45. I just can't stop loving you

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"Deve essere tolto di mezzo" affermó Dick.
"Non dire stronzate amico! Ho fatto di tutto per uscire da questa vita marcia e tu vuoi riportarmici?!" Esclamó Michael inorridito.
"Cosa vuoi fare? Hai capito quanto male ha fatto quel bastardo? E vieni a dire a me di riportarti nella merda"
"Dick, sangue genera altro sangue, che senso ha allora la mia denuncia?"
"Ci avevo visto proprio bene, tu sei puro di cuore Michael, scusa"
"Anche tu sei buono dentro, ma non lo vuoi capire"
"Non ci rimane che incastrarlo"
"E come?"
"Beh...dovrei costituirmi"
"Cosa dici? No, non ti ci mando in galera, piuttosto ci vado io"
Michael e Dick discutevano sul da farsi quando ad un tratto il cellulare di Michael cominció nuovamente a vibrare. Era Jane. Doveva rispondere.
"Jane"
"Dove cazzo sei?!"
"Jane, non allarmarti... sono dovuto ritornare a Los Angeles"
"E mi hai lasciata sola?!"
"No tra poco riparto"
"Sei uno stronzo Michael"
Jane attaccó la chiamata lasciando Michael con l'amaro in bocca. Cosa poteva farci? Aveva sbagliato. Di brutto.
"Era la tua ragazza?" Chiese Dick.
"Si... ed è incazzata di brutto"
"Beh immagino"
"Devo tornare"
"Michael forse un modo ci sarebbe"
"Che intendi?"
"Beh potrei informare un po' di uomini, usare la sua stessa tattica"
"Dick non lo so... facciamo che ci aggiorniamo. Tu sta attento"
"Dobbiamo far arrivare alla polizia il tutto prima che lui nasconda tutte le prove contro"
"Si ma dobbiamo capire come"
"Io non ti lascio solo Michael"
"Grazie Dick, ci vediamo tra due giorni"
Michael fa per andarsene pensando solo una cosa: ritornare da Jane, sebbene i sensi di colpa stavano lacerando già il suo cuore.
Dopo tre ore di volo arriva a destinazione. Ad aspettarlo una Jane incavolata nera e assetata di risposte. La cerca per tutta la casa, ma di lei nessuna traccia. Per un attimo si preoccupa che possa aver fatto una sciocchezza come era già capitato. All'improvviso gli viene in mente la terrazza. Va su a cercarla e la trova seduta sul muretto della mattina prima, mentre fumava una sigaretta guardando altrove con sguardo perso nel buio.
"Jane"
La ragazza non si gira nemmeno a guardarlo, aveva sentito i suoi passi. Fa un altro tiro di sigaretta e poi espira il fumo insieme alla sua rabbia, alla sua paura, alla sua collera che in quei giorni si stava tanto facendo sentire, e non solo per Michael, ma per l'ingiustizia che le fece la vita portando via i suoi genitori. Due persone che non centravano nulla, la loro unica colpa era di aver scelto lei durante l'adozione.
Michael si avvicina lentamente, poi alza un braccio verso di lei per portarla a se e abbracciarla ma Jane si scansa. "Dove sei stato?" Chiede ferma, fredda come il ghiaccio.
"Ho avuto un imprevisto"
"Quale imprevisto?"
"Mi sono incontrato con il mio amico Dick, quello che sparó al posto mio"
"E non potevi dirmelo subito?"
"Stavi dormendo così beatamente che non volevo farti preoccupare"
"Intanto mi hai fatto stare male lo stesso" afferma lei guardandolo negli occhi mentre scendeva dal muretto con un salto. "Mi sono preoccupata comunque! Ho avuto paura, non rispondevi alle cazzo di chiamate, nemmeno un messaggio, nulla per farmi almeno capire che stessi bene" spiegava Jane con rabbia.
"Ho capito Jane, mi dispiace, cosa posso dirti?! La prossima volta ti avviseró!" Esclamó Michael sotto pressione.
"Che c'è? Adesso non posso nemmeno dirti nulla? Cosa sono io per te?! Vuoi capirlo o no che anche io ci sono dentro?! Quel bastardo mi ha ucciso i genitori! Non è stato mio fratello!" Esclamó ad un tratto scoppiando a piangere.
"C-cosa stai dicendo?"
"Quello che ho detto! È venuto qui mio fratello"
"C-cosa?! Tuo fratello? Ed è un uomo di Bob?!"
"Lo ero" si sente all'improvviso una voce spuntare dall'altra parte della terrazza. Un uomo più o meno della stessa età di Michael si avvicina con una valigetta.
"Fermo!" Esclamó Michael sulle difensive."che storia è mai questa?!" Chiese Michael nervoso a loro due.
