11. Heartbreaker

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Michael era preso da mille sensazioni diverse. Rabbia, senso di colpa, eccitazione, frustrazione. Quella donna era capace di mandarlo in subbuglio. Non aveva più la sua mente sotto controllo come una volta, la sua vita stava ormai cambiando e non sapeva che piega avrebbe preso. Il suo desiderio più grande era quello di possederla, farla sua. Non aveva mai desiderato nessuna con tanta bramosia.
Più rimuginava su quella sera sera e più s'incazzava per il suo responsabile, George. A quanto pare aveva dei concorrenti. Questo non lo stupì più di tanto visto che era così bella. Tuttavia, il pensiero lo rendeva agitato. Perchè quella ragazzina lo stuzzicava così tanto? Poteva averne 100 se solo avesse voluto, senza che gli rendessero la vita impossibile come fa lei... e invece, Michael è soggiogato dalla sua impertinenza, dal suo modo di sfidarlo, di come si arrabbia, e di come lo tocca. Già, come scordarsi quella volta in ascensore e poi in radio? L'avrebbe fatta sua all'istante. Il desiderio era ancora più piacevole con le emozioni che erano appena spuntate fuori dal nulla, come un bambino che scopre cose nuove, malgrado ció egli ne aveva letteralmente paura, si sentiva fin troppo esposto. Come quella sera che non riuscì a frenare la sua gelosia.
'Cazzo' imprecó nella mente 'devo trovare un modo per scoparmela o non ne uscirò vivo'.
Fred nel frattempo era con lui in sala registrazioni apportando le ultime modifiche a Say, Say,Say. A pochi giorni sarebbe uscito il nuovo singolo e l'album di Paul McCartney. Michael tutt'era tranne che con la mente al lavoro.
"È sconcertante il modo in cui Jane ti abbia preso" irruppe all'improvviso Fred tra i suoi pensieri.
"È solo il desiderio di potermela fare un giorno"
"Dopo non vorresti più rivederla?"
"Nemmeno in sogno"
"Strano... l'altra sera ci sei rimasto piuttosto male"
"Solo perché non sono riuscito nel mio intento"
"Avanti Michael ti conosco da una vita"
"Non rompere Fred. Quella mocciosa è una peste, mancava poco ci desse dentro con quell'altro stronzo"
"Ma ha ragione"
"Su cosa? Prima esce con me e poi seduce altri uomini?!"
"Non capisco perché ti dia fastidio dato che tu fai lo stesso, e poi vuoi portatela solo a letto oppure no?"
"Non mi piace condividere, ecco tutto"
Fred lo guardó storcendo le labbra e poi ritornó alle sue scartoffie. Mentre l'idea di Michael che quei due potessero essere a stretto contatto per tutte le ore di lavoro, non gli dava pace. E se fosse andato a trovarla? Ma no. L'orgoglio prima di tutto. Nel frattempo, Michael non sapeva come stesse effettivamente Jane. La ragazza a lavoro, con sguardo basso rivolto nei suoi documenti, cercava in mille modi per non pensare all'altra sera e al modo in cui si erano lasciati lei e Michael. Doveva ammetterlo, ormai ci teneva, ci teneva da stare male per aver scoperto dalle sue stesse labbra che per lui non era l'unica. Quella sera e chissà quante altre lui ci provava con altre. Inizialmente volle confermare la sua prima impressione, ossia che Michael è solo un ragazzo presuntuoso, cinico, superficiale e don Giovanni, non gli interessano le storie d'amore. Poi a questa di aggiunse anche la sua sensazione. Quella di non essere abbastanza all'altezza per lui.
I suoi pensieri si contorcevano nella mente rendendola triste in viso. Sapeva che questo non faceva per lei, tuttavia ci stava male, male come la parola addio. Quella sera, di ritorno dalla festa, pianse tra le braccia dell'amica, Stephany, lei che è stata sempre presente nelle buone e nelle cattive circostanze. Il pensiero vagava alla voglia di prendere l'ascensore e arrivare al 15esimo piano, solo per vederlo. Ma non poteva. Non doveva dargliela vinta.
"Come mai quegli occhioni così belli sono così tristi?" Chiese ad un tratto George arrivando alla sua scrivania per una mansione.
"Oh, nulla, solo stanchezza" disse lei sorridendo a malapena al tizio che cercó di baciarla la sera prima.
"Sicuro sia solo per quello?"
"Sisi, sicura"
"Scusa se te lo chiedo ma... tra te e quel tizio dell'altra sera, Michael Jackson, c'è qualcosa di serio?"
'Magari' rispose nella sua mente.
"No, niente di particolare, siamo solo amici"
"Non si direbbe da come vi parlavate e ballavate" le incalzó George con sguardo di sfida.
"Mi hai fatto una domanda e io ti ho dato la mia risposta!" Esclamó lei di rimando.
"Va bene... allora posso invitarti questa sera a cena? È giusto per conoscerci meglio, niente di che" disse alludendo al tentativo bacio alla festa.
Jane non aveva tanta voglia, visto anche l'umore ma poi di scatto le ritornarono in mente le parole di Michael e di come l'aveva trattata pur non avendo mai fatto nulla di male. Lui poteva spassarsela e lei no? Non siamo più ai tempi di prima. Così senza pensarci più di tanto.
