Michael si esibiva al massimo delle sue risorse, ogni volta era un boom di energia e adrenalina allo stato puro. Ad un tratto venne il momento di cantare She's out my life. Michael divenne triste, uno sguardo perso nel vuoto. Le note cominciavano e sembravano ferirlo dentro. I pensieri si facevano strada... il rifiuto della persona amata, il non essere accettati, essere considerato ciò che non sei. Tatum era frutto di quei pensieri negativi che risalivano nel momento della canzone. Ricorda ancora quanto pianse ai tempi della registrazione della canzone, e li fu l'ultima volta. Si promise di non piangere mai piú per nessuna, di non amare più nessuna, ed ecco che si fa strada Jane nei suoi pensieri. La paura di rivivere quei momenti con lei si faceva sentire. Riversó tutte le sensazioni nella canzone.
Dopo un'ora che finì il concerto, Michael andó nel suo camerino per prepararsi quando notó Tatum vestita da adetta al suo staff. Cosa voleva ancora? Ma soprattutto come faceva a passare così inosservata?
Michael la tiró con se in camerino.
"Che cavolo ci fai qui?" Le chiese prepotentemente senza lasciarla la mano.
"Mmm, i vecchi tempi si fanno risentire. Ricordo quando ti stizzi" affermó lei con sguardo seducente.
"Senti, io sto lavorando e se sei in cerca di avventura quella è la porta"
"Ti ho detto che non ti libererai di me fin quando non mi perdonerai"
"Non m'interessa, mi sei indifferente... non ti voglio nella mia vita, ne ora, ne mai"
"È solo la rabbia a parlare"
"Più farai così e più mi farai incazzare"
"Però sei carino quando ti incazzi" le sussurra lei con voce suadente accarezzandogli la mascella Fino a scendere sul collo.
Egli chiude gli occhi assaggiando quel momento che lo riporta indietro di qualche anno. Un gesto che solo lei poteva far rivivere, che era capace di rendere unico. Poi si scansó respirando in maniera nervosa.
"Vattene e non farti più vedere, io ora sono felice e non mi farò di certo rovinare questo da te"
"Allora è come pensavo... nel tuo cuore c'è un'altra donna"
"Si e mi rende felice"
"Mai quanto potrei io però"
Quelle parole risuonano nella sua mente. Perché? Perché se era sicuro di amare Jane? Che provasse ancora del tenero per Tatum? Eppure, erano due sensazioni completamente diverse.
"Hai avuto la tua opportunità, adesso vai via, o chiamo la sicurezza"
"Ci vedremo Michael"
"Non ci conto"
Passarono i giorni da quello strano incontro. Tatum era stata capace di turbare il cuore di Michael, ed egli impazziva per questo. Era certo di Jane, ma la curiosità, i ricordi, e la novità portavano i pensieri di Michael verso quella ragazza. Tuttavia, non si perse d'animo e Cercó di non dare peso a tali pensieri anche perché stava per tornare a casa finalmente. Quei tre giorni gli sarebbero serviti per staccare la spina da tutto. E voleva fare una sorpresa alla sua Jane, in quella giornata si sarebbe laureata. Le disse che non riusciva a tornare ma solo per farle una sorpresa.
Il suo jet privato stava per decollare e il suo cuore non smetteva di battere forte. L'avrebbe riabbracciata, toccata, baciata. Non desiderava altro che fare l'amore con lei fino al mattino. Batteva continuamente i suoi piedi a terra. Nel frattempo Jane si stava preparando per andare in facoltà: taglierino nero con un piccolo spacco dietro la gonna, camicia bianca di seta che scende lieve, il tutto adornato con una piccola cinturina rossa alta in vita. Le scarpe erano rosse con il tacco 80. Il trucco era semplice ma d'effetto. Era pronta, perfetta per entrare in scena. Fred e Steph l'accompagnano, mentre altri conoscenti erano già li. Vi chiederete dei suoi genitori... tasto dolente. Ne parleremo più in là.
"Jane, sei davvero impeccabile!"
"Si..."
"So che sei triste perché Michael non riuscita a venire. Ma comprendilo è il lavoro"
"Si Steph, lo so... infatti lo comprendo, ma ciò non toglie che lo vorrei qui adesso, è da più di un mese che non lo vedo" confessó Jane la sua tristezza.
"Questo è per te"
"Cos'è?"
"Il tuo regalo di laurea"
"Grazie, ma non dovevi!"
Jane inizió ad aprire la busta quando all'improvviso si ritrovò dei biglietti del Victory Tour di Michael.
"Ma questi..."
"Si Jane, tra un paio di settimane raggiungeremo Michael a New York"
"Non ci posso credere, sei un mito Stef! Grazie" Jane l'abbracció più forte che potè, mentre le rigava una lacrima.
"Sei la mia famiglia Steph!"
"Per me sei più di una sorella, non ce la facevo più a vederti così" le confidò Stephany. Dopo svariati minuti arrivó anche Fred e così si apprestarono ad andare all'università.
Jane fa il suo ingresso, nervosa più che mai, peccato che Michael non ci fosse... desiderava ardentemente la sua presenza. Ma sapeva che presto l'avrebbe visto in concerto. Così si rianimó di buon umore e andó a discutere la tesi. Fu il suo turno. Dopo qualche minuto cominció a vacillare, sudava freddo, aveva paura di fare una brutta figura,poi ad un tratto l'inaspettato. Nota da lontano la porta aprirsi ed entrare un Michael Jackson vestito tutto punto, rayban come solo lui sapeva portarle e mocassini lucidi. Cavolo. A Jane venne da bagnarsi subito rimanendo a bocca aperta. Una sensazione di calore di fece subito sentire unità all'incredulità e alla felicità di vederlo. Michael si tolse gli occhiali con fare sexy, le fece L'occhiolino e la sorrise, e Jane riprese a parlare della sua tesi, più sicura che mai.Continua... raga vi chiedo scusa se sono mancata parecchio in questo periodo, ho dovuto fare dei controlli e recuperare delle cose. Fatto sta che adesso sono qui e spero di essermi fatta perdonare 💕
LiberianGirl
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Who's Bad?
FanfictionATTENZIONE: SCENE DI SESSO DESCRITTO. Ragazzo cinico e diffidente dal passato non facile, s'imbatte in una ragazza intrigante capace di sconvolgere il mondo di certezze da lui costruito.