Michael scrisse alcune frasi su un foglio cancellandone e riscrivendole per almeno tre volte di fila mentre altri pezzi di carta erano sparsi di qua e di là. Era solo in casa e Fred sarebbe tornato a momenti. Il Victory Tour sarebbe ricominciato a breve dopo una pausa. E lui nel frattempo si dedicava ad altre canzoni poiché dopo la fine del tour aveva intenzione di dedicarsi interamente alla sua carriera da solista.
"Mike, sono tornato"
Fred si presentò con due pizze e una Coca-Cola.
"Ehi vedo che sei riuscito a prenderle"
"Si anche se c'era una folla"
I due si prepararono per mangiare...
"Michael, hai più rincontrato Jane?"
Fred gli chiese di Jane e non appena lui sentì quel nome ricordó come gli diede fastidio l'ultima volta.
Jane aveva un carattere impossibile, non gli permetteva di dire nulla che subito lo trattava in modo superbo. Pensava e ripensava che quella lì avrebbe avuto una lezione da lui che non si sarebbe più dimenticata. Lui era un ragazzo con tanti difetti, ma lei non aveva la minima idea di come l'aveva urtato. Egli credeva che fosse un peccato che una ragazza così bella, semplice ma allo stesso tempo da togliere il fiato, diversa dalle altre potesse essere così. Tuttavia la desiderava più di chiunque altro. Jane avrebbe pagato la sua arroganza e superbia proprio in quello in cui voleva sembrare forte e difficile. Pensó che l'avrebbe conquistata in tutti i modi possibili e inimmaginabili, solo per arrivare al suo scopo, solo per portarla a letto, solo per darle una lezione, farla essere vittima del suo stesso peccato. Disse che non ci sarebbe mai stato con lui? Che lui non era il suo tipo? Bene, si apri una sfida inconsapevole per lei. Le avrebbe fatto vedere lui. Almeno così pensó Michael. Ma come ho detto a volte siamo vittime dei nostri stessi peccati, ci si ritorciano contro.
"Si, e sono più determinato che mai a conquistarla" esclamó senza giri di parole.
"Bene, bene, bene... forse é le volta buona che ti faccia mettere a posto la testa!"
"La conquisterò solo per portarmela a letto e dargli una lezione"
"Cosa?"
"Hai capito Fred, quella mocciosa dovrebbe abbassare un po' la cresta, nella sua serietà è una ragazza solo arrogante e superba"
"E sentiamo, tra tanto proprio da te avrà una lezione di vita? Tu che sei il più arrogante che conosca?!"
Fred lo disse in un modo al quanto altezzoso.
"Si Fred e non capisco perché tu ti scalda tanto"
"Perché sei incoerente "
"Incoerente io? Ma ti senti?"
"Ah ci rinuncio fa quello che cavolo vuoi, poi quando te ne pentirai mi darai una voce"
"Una cosa?"
"Mio nonno così diceva"
Michael continuò a mangiare la sua pizza e Fred fece altrettanto. Passó una mezzoretta e i due decisero di uscire e andare a ballare. Andarono in una discoteca comune della città e Michael fu costretto a travestirsi me lo fece con piacere, quella sera voleva assolutamente divertirsi e non pensare e niente e così fece. La pista non era colma di gente e dopo aver preso un gin tonic egli si fece trasportare dalla musica disco che in quel momento riecheggiava nel luogo. Fred rimase seduto a parlare con dei ragazzi mentre una ragazza formosa e maliziosa lanciava degli sguardi languidi a quella persona che ballava spontanea. Lui se ne accorse, e credeva di conoscerla... qualche sua vecchia avventura?
La ragazza lo raggiunse e lo invitó in qualche cosa di più coinvolgente iniziando a ballare con lui. La pista inizió a riempirsi e i due decisero di andare in un posto più appartato.
"Ti ho riconosciuta dal tuo solito sguardo felino" esclamó Michael mentre si accendeva una sigaretta.