"Lui è Stephan, mio fratello maggiore" spiegó Jane mentre cercava di non piangere.
"Hai fatto venire qui un estraneo Jane?" Chiese Michael sul punto di esplodere.  "Jane? Rispondi!"
"Sta calmo, vi ho trovati io! Ho qualcosa che può servirti per incastrare Bob" gli incalzó Stephan.
Michael era titubante ma non poteva che stare a sentire le sue spiegazioni. Ma prima di tutto, lasciò per un attimo il ragazzo li dov'era avvicinandosi a Jane frettolosamente in modo che non scappasse da lui e le cinse le guance. "Mi dispiace, amore. Mi dispiace. Ti prego perdonami"
"Mi hai fatto preoccupare Michael, non farlo mai più" sussurró Jane con voce spezzata. In quella giornata Michael non sapeva quante volte avesse visto piangere una donna.
I tre si misero a tavolino a parlare.
"Allora, mi spieghi chi sei?" Chiese Michael serio e abbastanza burbero.
"Sono il fratello della tua amata"
"Questo l'ho capito. Perché sei qui? Cosa vuoi da noi? E perché non sei stato tu ad uccidere quelle persone?"Michael era ansioso di scoprire tutto e mettere fine a quella storia una volta e per tutte.
"Quando i genitori adottivi di Jane morirono io ero in Europa per sbrigare dei lavori sporchi di Bob. In più non sapevo lei che fine avesse fatto. Fummo separati praticamente da piccoli, quasi mi dimenticai di lei. Poi un giorno scopro delle cose nello studio di Bob inquadrando una foto di Jane. Chiedo spiegazioni ma lui niente, ho dovuto indagare, era strano che Bob fosse diventato ricco in così poco tempo, amministratore delegato di una grande azienda editoriale"
"Mi stai dicendo che con la loro morte lui è salito al potere?" Chiese Michael.
"Esatto, l'ho scoperto mesi fa... perdonami Jane avrei dovuto cercarti, farti sapere di me, ma non era un granché acquisire un fratello delinquente" chiese perdono Stefhan alla sua sorella più piccola.
"Ci sarà tempo per parlarne, adesso fai una cosa buona nella tua vita per una volta" gli rispose impassibile Jane. Quasi senza dolore.
Stephan continuó a spiegare. "Da quello che sono riuscito a estorcere dagli uomini che si trovavano con lui quella notte, Bob li ha obbligati a cambiare il testamento mettendo lui a capo dell'azienda"
"E la polizia non ha trovato questo così strano? Dato che non è un parente diretto?"
"No, perché già faceva parte del consiglio di amministrazione e poi aveva un alibi, era con la sua ragazza"
A quelle parole Michael andó subito in escandescenza. "È una stronza! Non posso crederci che l'ha fatto"
Jane trovó subito strano quell'affermazione. A chi si riferiva?
"Di chi parli?" Chiese subito spiegazioni Jane.
"Di nessuno." Le tappó Michael subito la bocca.
"Senti..." Jane stava per ribattere ma Stephan si intromise.
"Ehi bello modera i toni con mia sorella hai capito?!"
"Solo adesso ti ricordi di una sorella? Dov eri fino adesso?"
"Tu di certo non puoi parlare per le minchiate che hai fatto"
"Oh vedo che ti sei informato quindi sta attento" minacció Michael con tono fermo.
"Basta smettetela. Con chi cazzo sono capitata?! Andate al diavolo tutti!" Esclamó Jane esasperata. Si rinchiuse in camera e ricominció a fumare. Quella fu la volta che prese il vizio di fumare. Voleva ritornare alla sua vecchia vita. Perché Michael la trattava così da schifo? E chi era la donna a cui si riferiv? Perché non la considerava? Voleva sparire in quel momento.
Michael cercó di inseguire Jane ma Stephan lo bloccó per un braccio. "So chi è quella donna. E anche tu la conosci bene" gli fece sapere Stephan.
"Ma come fai a sapere certe cose?"
"Inizialmente anche io ero lì ma non mi conoscevi. La donna non la conosco, ma so che ci è stato qualcosa tra di voi. Come so che tu hai ucciso un uomo."
"Beh non sai tutta la storia allora"
"Allora, ho bisogno di saperla"
"Adesso ho cose più importanti"
"Spero non ti dispiaccia se rimango qui, sai com'è sta cercando anche me, non ci metterà tanto a scoprire che l'ho tradito"
"Va bene, ma guai a te se fai un passo falso. Ti uccido sei fai del male a Jane."
"Questo lascialo dire a me. Se la fai soffrire per quella lì, considerati un uomo senza palle"
"Non capisco"
"Oh io capisco bene invece... cos'era tutta quella considerazione, quella rabbia prima? Qualcosa mi dice che tu la senti ancora"
Michael si sentì alle strette, era la prima volta che accadeva ritrovarsi con qualcuno che la sapeva più lunga di lui. "Cosa stai dicendo?"
