amico" Jane alzó gli occhi al cielo sapendo da chi fosse il suo complice. Tuttavia, era segretamente felice.
"Ah, ottima scelta questo ristorante fa ottimi pasti!" Esclamó Geroge facendo finta di nulla. Poi il silenzio inizió ad essere imabarazzante.
"Ciao George! Anche tu sei qui?" Li raggiunse Fred.
"Si, ciao Fred, come va?" Chiede George gentile come al solito. "Noi tra poco andremo via, andiamo a prendere qualcosa da bere" fece sapere all'improvviso George circondando Jane per la vita e avvicinandola a se. Michael era palesemente nervoso e cercava di nasconderlo sotto uno strano sorriso beffardo di sempre.
"Ah ma guarda caso, anche noi vogliamo prendere qualcosa da bere, vero Fred?"
"Già, Michael ha avuto una bella idea"
"E dove andate?" Chiede nuovamente Michael.
"Non lo sappiamo ancora, la notte è giovane e magica" rispose ad un tratto Jane facendo le fusa a George. Si divertiva la ragazza.
'Ti stai divertendo eh stronza?' Le parole che si facevano strada nella mente di Michael.
"Ah, scusa hai sporco qui Jane!" Esclamó Michael appositamente per farla svincolare dalla presa di George. Michael si fece avanti cercando di distrarla sul vestito.
"Ma io non vedo niente"
"Jane ti dico che hai sporco qui" insistette Michael.
"Fammi vedere Jane" s'intromise George.
"Tu non vedi proprio niente!" Esclamó ad un tratto Michael girandosi verso George con aria da quei duri che si vedevano nei locali negli anni 50'. Egli era sul punto di crollare, non l'avrebbe lasciata un minuto di più nelle sue grinfie.
"Michael!" Esclamó Jane esterrefatta.
"Ehi che ti prende amico?" Chiese palesemente finta George, ormai l'aveva capito che non gli andasse molto a genio la loro uscita.
"Stavo scherzando!" Esclamó ridendo nervosamente come per nascondere il suo vero stato d'animo. "A volte scherziamo così vero Fred?"
"Ehm... già" rispose lui imbarazzato dal suo comportamento.
"Va bene, strano modo di scherzare ma va bene" aggiunse poi George.
"George che ne dici di andare?" Sollecitó poi Serena esausta da quella situazione.
"Certo dolcezza!"
Michael cercó di ricomporsi stando attento a non reagire a quella esclamazione. Dolcezza? Si rallentó un po' il colletto della sua camicia sentendo un fuoco venirgli da dentro.
George e Jane stavano per salutarli quando ad un tratto:
"Che ne dite di prendere qualcosa tutti insieme da me?" Ribattè Michael all'improvviso facendo rimanere basiti i presenti.
George guardó Jane come poter dire di manifestare il suo dissenso, l'esigenza di poter restare da soli. Ma Michael insistette e fu così coinvolgente da portarli tutti da lui.
"Allora George ti piace da qui il panorama?" Domandó Michael mette gli dava un margarita.
"Certo! È davvero figo, da quando abiti qui?"
"Più o meno da due anni"
"Ma so che sei ancora in tour Michael, è vero?"
"Si, dell'album Victory, tra un mese ricomincio"
"E quanto starai via?" Chiese George piuttosto interessato.
"Credo 6 mesi" rispose Michael guardandolo con la coda dell'occhio mentre cercava di capire la reazione di Jane. Cosa ne pensava Jane al riguardo?
"Ma se ho delle validi ragioni saró comunque qui ogni tanto, non faró sentire la mia mancanza!" Continuó Michael ridendo di rimando a George.
"Michael dove andrai?" Ecco che Jane gli fece finalmente una domanda. Le interessava?
"beh, in Europa e poi le ultime tre tappe a New York, Houston e Los Angeles" le disse guardandola attraverso uno sguardo da togliere il fiato, solo i suoi occhi parlavano. Jane non sembrava molto contenta di questa notizia, si limitava ad annuire. Fred se ne stava sul divano a bere il suo drink, era al quanto divertente quella situazione e voleva godersela così. Ad un tratto caló il silenzio è l'orologio segnava ormai l'una. Per George fu momento di andare, domani c'era lavoro.