"Io dal tuo modo di ballare"
"Non è una novità"
"Beh ricorda un po' quello che facevamo a letto tempo fa"
"Vedo che sei rimasta la stessa"
"Perché tu no?"
"Tu che ne pensi?" Le chiese tirandola a se e palpandole una natica.
"Beh... non so se sei cambiato sotto quel punto di vista, io sono ancora per quel divertimento"
"Anche io dolcezza"
I due si baciarono e si goderono quel momento appartato, e in poco tempo consumarono il loro rapporto. Passó un'oretta da quel rapporto e Michael e la ragazza raggiunsero Fred e gli amici. Fred che lo vide, capì subito e pensó che forse non sarebbe mai cambiato, non perdeva mai occasione di dire si.
Nel frattempo quella serata decise di cambiare le carte in tavola e fece il suo ingresso una Jane vestita da un vestito corto nero in parte di pizzo e scollato sulla schiena che le risaltava il seno coperto fino al collo, dei tacchi fini ma non troppo eleganti da far stimare le sue gambe da urlo, un'acconciatura tirata in alto le risaltava i lineamenti semplici del viso, in particolare gli occhi truccati in modo impeccabile. Con lei vi era anche la sua amica Stephany, a sua volta bella ma non troppo eccentrica. Michael non appena vide Jane provó una strana sensazione, come se non fosse già abituato a vedere delle donne che sanno mettere in mostra la loro bellezza. Michael fece cenno a Fred.
"Guarda!"
Fred si giró e rimase colpito. L'amica di Jane non era male. "Amico, credo che ci proverò con Jane stasera, è uno schianto"
"Non dirlo neanche per scherzo, lei è mia" gli intimó Michael serio.
"Chi te la tocca, volevo vedere come reagivi... l'amica è una bella gnocca"
"Puoi prendertela"
"Ma chi ti credi di essere?! Quella è mia, l'altra la puoi prendere... io faccio quello che voglio è chiaro?" Commentó Fred infastidito.
"Fred che ti prende? Sei già ubriaco?"
"No, mi sono solo rotto i coglioni! Credi di poter fare quello che ti pare con le persone, che le persone che ti vogliono bene stiano a tuoi comodi... guardati intorno e dimmi chi vedi oltre me che ti parla così! Nessuno. Abbassa la cresta Jackson, ma almeno con me. Ora se non ti dispiace vorrei ballare, stasera ognuno si fa la propria serata, non mi aspettare torno da solo."
"Come cazzo vuoi!" Gli urló Michael arrabbiato tanto da uscire fuori a fumare. Fred nel frattempo finì il suo drink e rimase con altri ragazzi.
Jane e Steph intanto sorseggiavano il loro japan ice e scambiavano alcune chiacchiere con dei ragazzi che si avvicinarono a loro. Stephany andó a ballare mentre Jane preferì sedersi ad un tavolo fuori il locale insieme ad un ragazzo che si dimostrava interessato ad ogni sua parola.
"E quindi siesta sera sono qui a ballare con la mia amica" continuó Jane il suo discorso.
"Solo che tu sei qui fuori, non ti piace ballare?"
"Si certo! Solo che questa sera non mi va tanto, sono venuta sono per non stare a casa, mi annoiavo di più"
"Sei davvero molto carina Jane, vorrei conoscerti meglio" le disse senza staccarle gli occhi di dosso percorrendo la sua figura perfetta.
"Aaah, grazie..."
"Sei anche timida, chissà che la sotto non si nasconda una grande avventuriera" le disse il ragazzo con fare malizioso.
"Mmm no guarda sei fuori strada, non sono né timida ne altro, è solo che sono abituata a questi complimenti da rimorchio" gli disse Jane cruda e sincera. Il ragazzo rimase colpito e agì come se la cosa fosse ovvia. Si lanció su di lei baciandola in modo rude posizionandosi tra le sue gambe. Jane gli molló uno schiaffo.