"Ho le mie informazioni Jackson, so che ti ha raggiunto a New York qualche mese fa, non negarlo. Perché è qui?"
"Si, si è fatta viva, ma non preoccuparti. A Jane ci tengo davvero"
"Buon per te, io ti ho avvisato." Gli incalzó Stephan con sguardo aggressivo, poi cambió discorso. "Dobbiamo parlare del contenuto di questa valigetta"
"Possiamo farlo domani?  Vorrei stare un po' con Jane"
"Ci vediamo domattina presto"
"D'accordo"
I due non si salutarono nemmeno, non erano molto felici di quel rapporto. Michael raggiunse Jane in camera ma questa era chiusa a chiave. "Jane, apri la porta"
"Dormi da un'altra parte. Voglio restare sola questa notte"
"Non dire fesserie!"
"Vattene"
"Jane sfondo la porta. Apri ho detto!"
"Vaffanculo tu e le tue maniere del cazzo,se non cambi atteggiamento ti lascio"
"Jane, non fare la bambina. Apri!" Michael si stava arrabbiando. Lui voleva chiarire, chiederle scusa e adesso quella che alzava un muro era lei.
"Tu questa notte non entri!"
Michael ad un tratto, ebbe la brillante idea di arrampicarsi per il balcone. Andò su in terrazza e da lì, poco a poco riuscì ad arrivare al balcone della loro camera. Vedeva Jane vicino alla porta controllare nella serratura della porta se se ne fosse andato. A quella vista, Michael fece un mezzo sorriso divertito ma poi tornó serio. Si era da poco spogliata e indossava un pigiama carino, con delle fantasie a puá e del merletto nero intorno a bordi, le scopriva le gambe mettendole in risalto anche il seno, tutto questo adornato una splendida vestaglia corta dello stesso colore. La guardava a raggi X bagnandosi di poco le labbra con la lingua. Doveva chiarire con lei, non poteva sopportare di starle lontano, e l'unico modo che conosceva era quella di prenderla e farla sua, per avere la sicurezza che scegliesse sempre lui.
Michael entró con un calcio nella stanza aprendo in un solo colpo la porta finestra. Jane si spaventó senza aspettarsi di vederlo lì, per lei, pronto per farla andare sulle stelle. Lo sguardo era quello lo aveva riconosciuto. L'unico che avrebbe sempre saputo identificare. Il suo sguardo la inchiodava, la faceva ansimare solo per la bellezza che riusciva ad emanare, comunque sia non si lasció travolgere e diede l'idea di resistere lanciando uno sguardo di sfida.
"Ho detto che voglio rimanere da sola"
"Tu stanotte rimarrai con me"
"Beh allora vado via io"
Jane si sbrigó ad aprire la porta ma Michael fu più veloce di quanto pensasse e la rinchiuse in colpo chiudendola nuovamente a chiave, nel frattempo Jane si dirigeva verso il balcone per scappare. "Questa volta non vincerai tu" disse Jane.
Michael la bloccó per un braccio e la strinse a se. Si guardarono intensamente respirando appena. Egli aveva il respiro corto, caldo che toccava la pelle tremante di Jane. Jane senza pensarci due volte pestó il piede di Michael recandogli dolore. Così, si liberó dalla sua morsa e scappó verso il balcone. Cercó di arrampicarsi e riuscì anche lei a raggiungere la terrazza. Una volta scesa da lì si ritrovó faccia a faccia con Michael. "Jane, non sfidarmi, non mi conosci del tutto"
"Infatti non ti conosco"
"Eppure tu sei l'unica che ha visto il mio cuore"
"Ma non mi consideri, mi tratti come una bambina. Sono stanca Michael" disse seria.
"Parliamone"
"Ora sono io che non ho voglia, non voglio dirti nulla come tu fai con me"
"Non essere ridicola"
"Sei patetico"
Michael non la lasciava passare, erano in due linee parallele. Egli si avvicinava e lei si allontanava. Michael, ad un certo punto, si stufó del gioco che stava facendo durare troppo. "Jane, ora basta. Se vuoi chiarire facciamolo ora oppure tieniti le conseguenze. Sono stanco"
"Fai quello che ti pare!" Esclamó lei alzando le mani al cielo mentre sorrideva dal nervoso. Michael rimase fermo annuendo alla sua risposta così fece per andarsene rimanendo di sasso Jane. Sparì totalmente dalla sua visione. Passarono alcuni minuti, poi decide di lasciare anche lei il terrazzo, amareggiata per come era finita, forse poteva fare un passo avanti, tuttavia si era anche arrampicato pur di parlare. Si ritrovó a svoltare l'Angolo delle scale quando Michael la prese come un sacco di patate riportandola in terrazza. "Adesso non mi scappi. Sei mia"
"Lasciami!"
