8. Butterflies

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Verso le 15:00 Jane terminó il suo lavoro e come concordato prima aspettó Michael su un pianerottolo. Egli non tardó a venire.
"Ehi polpetta!"
"Polpetta?"
"Si polpetta" disse lui guardandola come se niente fosse.
"Tra tanti nomignoli perché polpetta?"
"Perché quando ti vedo mi fai venire fame" 'fame da mangiarti tutta, farti mia nello stesso istante' pensó Michael subito dopo.
"Mmm non so se prenderlo come un complimento oppure un'offesa" disse lei sospetta.
"Facciamo così, non ci pensiamo e andiamo!" Esclamó afferrandola per la mano e andando verso L'ascensore.
Dovevano salire parecchi piani. Al momento erano da soli. L'atmosfera stava diventando abbastanza calda, soprattutto non appena egli iniziò a vagare con i suoi occhi sul corpo di Polpetta. Era una statua greca perfetta, da ammirare, contemplare, toccare. Ogni cosa gli stava passando nella mente da farle. Eppure era stato con tantissime donne, non riusciva ad avere la ben che minima ragione per cui ella fosse così diversa, seducente ma allo stesso tempo innocente.
"Guarda che ti vedo"
"Anche io.." le fece sapere lui.
"Mi imbarazzi così"
"Così come?" Disse avvicinandosi a lei mentre si girava.
"Così!"
"Così?" Le chiese mentre le si avvicinava con il viso diretto verso le sue labbra. Lei chiuse gli occhi ma ad un tratto l'ascensore si fermó ed entrarono alcune persone salutando Michael nonché una ragazza al quanto formosa.
I due si allontanarono subito. Per poco non si baciarono. Michael fu sul punto di imprecare mentre lei si colorì di un rosso intenso. La ragazza che entró capì qualcosa.
"Ehi Michael, impegnato?" Fece riferimento la ragazza con sguardo malizioso.
"Si stiamo andando giù in studio"
Disse lui.
"È da un po' che non ti fai sentire, se io non ti chiamo tu sparisci"
"Si hai ragione, ho avuto molto da fare"
Jane in quel momento non sapeva se crederci o meno. 'Ma che finta bionda, non perde tempo a provarci, e lui, che fa il finto bravo ragazzo, che stronzo' pensó lei.
"Che ne dici di andare a prendere qualcosa questa sera? Vado a beverly hills con altre persone dell'ufficio, tu le conosci, così..." la ragazza bionda mentre proponeva si avvicinava in modo languido a Michael senza curarsi di chi le stesse intorno, tanto meno di Jane.
"Possiamo divertirci come ai vecchi tempi" finì lei avvolgendo un braccio intorno al collo di lui sussurrandogli all'orecchio e lui fece per ridere.
L'ascensore si fermó nuovamente e questo era il piano dove dovevano andare Jane e Michael. Lei uscì immediatamente facendo notare il suo fastidio.
"Al massimo ti chiamo questa, ciao Jess!" Esclamò Michael uscendo e cercando di raggiungere Jane.
"Ehi, ma che ti prende?!"
"Che mi prende? C'è bisogno di dirlo?"
"Non capisco"
"Non fare il finto tonto, già c'è la tua amica gatta morta a farlo"disse infastidita.
"Ti riferisci a Jess?!" Esclamò lui stupito.
"Ah scusa, Jess, vedo che hai di lei una conoscenza abbastanza approfondita"
Riferì lei alludendo a qualcosa di ben preciso.
"Beh si ho avuto una mezza cosuccia con lei, ma non capisco il tuo fastidio"
Disse lui rigido. "Devo darti conto di ogni cosa per uscire con te adesso?"
"No questo no, ma se devi fare il cascamorto con la tua amica bionda puoi farlo senza portarmi dietro"
"Io non ho fatto un bel niente"
"Ma se non le toglievi gli occhi di dosso"
"È una bella donna e l'occhio vuole la sua parte"
"Dopo queste possiamo anche salutarci, raggiungi la tua amichetta che è meglio!"
Jane fece per andare di nuovo verso l'ascensore, la prese al volo. Lui la seguì fermando l'ascensore con una mano. La presero insieme.
"Sei ridicola, non hai il diritto di farmi una scenata simile!"
"E tu non hai il diritto di trattarmi come le tue amiche, io non sono come tu mi vuoi"
"Perché scusa come ti voglio?"
"Beh una facile, da portare al letto... é questa l'immagine che mi dai, sei un don Giovanni, forse fino adesso sei uscito con me solo per questo, solo perché sono l'unica a dirti di no"
"Ma chi cavolo credi di essere per giudicarmi così?! Ritorniamo alle prime volte Che ci siamo incontrati?! Sai credevo che fossi diversa dalle altre, che avessi un po' di sano cervello ma a quanto pare sei solo una ragazzina superba bloccata nelle sue convinzioni, sei chiusa e polemica. Mi hai stancato!"
