Quelle labbra che tanto amava stavano toccando altre labbra. Quel momento di gloria che doveva essere il suo fu rubato da George. Michael stentava a crederci. Quella situazione era inverosimile, non doveva andare così, perché si stava comportando in quel modo all'improvviso? Un moto di rabbia e frustrazione si facevano strada tra i pensieri di Michael. Si sentiva perso, la terra lo aveva abbandonato per un attimo lasciandolo spaesato e senza speranze. Fu come un colpo di fulmine al ciel sereno, e non se ne capiva il motivo.
"Michael non lasciarti prendere dalla rabbia... ci sarà una spiegazione" Fred cercava di tranquillizzarlo, mentre l'amico assisteva inerme al bacio tutt'altro che casto davanti a se.
"Si, che mi sono innamorato di una stronza" sputó inorridito enfatizzando l'ultima parola.
Senza dire altro, lasció li Fred raggiungo di nuovo il suo studio. Fred guardó per alcuni istanti Jane che osservava soddisfatta la reazione di Michael. Poi si guardarono per un attimo ed ella abbassó lo sguardo lasciando George stordito senza dire niente.
Fred raggiunse Michael poco dopo è prima di entrare nell'ufficio notó che alcune persone si fermarono davanti ad esso. Strano sguardi e rumori pesanti provenienti da lì, lasciavano immaginare che ci fosse un terremoto.
L'amico di Michael aprì la porta e si trovó una scena del tutto inaspettata: la scrivania vuota di ogni cosa che la occupavano dato che adesso prendevano posto a terra, alcuni quadri che stavano per cadere e il computer che non aveva più una tastiera. Michael era seduto sulla poltrona girevole con una gamba appoggiata alla scrivania con una mano che circondava il mento e l'altra che pendeva. Lo sguardo era perso nel vuoto, freddo, austero, e trasmettevano rabbia, rancore, un mix di emozioni che ancora minacciavano di manifestarsi come prima.
"Michael, che hai combinato?"
"È una Troia, Fred... si è presa gioco di me" inizió a dire Michael senza curarsi di quello che presentava il suo ufficio. "Ciò che è peggio, è l'effetto che è riuscita a farmi... per colpa di una misera donna, io sono diventato così stupido, fragile"
"Michael non d.."
"Tu sta zitto! Questa è anche colpa tua! Tu e l'amore, mi avete fatto diventare quello che non sono. Eccomi ho seguito l'amore e guarda come mi ritrovo, ho perso tutto il mio autocontrollo" si arrabbió con Fred mantenendosi sempre seduto alla sedia spalancando le braccia.
"Questo è l'amore? Bene, lascia che ti dica che mi fa schifo"
Nel frattempo Jane ritorno alla sua scrivania e cominció a fare varie mansioni per non pensare. In quel momento, il senso di colpa inizió a farsi sentire. Il suo comportamento non fu tra i migliori utilizzando come capro espiratorio il suo capo, e dopo vari minuti quest'ultimo non tardó a farsi di nuovo avanti.
"Jane, dobbiamo parlare, vieni nel mio ufficio"
"Ora non posso, sono impegnata"
"Non m'interessa, è un ordine" disse lui freddo e distaccato.
Jane raggiunse George nel suo ufficio mantenendo uno sguardo basso e imbarazzato. Dopo pochi secondi egli si giró verso di lei e cominció a baciarla, lasciandosi andare da quel fermo controllo autoritario che manifesta tra i suoi dipendenti. Jane non capì la sua reazione e lo fermó subito allontanandolo con le mani e spingendosi indietro.
"Ma che fai?" Chiese Jane irritata.
"Come scusa?"
"George, mi dispiace ma non è come pensi"
"Ah no? Sei stata tu la prima... ho capito che hai voglia anche tu di stare con me" aggiunse George avvicinandosi pericolosamente a lei.
"No, è stato un errore. Mi dispiace non volevo"
"Cosa stai blaterando?"
"È che l'ho fatto solo perché..."
"Perché? Sei matta? Prima mi baci e adesso mi rifiuti?"
"Vuoi la verità?"
"Non aspetto altro"
"L'ho fatto solo per farmi vedere da Michael... dovevo vendicarmi. Lo so è stato un gesto molto infantile il mio, è mi dispiace che tu ci sia andato di mezzo. Non volevo giocare con i tuoi sentimenti"
George rise amaramente, un sorriso che si trasformò subito in rabbia.