"Va bene, dove ceniamo?"
"Ti passo a prendere alle 8" le fece sapere George sorridente.
"No, preferisco venire da sola, sono una ragazza molto emancipata" disse senza sapere dove le uscì una cosa del genere.
"Wow, hai tutta la mia ammirazione Jane"
I due si accordarono per l'appuntamento di questa sera poi George la mandó a sbrigare alcune commissioni. Guarda caso, al piano che desiderava tanto andare. Lei sospiró sonoramente e si apprestò a fare la sua strada.
Mentre Jane andava verso il 15esimo piano notó che stava per entrare l'amico di Michael, Fred.
"Ciao Fred!" Esclamò con un sorriso.
"Ehi Jane, come stai?" Chiese veramente interessato dopo averla vista andare via distrutta dalla festa.
"Mmm, bene" mentì con un sorriso.
"Tu e Michael non avete più parlato vero?"
"Sarebbe tempo sprecato Fred, conosci Michael, e ora l'ho conosciuto anch'io"
Ammise amara.
"Tuttavia, con te è diverso... è una persona" Fred si arrestò un attimo per pensare alla parola giusta da dire " veramente viva"
"Più di quanto ami far credere?" Domandó sarcastica.
"Ti sembrerà strano, ma si... è preso, si arrabbia, è geloso, sembra un bambino felice quando si parla di te"
"Fred sono parole molto belle, e so che ci tieni al tuo amico. Nonostante ciò, si è comportato una merda. Non avevamo una relazione ufficiale, ma abbiamo condiviso delle cose insieme, cose che non fanno due persone che vogliono solo divertirsi, non so se mi spiego"
"Ti sei spiegata benissimo"
"Ed è per questo che io non voglio più limitarmi"
"Cosa intendi?"
"Che questa sera esco con George, credo tu lo conosca"
"Sisi, gli ho parlato un paio di volte. E dove andrete?"
"Andremo allo Spago... non ci sono mai andata"
"Wow... è un vero ristorante di lusso quello, è a Beverly Hills"
"Si, infatti mi ha detto dove andare"
"Perché?"
"Perché vado da sola con la mia macchina"
"Ah, non me l'aspettavo"
"Non voglio fare la donna che ha bisogno dell'uomo, in realtà solo con Michael l'ho fatto. Michael mi ha accusata ingiustamente mentre è lui che faceva i porci comodi suoi, quindi questa volta non me ne faccio"
"Beh, se vuoi la mia opinione, fai bene. Michael merita di essere spronato a volte. Un po' di pepe non gli guasta"
"Non lo faccio per fare un dispetto a lui, mi va e basta" mentì spudoratamente.
"Ah ok, quindi ti interessa George?"
"È gentile e mi va di uscirci, non c'è da dire altro"
Jane e Fred arrivarono insieme al piano deciso e dopo essersi salutati fecero le proprie mansioni.
Fred non appena seppe la notizia inerente l'uscita di questa sera...
"Michael, devo dirti una cosa" sibilló lui mentre Michael era al telefono.
"Possiamo parlarne dopo? Sono con Brooke a telefono"
"Si tratta di Jane"
Non appena capì che si trattasse di lei, Michael ebbe una scossa, qualcosa che gli percuoteva nel profondo. Lo guardó preso del tutto come se al momento lui rappresentasse l'unica via percorribile per avere un contatto con lei.
"Brook, ti richiamo" congedó in maniera gelida la persona al telefono portando tutta la sua attenzione sull'amico.
"Allora?" Fece cenno di continuare.
"Credo non ti piacerà" disse pacato e amaro.
"Cosa devi dirmi Fred?"
"Ecco, questa sera Jane non sarà da sola" buttó fuori Fred il più cauto possibile.
Michael non disse nulla guardandolo severo facendo segno di non fermarsi.
"Questa sera andrà a cena con George, il responsabile del suo ufficio"
Quelle parole attraversano Michael come una saetta. Una linea fredda e dolorosa percorreva il suo petto. Non riusciva a spiegarsi perché gli faceva così male. Infondo era più che giusto che uscisse con chi le pareva. A maggior ragione che non si parlavano più da quella sera. Rimase interdetto, senza proferire parola, ma dopo che assorbì il colpo si fece spazio una grande rabbia dentro di se, da agitare ancora di più i pensieri e le sensazioni che provava in questi giorni. Si portó una mano alla fronte, esasperato. Si sentiva combattuto. Non sapeva che fare.
"Non ti ha detto dove cena?" Chiese lui di rigetto nella speranza che lo sapesse.
"Si, allo Spago"
"Ah, hai capito i piccioncini, adesso le piace il lusso"
"In realtà non è mai andata e andrà da sola con la sua macchina"
Michael a quelle parole rimase al quanto sorpreso. Tuttavia, non riusciva a digerire questa faccenda anche se jsalutó l'amico dichiarandogli che non gli avrebbe più impiegato di lei.
'Ma cosa mi hai fatto Jane?!' Pensò tra se e se.
-continua(c)

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