"Cosa cazzo fai?!"
"Ehi che ti prende? Pensavo che anche tu volessi"
"Io non voglio un bel niente e pure sono stata chiara, sei poi sei un imbecille non è colpa mia" gli disse per poi andarsene ma il ragazzo l'afferrò per un polso intento a non essere trattato così.
"A chi hai detto imbecille eh?" Le domando avvicinandosi di nuovo alle sue labbra.
"A te brutto stronzo" il ragazzo fece per strattonarla e iniziò a minacciarla. Ad un tratto...
"Ehi" due colpetti sulla spalla fecero girare il ragazzo quando gli arrivò un pugno in pieno sulla faccia.
Jane non poteva credere a quella scena. Un ragazzo vestito in modo sexy ma dall'aria misteriosa perchè nascosto da occhiali e cappello con dei baffi, buttó a terra il tizio che strattonava Jane con un solo pugno. Chi era? Si domandò Jane.
"Ha detto lasciala in pace, sei sordo? Non azzardarti più a toccarla o sei un uomo morto"
"Questa me la paghi chiunque tu sia! Sei un vigliacco aggredirmi alle spalle e non farti neanche vedere in faccia"
"Non ti conviene sfidarmi"
Gli intimó il ragazzo.
Quello a terra fece per rialzarsi e andó subito dentro.
"Ti ringrazio" gli fece sapere Jane al ragazzo che l'aveva aiutata.
"Di nulla baby" in quel momento fece per rivelarsi.
"Michael? Ma che ci fai qui?!"
Jane non credeva ai suoi occhi, l'uomo che l'aveva eccitata di più in vita sua era lì. Quando le sorrise il cuore iniziò a batterle inspiegabilmente. Una sensazione di piacere fece sorridere anche lei.
"Ciao anche a te" le disse. Quella ragazza non faceva altro che incuriosirlo. Ogni volta di più. Tuttavia questo non lo fece distogliere dall'intento che aveva nei suoi confronti.
"La stessa domanda potrei farla a te"
"Io sono con Stephany"
"Io con Fred, beh... ero, abbiamo litigato"
"Oh, anche lui non riesce a sopportarti?" Eccola lì, Michael si chiedeva dove fosse finita la sua insolenza, Lennon tardó ad arrivare.
"Vedo che anche questa sera sei antipatica"
"Io non sono antipatica"
"Certo che lo sei"
"Senti questa sera mi scoccio di discutere con te... prendiamo qualcosa?" Cosa? Aveva detto proprio così? Le orecchie di entrambi captarono qualcosa di insolito. Michael rimase di stucco della sua proposta mentre lei non riusciva a capire perché la sua bocca non riuscì a frenarsi in quel momento.
"Volentieri"
"Offro io, è il minimo dopo il tuo aiuto"
"Macché dopotutto sono un gentleman"
I due raggiunsero il bancone del bar e ordinarono due Martini.
"Beh questo però non significa che verrò e letto con te sia chiaro"
"Sempre superba"
"No coerente ;)"
"Se avessi voluto in questo momento già saresti stata mia fidati!"
Michael non perdeva mai il momento di tenerla testa.
" secondo me ti stai giustificando...forse sei rimasto in bianco anche questa notte"
"Oh per niente, sono prima con quella lì" le indicó Michael in ragazza che era seduta con alcune persone. Jane le diede fastidio. Ma perché?
"Beh, e come mai sei con me?"
"Forse perché mi hai invitato a prendere un drink?!"
"Non ti scocci di stare con una che ti dirà sempre no?"
"M'intrighi... e quando ti guardo negli occhi..." Michael diede via al suo intento: quella di conquistarla e portarsela a letto.
"Mi fai venir voglia di rimettermi in gioco per davvero con una donna"
Jane rimase sorpresa da tale frase. Di sicuro non aveva mai sentito dirsi una cosa del genere. Quelle parole suonarono una dolce nota di felicità per il suo cuore, ma non voleva fidarsi.