"Senti dolcezza" riprese George afferrandola per i fianchi " io mi sono stancato, è da un po' ormai che ci provo, e tu mandi segnali un po' confusi. Detto questo, non hai il diritto di giocare con me, è chiaro? Soprattutto quando sei l'unica a trarne vantaggi, quindi se permetti, adesso voglio giocare io" quelle parole la fecero rabbrividire e il suo sguardo languido che si spogliava di quella dolcezza che Jane era abituata a notare nei suoi occhi, cominciava a tirar fuori la sua vera natura. Lascivo e impudico, la teneva stretta per le meni mentre baciava il suo corpo fino a scendere verso la sua scollatura. Jane, spaventata, si dimenava "no George, lasciami"
"Sta zitta se non vuoi che ti sbatta fuori dall'azienda. Non crederanno ad una poco di buono entrata da poco qui dentro"
Gli occhi di Jane iniziavano a pizzicare per le lacrime e George non se ne faceva. Il suo unico intento era quello di entrarle nelle mutande. Come disse una volta il nostro Michael. Jane era ferma, mentre lui la baciava e la toccava dalla gonna. Cercó di agire mordendogli il labbro e colpendolo con la lampada afferrata da là sopra, tuttavia, George intercettó la mossa e le tiró un violento schiaffo fino a farle sanguinare subito il labbro. Le lacrime di Jane rigavano il suo viso creando un mix di sapore salato sulle labbra insieme al suo sangue. Poi la bloccó al muro e Cercó di alzarle la gonna. Jane urló per due secondi però George le tappó la bocca. Quel reparto non era di turno quella mattina, solo loro iniziarono con il lavoro. Jane stava per arrendersi quando un uragano di nome Michael si fiondó nell'ufficio di George e dinanzi all'immagine che si proiettava, egli perde completamente il controllo: lo afferró dalle spalle e lo gettó con forza sulla sua scrivania di cristallo e con un pugno lo scaraventó del tutto su di essa Fino a farla rompere in mille pezzi. Non finì lì. George reagì dando vari colpi, e sebbene Michael le prese, egli si sfogó su di lui mollandogli pugni a non finire. " che cazzo credevi di fare eh?" Ad ogni pugno Michael scaricava su di lui anche una serie di parole, spuntando la sua rabbia" come hai osato toccarla?"
Jane si spaventò, non aveva mai visto un Michael così fuori controllo, e sapeva che tutto quel caos, lo aveva provocato lei.
"Non dovevi permetterti di picchiarla!" Esclamò con un altro pugno.
"Michael, ora basta, fermati!" Jane gli urló di fermarsi ma senza speranza.
Fred piombó giusto in tempo per fermarlo, insieme ad altri due ragazzi che seppero dar fine a quell'incubo.
Jane era ancora spaventata con il labbro dolorante, e mentre uscivano da quell'ufficio ormai sotto sopra, Michael si preoccupó di lei.
"Te l'ha fatto lui?" Jane non rispondeva, era comunque arrabbiata con lui.
"Rispondimi!" Esclamò ancora nervoso.
"Si, ma non dovevi metterti in mezzo"
"In realtà sono piombato lì per altro, non certo per difendere una stronza come te! E questi sono i ringraziamenti. Non solo mi tradisci con quel depravato ma devo anche togliermi di mezzo?!" Esclamò egli urlandole tutta la rabbia che aveva in quel momento.
"Punto primo, quando hai notato quello che mi stava facendo non ci hai più visto, ti sei scatenato, quindi non parlare, secondo, io non ho tradito nessuno! sei una testa di cazzo, perché ti ho sentito un'ora fa, che vuoi portarmi solo a letto" replicó Jane difendendosi mentre scarica tutta la tensione colpendolo sul petto varie volte prendendolo a parolacce "disgraziato! Stronzo che non sei altro!" All'ultimo colpo Michael lo intercetta e la stringe a sè fino a far combaciare il suo corpo con quello di lei, e i loro sguardi non perdono tempo ad incontrarsi nella solita situazione di interesse che si crea ogni volta che si combinano. La profondità, l'intensità di quello sguardo passionale, li fece unire ben presto in un bacio desideroso da quella volta in cucina, esigente di ampliarsi a più livelli.Continua!
_LG_
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Who's Bad?
FanfictionATTENZIONE: SCENE DI SESSO DESCRITTO. Ragazzo cinico e diffidente dal passato non facile, s'imbatte in una ragazza intrigante capace di sconvolgere il mondo di certezze da lui costruito.