"Ehi ragazzi, mi sa tanto eh adesso vi lascio, domani il gallo canta mattina"
"Vabbene, grazie George,buonanotte!" Esclamó Michael felice come una pasqua.
George rimase per un attimo turbato e dopo che salutó Fred, afferró la mano di Jane per dirle qualcosa da lontano. Michael ingoió nervoso alla vista di quella piccola confidenza che stava avvenendo tra loro. Moriva dalla voglia di sapere. Così senza pensarci troppo. Si mise di fianco a loro sorseggiando il drink.
"Quindi Jane vai anche tu via?" chiese George speranzoso.
Jane stava per affermare quando...
"No!" Esclamó Michael facendo girare tutto verso di lui. "Dico no perché ho bisogno di parlare con te Jane, se puoi aspettare 5 min"
"Va bene"
"Allora ti aspetto giù Jane io inizio a prendere la macchina" disse George.
"Ma tu devi andare? E vai, Jane non lo sa quanto tempo rimane" incalzó Michael indispettito.
"Scusa ma tu non hai detto 5 minuti?"chiese lei.
"Forse ci vorrà di più chi lo sa. Non te lo chiederei se non fosse importante"
"Ho capito, vabbè George dai rimaniamo che ci vediamo domani a lavoro"
"Almeno accompagnami alla macchina"
Jane decide di accompagnare George alla macchina. Nel frattempo Michael sta per andare con loro ma Fred lo ferma.
"Dove vai? Non credi di aver fatto già abbastanza? Sei ridicolo"
"Faccio solo ciò che è giusto"
Fred e Michael iniziarono a discutere. Jane salutava George.
"Mi dispiace che non abbiamo potuto prendere qualcosa da soli" ammette lui prendendole le mani.
"Beh si, non so cosa gli è preso questa sera... Michael un po' da scoprire"
"Sembra così protettivo e geloso"
"Non so che dirti davvero"
"Lui è davvero preso, e lo capisco"
"No, secondo me ti sbagli"
"Lo capisco invece, non puó sopportare l'idea di aver perso una stella come te" le dice accarezzandole il viso con un dito. Jane inizia a diventare nervosa non le piaceva tanto quella situazione.
George si avvicinava poco a poco e lei immobile. Michael dopo essersi liberato da Fred raggiunge velocemente i due e la sola vista della loro vicinanza lo mandó in escandescenza.
"Scusami Jane, non mi sembra giusto nei miei confronti, io ti aspetto sopra e tu sei giù da quasi mezz'ora, non è rispettoso. Potrete fare atti osceni anche domani" le incalzó umiliandola con la sua rabbia.
Lei lo fulminó con lo sguardo aprendo la bocca per la sorpresa. Avrebbe davvero voluto schiaffeggiarlo in quel momento. Quel freezer.
"Michael ci stavamo salutando, Jane non merita queste parole" prese le sue difese George.
"Grazie George, ma lascia perdere tanto ormai sappiamo quanto è stronzo" disse lei non curante tanto da mandare in bestia Michael.
"Come ti permetti di dire certe cose?" Le intimó lui.
"Mi permetto quando voglio, soprattutto con te"
"Michael, perché sei così duro con lei, cosa ti abbiamo fatto? Sei così strano oggi, quasi come un protetto dei boschi fantastico e poi la tratti così?" Osservó George.
"Senti George, vuoi la verità? Tu non mi piaci, non mi piaci per niente e presto Jane se ne accorgerà anche lei"
"Tu sei matto"
"E tu sei un mascalzone donnaiolo"
"Parli proprio tu?"
"Ragazzi adesso basta. George, buonanotte. Michael andiamo che già mi rompo alla sola idea di sentirti ancora"
George se ne andò. Entrambi salirono nuovamente in casa e iniziarono a discuotere animatamente. In tutto questo Fred li salutó e se ne andó a dormire.
"Sei ridicola, ti sei divertita quando ti imboccava?"