Detto questo l'ascensore si bloccó e le luci divennero più fioche. Jane rossa dalla rabbia si demoralizzò in men che non si dica. Di guardava intorno e il suo respiro diventava sempre più veloce. Le parole di Michael le rimbombavano nella testa e quella situazione in ascensore non l'aiutava di certo per essere un soggetto claustrofobo.
Michael era al quanto calmo, solo un po' scosso per la discussione. Tuttavia non voleva che finisse, un po' perché le piaceva stare con lei, dall'altra doveva fargliela pagare, nessuno doveva azzardarsi a trattarlo così.
"Jane, tranquilla, ora ci tireranno fuori" disse lui cercando di tranquillizzarla.
"Ti odio, proprio con te dovevo capitare qui dentro"
"Non ricominciare, non ti conviene"
"Non mi conviene solo perché ho paura di queste situazioni" disse respirando sempre più velocemente.
"Ma tu Soffri di claustrofobia"
"Ma che genio, bravo davvero"
Jane anche nelle situazioni meno indicate non perdeva il suo spirito polemico.
"Se tu continui a parlare fai solo peggio, sta zitta!"
"Mi stai trattando male da quando sono venuta in ascensore, ma che ti ho fatto, sono claustrofoba e tu invece di aiutarmi mi urli contro?!" Jane iniziò a vacillare. Fece notare un nuovo lato di lei, del tutto debole, fragile, innocente. A tratti tenero. Michael si sentì stranamente il colpa.
"Dai, ora non fare così, calmati"
"Non dirmi di calmarmi, sto male, ho bisogno di uscire da qui, io non ci sto più"
Jane cercava di fare dei respiri profondi.
"Ascoltami, dobbiamo stare calmi, non preoccuparti, presto ci tireranno fuori. Ci sono io qui con te, non sei sola"
Michael le diede le sue mani che lei strinse forte.
"Michael non respiro, non ce la faccio più, fa caldo" disse sudando freddo.
"È la tua agitazione che ti gioca brutti scherzi, guarda me, io sono calmo, facciamo dei respiri profondi insieme"
" Michael ho paura. Ho paura di rimanere qui, di morire qui. Io voglio vivere, voglio dei bambini"
A quella piccola confessione egli si bloccó a guardarla, non aveva mai sentito una cosa del genere da una ragazza, tanto meno con quelle con cui era solito uscire. Lui aveva incontrato per lo più donne del mondo chic che pensavano ai viaggi, a fare carriera, gli uomini, ma no a costruire una famiglia. Era quasi incredulo. Non credeva esistessero anche ragazze come lei.
"Anche io desidero dei bambini più in là"
Anche Jane rimase stupita. Anche un don Giovanni come lui potevo desiderare una famiglia.
"Se devo morire qui dentro, ci tengo a dirti scusa Michael"
"Non fa niente"
"No scusami, ho esagerato, in fondo non la conosco e non dovevo dirti quelle cose"
"Si hai ragione, hai esagerato ma scuse accettate" disse sorridendole. Lei sorrise a sua volta ma il respiro la stava quasi per lasciare.
Michael s'impaurì vedendola accasciarsi a terra. Lui la tenne per la testa sul suo grembo cullandola appena.
"Jane, Jane svegliati, ti prego, dimmi cosa fare... non hai quel coso che usi in borsa?"
"No... Michael mi manca il respiro" disse con il fiato corto svenendo in quell'istante.
"Oh no, Jane!" Cercó di svegliarla con dei colpetti sulla faccia ma nulla. In quel momento, quello sguardo addormentato, fragile come una bambina, stesa su di lui con il respiro che le usciva appena si avvicinó pian piano a lei toccandole le labbra con un bacio casto, come non lo aveva mai fatto prima. Le sfioró le labbra con così tanta dolcezza che sembrava quasi un tocco di un'anima.
Jane aprì lentamente gli occhi ritrovandosi quelli di Michael che l'ammiravano dall'alto.
"M-ma..." lei si toccó le labbra.
"Si..."
Lei si sentì in imbarazzo ritrovandosi tra le sue braccia.
"Come ti senti?"
"Beh io.."
"Pensa a qualcosa di bello, tra poco ci tireranno fuori"
"L'ho appena fatto, e non credevo mi piacesse"
Michael la guardó senza parole, sentiva una sensazione palpitante al livello del petto che lo induceva a rifare quell'azione di prima. Jane fu press de un vuoto d'aria incredibile travolgendola in un turbine di desiderio così portó una mano su collo di Michael e lo indusse ad abbassarsi  più su di lei facendo pressione. Lo baciò e il suo cuore esultó come in una festa.
Continua
-LiberianGirl

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