"E allora perché non lo fai?"
"Perché anche se ci provassi non mi lasceresti avvicinare" le disse con fare ovvio.
"Mah... mai dire mai"
Michael rimane interessato dall'ultima frase girando di poco il capo a mó di ammirazione.
"Beh allora che ne dici di andare via di qui? Ti porto a vedere una cosa..."
Lei lo guardò con sospetto.
"E no non ti preoccupare, noi ho intenzione di provarci in quel senso, giuro"
"Mmm d'accordo, voglio fidarmi"
"Brava bambina, allora andiamo"
"Aspetta vadobad avvisare Stef"
"Ok ti aspetto qui"
Jane andó ad avvisare Stephany ma quando ritornó da Michael non sembrava una scena tanto serena quella: a poco ci sarebbero stati dei feriti.
Il ragazzo che è stato preso a pugni da Michael si era presentato lì fuori con altri due ragazzi con tutta l'intenzione di vendicarsi.
"Visto che prima non era lecito, ho pensato di rimediare"
"Non sai contro chi ti stai mettendo bello"
"Contro Jackson? Il ballerino, e allora?"
"Non ti conviene... e poi non sono solo"
Disse Michael con uno sguardo che fece preoccupare Jane, pensó a cosa significasse ciò. Jane senza pensarci due volte si mise in mezzo ai due
"Non pensateci nemmeno, dovrete passare su di me"
"Jane levati, non voglio che tu corra rischi"
Senza dire altro, uno dei ragazzi buttó a terra Jane per farla spostare mentre il ragazzo avversario si scaraventó contro Michael. I tre si misero a picchiarlo insieme quando ad un tratto tre soggetti vestiti da smoking particolari accorsero in suo aiuto mettendo ko i tre ragazzi che si dileguarono.
"Vigliacchi" sussurró lui dolorante dopo aver dato un ultimo pugno al ragazzo prima di scappare.
"Grazie ragazzi, siete davvero unici" ringraziò Michael quelle persone. Ormai lo conoscevano tutti, anche tra i gangster gli portavano rispetto. Ma perché? Di sicuro non per la sua fama da star internazionale.
Jane non riusciva a capire e questo quasi la spaventava, ma non voleva pensarci. Aveva il fumetto che le faceva male, ma Michael era il più malconcio. L'alzo con un solo braccio dopodiché andarono alla sua auto.
"Sei ridotto piuttosto male... andiamo a casa mia così ti disinfetto le ferite"
"No dai sto bene, vorrei farti vedere quel posto"
"Potremo sempre vederlo un'altra volta. Adesso si fa come ho detto"
Guidó lei fino a casa sua, aiutó Michael a farlo scendere per poi entrare in casa.
"Ahi brucia, fai piano"
"La prossima volta lasciavi perdere!" Lo ammonì lei picchiettando L'ovatta sulla fronte. Vi erano alcuni tagli e un livido rosaceo. Jane lo curó come una mamma si prende cura del proprio piccolo. Michael rimase quasi catturato dai suo gesti, il modo in cui lo stava aiutando. In fin dei conti non era poi così male. Ma proprio non riusciva a sopportare quella parte superba di lei.
Jane finì il suo lavoro e lo guardò per il lavoro bene fatto concludendolo con un cerotto all'angolo del sopracciglio. Ad un tratto si ritrovarono a pochi millimetri di distanza con gli occhi che si incontrarono in un vortice di emozione. Michael combatteva all'impulso di baciarla mentre lei si chiedeva perché non lo facesse.;Continuaaa
Liberian Girl
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Who's Bad?
FanfictionATTENZIONE: SCENE DI SESSO DESCRITTO. Ragazzo cinico e diffidente dal passato non facile, s'imbatte in una ragazza intrigante capace di sconvolgere il mondo di certezze da lui costruito.