"Certo Michael, e con te che ribollivi di rabbia era ancora più divertente"
"Non osare ragazza, tu non sai chi sono"
"Ma chi cavolo sei? Solo un povero scemo hai capito?! Adesso vuoi dirmi cosa cavolo vuoi da me o posso andarmene?"
"Volevo dirti solo che sei una stupida e quello lì ci è quasi riuscito questa sera a metterti la lingua in bocca"
"E se pure fosse? Non puoi obbligarmi contro la mia volontà. Non puoi fare nulla, anzi ti chiedo gentilmente la prossima volta di lasciarmi in pace hai capito?!"
"Ma fai pure quello che cavolo vuoi, e io che ho perso solo tempo questa sera"
Jane si sentiva sotto pressione, si morse il labbro. Un gesto che catturó subito l'attenzione di Michael, anche tutto frizzante di rabbia. Lei si accorse del suo sguardo fisso su di lei.
"Beh? Che hai da guardare!?"
"Niente, sei seducente e allo stesso tempo innocente, mi fai impazzire ogni volta per la tua impertinenza ma poi ti mordi il labbro e... e..." Michael iniziava a balbettare con il respiro più pensatate mentre veniva sedotto dalla forza di attrazione di nome Jane. Il cuore della ragazza iniziava a battere più velocemente, e un vortice di emozioni miste le facevano mancare quasi il respiro. L'aria era pesante, più cercavano si resistersi e più soffrivano. Michael le accarezzó un braccio, un solo tocco e Jane dicentó ipersensibile. Lo sentì fino al basso ventre. La sua libido si crogiolava e urlava di desiderio. Cercó di distogliere lo sguardo.
"Perché non mi guardi?" Lei fece spallucce " non dirmi che preferivi quello di George"
"Uffa che barba, basta!" Esclamó lei irritata."sai un modo per zittirti con questa storia?"
"Si" annuì lui con sguardo deciso e determinato che avanzó diretto verso le sue labbra sorprendendola all'istante. Jane si prese un attimo per assorbire tutto il suo sapore che non provava da un po'. Poi lei stessa inizió quella danza mettendo in gioco subito la lingua, Michael non si tiró indietro e le reggeva il gioco, accarezzandola,palpandola, come se fosse un qualcosa di speciale e straniero su quella terra e lui ne era il beneficiale. La strinse a se e si buttó sul grande divano. Le bació il collo avidamente e Jane inizió a mugolare.
"Sei così sensibile? Interessante" disse tra un bacio e un altro. Si insinuó tra i seni baciandoli uno per uno. Lei non poteva credere a ciò che stesse succedendo, ma era troppo presa in quel momento. Non le dispiaceva l'idea che fosse un Michael a farlo rispetto a qualcun'altro. Egli era come soggiogato, drogato da quella donna è dal suo corpo, desiderata fin dalla prima volta. E adesso voleva godersi ogni momento. Le tiró su la gonna del vestitino e le accarezzò la cosca portandola su di sè in modo da apprezzare tutta la natica che seguì a testare. Poi, mentre le baciava il collo, si spostò di lato e infiló una mano nelle frazione mutandine di Jane. Il viso di lei si colorì di un intenso rosso e cercó di nasconderlo sotto ad un braccio, ma Michael era fin troppo impegnato in altro per accorgersene. Continuava a baciarla e cominció a stimolare il punto più sensibile della sua intimità. Jane venne a conoscenza di un nuovo piacere. Diverso da tutto. Lui continuó iperteso, senza fermarsi, poi ad un certo punto le infiló due dita dentro provocandone un grido che non si sarebbe mai aspettato. Si fermó, ma lei incitava a continuarlo. Lui non si fece turbare più di tanto e continuó, tuttavia si fermó prima che potesse venire. La ragazza rimase delusa e questo la irritó parecchio. Era visibile sul suo volto. Lui la guardava estasiato, quel leggero rossore, un po' la sua timidezza di quella situazione la rendevano ancora più sexy. Passó a baciarla nuovamente provocandone brividi per tutto il corpo. Le bacio punto, punto tutto il corpo scoperto dal vestito fino ad arrivare lì, al clitoride e ricominciare una nuova danza diversa dall'altra.

-Continua
-LG

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