17.it's you.

685 28 4
                                    

Erano passate un paio d'ore da quando Michael si addormentò accanito a Jane. Ad un tratto la porta si aprì e due tizi in uniforme svegliarono Michael per delle domande. Erano due agenti.
"Signor Jackson può seguirci fuori cortesemente? Dobbiamo porle delle domande"
"Si, certo"
Michael, senza farselo ripetere, li seguì fuori dando un'ultima occhiata a Jane prima di chiudere la porta alle sue spalle.
"Sg. Jackson, puó dirci come si è verificata la situazione di oggi?"
"Si, io, beh... stavo per andarmene dopo aver finito a lavoro, uscendo dalla sala registrazioni. Ad un tratto, un uomo vestito da tecnico mi assale"
"Vestito da tecnico?"
"Si, sembrava uno di quelli che lavorano alla manutenzione da come era vestito"
"Poi cosa è successo?"
"Come le ho detto, mi assale alle spalle e io cerco di difendermi e lui caccia una pistola"
"Le ha puntato un'arma contro... sa dirmi cosa ci faceva la ragazza adesso ricoverata?"
"Lei si trovava lì per puro caso e per aiutarmi si scaraventa contro l'uomo solo che lui la intercetta e spara. Io in quel momento riesco a fargli deviare il colpo e la prende al braccio"
"Quindi mi dice che l'uomo spara accorgendosi della ragazza"
"Esattamente, poi dopo sono riuscito a metterlo fuori gioco"
"Mi spieghi meglio"
"Oh agente, è chiaro... ci scontriamo e prendo la pistola"
"Stia calmo, stiamo facendo soltanto delle domande. Abbiamo bisogno della sua deposizione. Al quanto ci risulta l'uomo sostiene di essere stato aggredito da lei e la ragazza sia stata ferita accidentalmente"
"Cosa? È un'assurdità! Lui voleva uccidermi!"
"Capisco che lei sia agitato in questo momento, ma noi dobbiamo seguire la procedura, non stiamo insinuando niente"
"Agente, per quello che è mio dovere dirle, l'uomo ha detto espressamente che aveva il compito di uccidermi"
"Lei potrebbe dirci, un motivo di questo evento, qualcuno che la vuole morto?"
"Beh io..."
"Conosce qualcosa che dovremmo sapere? Ha dei sospetti? Qualche nemico a lavoro"
"Si, so chi ha il movente"
"Bene, parli"
"Ha a che fare con il mio passato, ma non ho intenzione di dire altro, fin quando le persone a me care non saranno al sicuro"
"Capisco, ma se non mi dice altro non potremo davvero incastrare chi la vuole morto, e i suoi amici più cari continueranno ad essere in pericolo"
"Lo saranno di più se parlerò"
"Da parte nostra le assicureremo tutta la sicurezza che servirà"
"Mi dispiace è tutto quello che ho da dire al momento"
"Vabbene, ci pensi... se le tornasse in mente altro. Ci chiami" disse l'agente alludendo a ciò che sapeva e nascondeva Michael.
"L'uomo quindi è stato arrestato?"
"Al momento si, dato che è stato trovato in possesso di un'arma in maniera illecita, risulta da un traffico d'armi. Mi dica ancora una cosa. Lei e la paziente avete una relazione? In che rapporto siete?"
"Di amicizia"
"Solo amici o Lei prova qualcosa?"
"Ma agente, che domande sono?" Chiese Michael stizzito.
"Sono per le indagini signor Jackson e la prego di dirmi la verità"
"Si, d'accordo?! C'è altro o posso tornare da lei adesso?"
"Per ora abbiamo finito... buonanotte"
Gli agenti se ne andarono e Michael ancora un po' infastidito dalle domande dell'agente inizió a camminare avanti e indietro. In quel momento sentiva la mancanza di Fred. Sapeva come sostenerlo, ma era ad occuparsi di Stephany.
Egli poi, rientró nella stanza di Jane e la vide svegliata seduta sul letto. Gli occhi di lui si illuminarono di gioia.
"Jane"
"Michael..."
I due si guardarono sorridenti, piacevolmente contenti di vedere l'un l'altro stare bene. Tutti i dissidi, la rabbia, le incomprensioni, sparirono in quell'istante. Stavano bene, ed erano lì, insieme.
Lui corse ad abbracciarla senza curarsi del braccio di lei dolorante. "Ahi, sta attento, la pallottola l'ho avuta io non tu!" Esclamó Jane con un tono lamentoso che a Michael mancó. Dopo ciò che era accaduto, era pronto a sopportare le critiche di Jane piuttosto che vederla in silenzio in un letto d'ospedale. "Beh, per reagire con questa vocina vuol dire che stai bene. Non ti chiedo nemmeno come stai"
"Il solito gentiluomo eh"
"Ti prego non smettere"
"Di fare cosa?"
"Di riprendermi... non voglio più vederti come prima" disse sinceramente guardandola negli occhi.
Jane rimase sorpresa e non potè che imitare il suo sguardo. Una gioia e una preoccupazione si facevano spazio allo stesso tempo nel suo cuore.
"Ora sto bene... oddio Steph! L'ho lasciata da sola"
"Non preoccuparti c'è Fred con lei"
Lei si rilassò visibilmente poi ritornó a scrutare Michael.
"Ora credo che mi debba delle spiegazioni"
"Oh ti prego, ho già parlato con la polizia"
"E allora? Voglio sapere perché quello ti voleva morto"
"È una lunga storia, mi dispiace solo che tu sia rimasta coinvolta"
"Appunto adesso ci sono dentro"
"No, non voglio metterti ancora di più in pericolo"
"Ho il diritto di sapere"
"Chi si fa i fatti suoi campa 100 anni, lo sai?"
"Michael!"
"Te ne parlerò ma adesso devi riposare"
Jane si arrese a quel Michael un po' autoritario. Dopo che Michael si sedette vicino a lei, Jane inizió a guardarlo, seguita dal suo sguardo che parlava chiaro. Uno stupido pensiero si fece strada nella sua mente, che Michael provasse realmente interesse per lei?
Michael, tenendo testa al suo sguardo, le accarezza una guancia provocandole dolci brividi. Al contempo, le appoggia una mano sulla sua. Jane inizia a sentire quella sensazione ormai familiare, che solo con lui si fa sentire.
"Ho avuto paura" disse lui all'improvviso dando voce ai suoi pensieri.
"D-davvero?"
"Si... per la prima volta ho davvero avuto paura, ancora più brutto sapendo che sia per colpa mia"
"Di morire?"
"Per niente, le occasioni non sono mancate nella vita passata"
"E di cosa allora?"
"Per la la prima volta ho avuto paura di perdere qualcuno. E quel qualcuno sei tu"

_continua_
~Liberiangirl

 Who's Bad?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora