Quella sera Michael e il suo amico andarono a ballare come loro solito il venerdì sera in quel locale dove ormai avevano confidenza. Si unirono ad alcune persone conosciute già nel locale altre volte.
"Allora Michael, sei sempre a zonzo oppure hai trovato finalmente la tua fiamma?" A quella domanda egli fece un sorso che gli andó di traverso e dopo aver tossito un po'.
"Per mia fortuna sono sempre a zonzo!" Esclamó lui risoluto.
"Non ti piacerebbe innamorarti?"
"No, a chi vuoi far passare questo guaio?! La libertà è la cosa più bella!"
"Sei un bomberone!"
Fred nel frattempo era sparito. Che avesse trovato qualcuna quella sera anche lui?
Michael se ne stava comodo assaporando il suo secondo drink. Era una serata tranquilla. Mentre chiacchierava con i compagni al tavolo una fan gli si avvicinò.
"Ma tu sei Michael Jackson! Mi faresti un autografo?"
"Anche due dolcezza!" Esclamò lui con fare da rimorchio.
"Ma che fortuna!"
"Sei con le tue amiche?"
"Si, loro sono a ballare. Ti ho intravisto dal tavolo e sono venuta"
"Hai fatto bene! Ti va di ballare?"
Andó in pista a ballare dove si divertì a fare delle avance alla ragazza. Tuttavia, quando ella provó a baciarlo sentì una strana sensazione che non lo fece sentire a suo agio. Si baciavano, ma la sua era una condizione di malavoglia, non era da lui. Non era la stessa condizione che si creava con Jane.
"Baci bene!" Esclamó ad un tratto la ragazza mentre si apriva di più a lui spudoratamente.
Inizió a toccarlo e a ballare in modo più provocante.
"Grazie, ma questo già lo sapevo ragazza"
"Ti va di appartarci?"
"E me lo chiedi? Andiamo!"
I due si chiusero in uno stanzino iniziando a baciarsi e a toccarsi. La ragazza era un missile spedito. L'idea di poterlo fare con il suo idolo la mandava in escandescenza. Sebbene fosse una bella ragazza, invitante e che ci sapesse fare data anche la sua iniziativa, Michael non era per niente preso, il suo buon senso gli suggeriva di mollare, per non parlare del cuore. Però non voleva cedere a quella situazione, a quello che poteva rappresentare un cambiamento in lui.
Continuó a baciarla mentre spezionava le sue forme. La ragazza armeggió con il suo pantalone sbottonandoglielo ma la mano di Michael finì inavvertitamente su quelle della ragazza pronta a fermarle. Non voleva, non se la sentiva e non poteva continuare ad ignorare quella sensazione.
"Ehi, cosa succede?"
"Ehm scusa è che... non vorrei rovinare l'atmosfera. Voglio godermelo poco a poco"
"Cosa?"
Lui non rispose e la guardó negli occhi con fare colpevole, non sapeva che fare.
La ragazza si intenerì e lo ribació pian piano. Poi lui si scansó.
"Qualcosa non va?"
"Non lo so... non sono in me questa sera"
"Non preoccuparti, puó capitare"
"Beh è strano, io mi sento bene"
"Forse sono io che sono stata un po' troppo audace, scusa"
"Non scusarti, anzi, la colpa è mia, tu sei una tostona che faresti risuscitare anche i morti questa sera, ma non me... una parte vorrebbe prenderti in questo momento e farlo, l'altra no..."
"Aia, sei combattuto... quindi c'è solo una spiegazione" disse la ragazza ritirandosi per poi risistemarsi.
"Che vuoi dire?"
"Che c'è una"
"Nah, non sono tipo da fidanzate"
"Si, ció non toglie che puoi comunque innamorarti"
"Io non voglio"
"Troppo tardi, già successo"
"Ma che ne sai tu"
"Ne so più di quanto immagini amico"
"Non sai un bel niente, non mi conosci"
"Ma so capire le persone"
"Senti dolcezza, sei fuori strada" continua ancora Michael scherzando sulla questione.
"Peccato, staresti stato una bella avventura"
"Sai che ti dico, è che non mi ecciti abbastanza"
"Sei più mal ridotto di quanto pensassi, ti frusta così tanto?"
"Mi hai rotto stronza!"esclamò lui ormai arrabbiato. La verità brucia.
La lasció li uscendo dal locale per fumare. Non voleva crederci, e non voleva ammetterlo a se stesso. Una notte in bianco solo perché pensava ad una donna, perché ne desiderava un'altra, sempre la stessa per giunta.
Passó qualche minuto dal fumarsi una sigaretta quando ad un tratto vide Fred in compagnia di... Notorius. Che voleva questa volta?
"Fred, dove diavolo ti eri cacciato?!"
"Tranquillo Michael facevo due chiacchiere con questo signore, si chiama David, ci siamo scontrati fuori mentre salutavo una ragazza"
"Dovevi avvisarmi"
"Ehi Mike, che ti prende?"
"Niente"
"Scusalo, è un po' nervoso oggi"
"Ma si, infondo lo capisco... capitano a tutti giornate no" disse Notorius cercando una reazione in Michael, ma lui mantenne la facciata. Quello era un avvertimento. Ormai era palese, Notorius voleva divertirsi su di Michael, rendergli la vita di nuovo uno straccio. Rendergli il favore che gli aveva causato. Da quando egli intervenne per l'amico Alex, Notorius aveva perso un potenziale cliente. Alex alle sue feste non si forniva più da Notorius, così da non fargli guadagnare nemmeno sugli invitati.
"Fred che dici di tornare dentro?"chiese Michael con tono fermo.
"Si, David sei dei nostri?"
"Mh, no per questa volta passo, senz'altro la prossima" disse per poi guardare Michael sorridendo.
Fecero per salutarsi quando prima di entrare Michael fu bloccato per un polso da Notorius.
"Ricorda, non si scappa dal passato. Hai fatto un errore a farmi perdere un potenziale cliente adesso devi ripagarmi"
"Non ti devo niente"
"Attento a ciò che dici, pensa prima di darmi una risposta"
"Vattene, o sarà peggio per te"
"Questa sera non voglio problemi, ma ricorda, non mi scappi... sta attento"
Notorius fa per sparire e Michael guarda con sguardo truce il suo migliore amico.
"No dico, ma sei impazzito?"
"Cosa c'è Michael? Perché ti arrabbi così?"
"Sai cosa ci è successo in questi giorni e tu non sei minimamente attento!"
"Ma.."
"Niente ma, sei in pericolo, sanno chi sei! Quello era Notorius"
"Quindi era solo un avvertimento"
"Già... senti amico, credo che per un po' dovrai lasciare la città"
"Che cosa? E lascare te da solo? Il mio lavoro... no, non se ne parla"
"Ma sarò più tranquillo sapendoti lontano"
"No Michael, voglio starti vicino comunque vada"
"Poi non dirti che non ti avevo avvisato" disse Michael per non apparire premuroso più di tanto.
"Anche io ti voglio bene"
"Smettila, sai che non mi piacciono queste cose"
I due entrarono dentro. Quella serata non era delle migliori, mancava qualcosa a Michael, non sentiva più lo stesso da qualche tempo ormai, ma non voleva pensarci. Senza farsene troppo chiamó Jane, voleva vederla, ora, all'istante anche se era un certo orario, ma chissà, forse era sveglia, magari era uscita anche lei.
Jane si sentì vibrare il telefono nella tasca del pantalone. Il suo display indicava il numero di Michael. Perché lo chiamava a quell'ora?
Jane uscì con Yuri, la sua collega di lavoro e altri colleghi tra cui anche il suo capo, George.
"Che c'è? Non riesco a dormire?" Rispose Jane alla chiamata di Michael.
"Ciao anche te Jane, sempre ironica"
"Un po' di ironia non guasta mai"
"Dove sei?"
"Molto lontano da te"
"Beh, potrei sempre accorciare le distanze"
"Dipende"
"Da cosa?"
"Magari dal motivo"
"Se ti dicessi che ho voglia di vederti non è sufficiente?"
"Sei impaziente?"
"Dai dove sei? Per rispondermi a quest'ora è bella pimpante sei sicuramente uscita" mormorò lui con voce suadente.
"Beh, la tua osservazione non fa una piega"
"Se non me lo dici appena ti troverò te la faró pagare" minacció Michael con tono duro.
"Ahh, Michael... quando impari che il mondo non gira intorno a te?"
"Quando l'ho imparerai anche tu lingua tagliente"
"Sono a Beverly Hills, al bar con George e altri non mi va di appenderli così"
"Chi è George?" Chiese fin troppo interessato.
"Un amico"
"Un amico?"
"Si un amico, tu non hai amiche?"
"Certo!"
"Hai delle amiche?" Chiese lei ironizzandolo sulla domanda di prima.
"Ti odio, non muoverti di lì, vengo a prenderti"
"Ma..."
Michael fece per staccare senza darle la possibilità di ribattere. Come avrebbe fatto a sapere in quale bar di Beverly Hills fosse Jane?
Michael fece una chiamata alla segretaria del responsabile della sezione in cui lavorasse Jane e chiese di lui. Lei le disse dove trovarlo e così non gli fu molto difficile.
"Ehi Fred"
"Michael dimmi"
"Che ne dici di andarci a fare un giro?"
"Mah, per me va bene... anche se siamo qui solo da un'oretta"
"A me basta e avanza"
"Come vuoi"
"Andiamo a Beverly Hills"
"A casa?"
"No scemo, la serata è appena iniziata"
"Michael vuoi dirmi che intenzioni hai?"
"Tu sta zitto e sali in macchina"
I due si apprestarono ad andare nel luogo stabilito dopo di che entrarono in un sontuoso bar stille anni 30' e una strana idea nacque tra i pensieri di Michael per una sua creazione musicale.
"Michael che ci facciamo qui?"
"Fred, questa sera rompi un po' troppo, di solito che ci facciamo un locale?"
"Beh, vorrei sapere perchè questo e non l'altro visto che faremo la stessa cosa"
"Fidati, non fa male conoscere gente nuova di tanto in tanto, e poi questo posto per quanto ricco, ha le persone di tutti i giorni"
"Non riempirti la bocca di parole, la tua musa è lì"
Fred gli indicó Jane bere un drink, un Martini con due olive per l'esattezza, vestita di un abito argentato corto fino al ginocchio, dei tacchi neri non troppo alti, una stola nera come le scarpe si poggiava sulle sue braccia cadendo lieve lungo il corpo. Jane era pettinata particolarmente: un'acconciatura alta in tenuta morbida nella quale scendevano alcuni ricci, adornata da un accessorio argentato come il vestito. Le braccia erano fasciate da guanti neri di sera fino all'altezza del gomito e, mentre in una mano reggeva un Martini, dall'altra aveva una sigaretta che portó in quel momento alla bocca per aspirarne l'essenza. Quella bocca, la bocca che in quell'istante stava seducendo Michael, era truccata da un rossetto rosso rubino.
Era una serata a tema quella. Ecco, anni 30'.
Lui la scrutava da lontano in tutte le peculiarità di quella messa in abito di quella sera. Era una donna, con la d maiuscola in grado di far cadere ai suoi piedi tutti gli uomini che le passavano di fianco quella sera. Era da venerare. Michael si stava facendo trasportare dall'immaginazione. Avrebbe voluto possederla da lì a poco. Era così sobria e pure provocante quella sera. Da potersi definire seducente e di classe allo stesso tempo. Era da tempo che Michael cercava una qualità del genere in una donna. Si, solo quando si sarebbe innamorato, tuttavia, non poteva ammetterlo a se stesso.
"Chiudi la bocca, io vado a prendere da bere...non sai se ci sia anche Stephany? Non la vedo"
"Ehm, no ha detto che era con i colleghi del lavoro"
"Ah, quindi diciamo che siamo in casa nostra"
"Cavolo, dobbiamo organizzare più spesso serate del genere in azienda, guarda lì che roba, mi piace lo stile degli anni 30'"
"Macchè, a te piace Jane è diverso"
"Si cazzo, me la scoperei seduta stante"
"Mmm, quindi ancora non sei arrivato al tuo intento?"
"Fatti gli affari tuoi" Michael iniziò a ringhiare. Quando comprende che la situazione non è a suo favore diventa subito un duro. Un uomo che non ammette le sue debolezze.
"Ti prendo un Martini?"
"No, voglio un gin tonic"
Michael prima di andarla a salutare volle restare ancora un po' a guardarla. Era incantato. Era bella da contemplare. L'idea che non fosse ancora sua rendeva ancora più eccitante l'attesa che aveva verso di lei. Ad un tratto notó un particolare che gli diede molto fastidio.
George parlava con lei in modo molto intimo, come se si conoscessero da tanto. Lui faceva alcuni apprezzamenti. E Michael se ne accorse guardandolo scrutare la sagoma di Jane. I due poi finirono a ballare. Vi era un acceso swing come base musicale. Il responsabile George ballava bene, sapeva muoversi e coinvolgere il proprio partner. Quella sintonia dava dei pugni nella pancia al nostro Michael, avete presente il detto "rodere il fegato"? Il suo fegato si stava sforzando, un po' per il suo orgoglio, un po' perché non la mandava già che Jane stesse tra le braccia di un altro.
"Ehi Michael, tieni, sei ancora qui?" Chiede Fred di ritorno.
"Volevo guardarmi un po' intorno prima di passare a salutare"
"Sei ridicolo"
"Cosa?"
"Quando la smetti di prendermi per il culo? Cerchi di fare la parte anche con me, ma è solo un modo per non ammettere a te stesso che provi qualcosa di serio. Ed è inutile che mi guardi così, tanto lo so che stai morendo dentro! Che c'è, Non fai più il duro adesso?"
"Quando parli così avrei voglia di prenderti a pugni"
"Provaci sei hai il coraggio"
"Non sfidarmi Fred, ora non è proprio il momento" minacció lui con sguardo truce.
"Sei un vigliacco ! Invece di prendertela te la fai prendere così dalle mani"
"Sono solo amici"
"Forse per lei... ma, guarda lì"
Michael si giró verso di loro e notó che George cercó di baciarla ma lei si scansó appena rivolgendogli un sorriso desolato.
"Reggimi questo"
"Dove vai?"
Michael si fece spazio tra la folla e al momento diedero inizio alla musica di James Brown, suo cavallo di battaglia, anche se non centrava molto con lo swing. Per far ballare le persone, la musica era molto generica.
"I love youu, baby... yeah! Iiii, looove, you.." Michael attiró l'attenzione su di se ma soprattutto di Jane raggiungendola in pista. Lei di giró verso di lui ascoltando quelle parole che richiamarono il suo cuore. Quella voce era musica allo stato puro e creó un emozione in lei in grado di essere palese per il calore nel suo basso ventre. Michael cantó quelle parole attraverso anche il suo stile funky rispettando il tempo in cui venivano cantate anche in play back. Poi ad un tratto " I LOVE YOU!! Uuuuh!" cantó l'ultima frase prima che iniziasse veramente la canzone per poi creare dei passi mai fatto prima d'ora cercando di catturare la fanciulla dinanzi a se.
Jane mise a disposizione tutti i suoi sensi al servizio di quell'arte che stava animando Michael. I suoi occhi furono catturati dalla bellezza che trafigurava quell'uomo, dalla sua pelle scura, quegli occhiali neri che poco c'entravano di sera ma che tuttavia fungevano da accessorio gradito. I suoi pantaloni erano di un marrone chiaro di velluto stretti fino alla vita e la giacca, la giacca ricopriva una camicia bianca di seta, ed essa era di un intenso celeste con particolari fantasie di colore dorato.
I due finirono per ballare insieme e George si fece da parte senza dire nulla. Lui la guidava, la coinvolgeva nel ritmo della musica che era la sua vocazione innata. Il suo habitat. Jane fu travolta da quello stile, da quella passione di cui tanta gente ne attingeva ogni volta andando ad un suo concerto. Ne fu semplicemente catturata. Come una farfalla. Si sentiva su un altro pianeta. L'adrenalina la faceva da padrone.
"Non te la cavi tanto male!" Esclamò lui mentre le si avvicinava sempre di più.
"Qualcuno ha saputo farmi da esempio" disse lei con sguardo provocatorio.
I due iniziarono a sfidarsi anche sulla pista da ballo quando Michael non resistette più e la spinse a se cercando un bacio ma lei si scansó subito prima di cadere vittima di quella passione.
"Michael, qui no, potrebbero scoprirci... dopo che penseranno a lavoro?"
"Come sei pensate!"
"Sono razionale"
"Beh, io sono il primo allora... ma questa sera sono qui per te e adesso voglio morderti il labbro"
A quell'affermazione Jane lo guardó basita. Non si aspettava certe frasi da lui cosi quella sera.
"Sei ubriaco?"
"Perché tu no?"
"Per niente..."
"Guarda ho visto come mi sfidi, sei ubriaca di me"
"Ti piacerebbe"
"Non dirmi che vuoi quell'idiota"
"Non capisco"
"Guarda che ti ho vista prima, esci anche con lui al di fuori di me?"
Michael iniziò ad agitarsi e anche Jane.
"Sei venute per me o per farmi delle scenate del cacchio?"
"Quali scenate?! Voglio solo un po' più di coerenza da parte tua"
"Ma guarda parli proprio tu di coerenza quando chissà cosa hai fatto questa sera!" Esclamò lei più risoluta.
Michael iniziò a vacillare. Si sentiva in colpa, stranamente, ma non voleva ammetterlo, e soprattutto lei non poteva aver ragione.
"Senti dolcezza, non devo dar conto a te delle cose che faccio quando esco, è chiaro?"
"Bene e allora non azzardarti più a fare delle scenate simili se mi permetto o meno di uscire con qualcuno"
"Ma..."
"Niente ma, siamo liberi no?"
"Certo, che domande!"
"Era una domanda retorica genio"
"Ma sta di fatto che quello lì vuole solo provarci, non vuole nulla di serio"
"Questo fallo decidere a me"
"Questo genere di cose non fanno per me... sei vuoi avere più possibilità di conoscere altro potevi dirmelo, non avrei perso tempo con te"
"Cosa? Fino adesso hai detto che eravamo liberi e ora?"
"Tu con quello non esci, o con me o con altri, decidi"
"Che faccia tosta, scommetto che tu invece sei già andato a letto con qualcun'altra"
"Guarda che questa sera ne ho avuto la possibilità e se proprio vuoi saperlo me la sono anche baciata più volte, ci siamo appartati ma poi non ci ho fatto più niente solo perché, perchè non ne avevo voglia"
Jane tiró una sberla a Michael in pieno volto.
"Ma che sei impazzita?!" Esclamó lui sorpreso sempre di più da quella donna. Ora era arrabbiato, di più.
"Mi fai schifo!"
"Cosa?!"
"Vieni a lamentarti di un ragazzo che ci ha provato con me mentre tu chissà quante ne avrai fatto alle mie spalle, ma che uomo sei?! Non pretendo che siamo fidanzati già da adesso, ma abbi un minimo di rispetto verso di me, di quello che ci è stato... ma che parlo a fare con te. È tempo perso"
Jane fa per andarsene più arrabbiata che mai mentre Michael impreca.
"Dannazione"
;continua
LiberiangirlScusate, lo so che ho scritto una mezza schifezza il che mi dispiace tanto, ma non ho avuto tempo di correggere, anche perché ho sonno xD. Spero comunque che vi piaccia
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Who's Bad?
FanfictionATTENZIONE: SCENE DI SESSO DESCRITTO. Ragazzo cinico e diffidente dal passato non facile, s'imbatte in una ragazza intrigante capace di sconvolgere il mondo di certezze da lui costruito.