"No, e sta zitta che c'è tuo fratello e le guardie del corpo che sentono!"
"Non me ne frega un cazzo"
"Sta zitta o ti faccio vedere io"
"Minacci anche adesso?"
"Vuoi vedere?!"
"Sono pronta!" Esclamó lei.
Michael la fece scendere di colpo bloccandola tra lui e il muro in terrazza. Senza pensarci un istante le infiló una mano nelle mutandine e con due dita le toccó la sua intimità constatando come fosse bagnata. Jane gemettè all'istante. "Oh si che lo sei amore mio" le disse prendendole il mento e baciandoglielo. "E l'idea che tu stia così per me mi fa diventare pazzo"
"Toglimi le mani di dosso"
"Lo vuoi davvero?" Chiese Michael cominciando a stimolarla proprio lì. Jane era senza parole. Mancava poco che venisse tanto che quella situazione la eccitava. Dopo svariati secondi Michael si fermó capendo che stava per venire. Lesse il volto contrariato di Jane e non sapeva se ridere, arrabbiarsi o eccitarsi ancora di più. "Perché mi guardi così? Sei tu che hai detto levami le mani di dosso" Le incalzó lui con sguardo beffardo.
"Non osare prenderti gioco di me! Si l'ho detto e lo ridico, non toccarmi"
"Va bene" disse sollevando le braccia.
"Io vado"
"D'accordo"
"Non mi seguire"
"Come desideri"
"Non prendermi alla sprovvista"
"Non preoccuparti"
Jane stava per andare nuovamente senza sapere se facesse sul serio oppure no. Fortunatamente per lei, faceva finta e Michael non le diede nemmeno il tempo di fare un passo che la bloccó completamente al muro sbattendola appena. "Tu stasera sarai mia"
"Non perché lo vuoi tu"
"Perché lo vogliamo io e te" continuò lui. Michael si avvicinò a lei per baciarla e questa volta Jane non fece forza. Il bacio finalmente ebbe luogo ed è come se si fosse sprigionata l'energia di una stella. Le lingue di unirono in un vortice fatto di passione tanta voglia di appartenersi, lì, non importava dove. Insieme davano vita alle parole che usiamo per descrivere l'amore; sono la luce del faro che ti salva dalla deriva, il fuoco che arde e alimenta la voglia di vivere. Loro sono vita in quel momento, nel futuro prospettato da tante favole e libri raccontati.
Michael si abbassó per baciarle le gambe fino ad arrivare ai pantaloncini che sfiló. Le leccó l'inguine, l'interno coscia, finchè non passó a toglierle gli slip. Si alzó verso di lei e si strinse di più per farle sentire la sua eccitazione. "Guarda cosa mi fai ogni volta" le sussurrò all'orecchio mentre le baciava il collo e la mascella. Jane in quel momento si lasciava andare ad ogni piacere. Alzò spontaneamente la gamba avvinghiandosi a lui. Michael si sbottonó i pantaloni togliendoseli del tutto, nel frattempo lei lo aiutava a togliersi la camicia. " non penserai mica di rimanere con questa vestaglia!" Esclamó gettandola a terra e partì a leccarle la clavicola fino a scendere sui seni coperti dal top del pigiama. "Neanche questo serve" le disse sfilandoglielo. La guardó per un attimo, deliziandosi di quei fantastici seni che passó subito in rassegna. Jane gemitava a più non posso. Infine, Michael inizió a strusciarsi verso il suo basso ventre facendola arrivare subito. Ma non finì lì. La prese in braccio per il sedere ed entrò facilmente dentro di lei dato che venne poco prima. Fecero l'amore per svariato tempo. La cognizione si annullò, tutto il contesto si annulló a loro, alla passione, al fuoco che ardeva le loro anime fin dalla prima volta che si incontrarono a quella festa. "Vieni per ne piccola"
"Non so se vengo di nuovo"
"Vieni!"
Jane venne per la seconda volta seguita poco dopo da Michael che subito uscì fuori. Egli la mise a terra ed entrambi avevano il fiato corto. Si guardarono, risero e poi un bacio dolce circondó le loro labbra. "Scusami amore, in questi giorni sono stato una schifezza con te. Non voglio che mi lasci, ti prometto che cercherò di cambiare" le disse guardandola negli occhi profondi.
"Ti amo Michael. Non posso smettere di amarti"
"Oh Jane, il solo pensiero di te mi da pace in una realtà di guerra" l'abbracció a se "ti amo, Jane, ti amo!"

Continua
~Liberian Girl

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