51. Can't let her get away

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"Jane mi spieghi perché hai accettato?!" Esclama Jake non appena escono fuori dal locale.  Jane tutto faceva in quel momento, tranne sentire Jake. Non sapeva se essere meravigliata di averlo visto dopo anni, o arrabbiata per la faccia tosta che aveva avuto, per come era finita tra loro.
"Jane, mi stai a sentire?" La ferma Jake da un braccio. "No Jake, no. Non ci posso credere! Tu conosci Sheryl? È lei che ho conosciuto in bagno. Non posso crederci, a volte la vita è davvero crudele" iniziò a lamentarsi Jane.
"Comunque, mi dispiace, io ho cercato in tutti i modi di tagliare corto ma tu non mi sei stata proprio di aiuto"
"Jake, non c'è bisogno di proteggermi. Domani andremo alla festa e qualsiasi cosa lui pensi o faccia, ci andrò solo per dimostrargli che l'ho dimenticato"
"Lo spero"
"In che senso?"
"Beh... credo che te ne sia accorta"
"Forse si..."
I due rimangono a guardarsi senza dire niente, poi Jane riprende dicendo " e la prossima volta che sono fidanzata ti prego di avvertirmi" disse con mo di avvertimento.
"Scusami, l'ho fatto senza pensarci. Volevo farti sentire più forte e.."
"Jake tutto molto bello, ma so cavarmela da sola" rispose subito.
"L'hai visto per pochi minuti e già non sei più tu" le fa notare lui.
"Voglio tornare a casa, domani ho un incontro"
I due vanno a casa mentre Michael e Sheryl sono ancora in macchina a discutere. "Fai sul serio?" Chiese Michael sorpreso.
"Si, perché no? Tanto è un gioco"
"Un gioco in cui qualcuno può farsi male"
"Se cambia qualcosa interrompiamo subito"
"Sembri molto convinta, che hai tutto sotto controllo"
"Devi fidarti solo di me"
"Mi dai la tua parola che finirà se qualcosa andrà storto?"
"Quindi è un si?"
"Se questo è un modo per riavere Jane indietro... ma chi ci dice che sarà davvero gelosa?"
"Questo non so dirtelo"
"Facciamo che la prenderò in considerazione, vediamo come andrà la giornata di domani"
"Intendi alla festa?"
"Non solo, domani la rivedrò a lavoro, sono io il misterioso cliente"
"Cosa? Quindi avevi intenzione già di ricontraeva senza che lei lo sapesse?!"
"No, l'ho scoperto questa sera. Ho ordinato un mio agente di fissarmi un colloquio con il migliore menager che riuscisse a trovare a Los Angeles disponibile. Meglio averlo vicino casa... mai all'idea fosse diventata un manager" spiegò Michael attentamente.
"Dunque, eravate già destinati a rincontrarvi ... credi sia che il destino"
"Io penso davvero che la vita voglia darmi una seconda possibilità" continuó Michael con la speranza che gli si leggeva negli occhi.
Sheryl aveva lo sguardo incantato: era felice ma allo stesso tempo triste per il suo amico Michael poiché prova un sincero interesse nei suoi confronti.
"La vita è un attimo che vola via, quindi Michael agisci come meglio credi, però non forzare le cose, come dire vivi e lascia vivere" disse Sheryl.
Michael la guardò assimilando ogni parola. "Sei una ragazza straordinaria Sheryl, sarà molto fortunato colui che ti sposerà" Sheryl la buttó sul ridere per non prendere sul serio le parole che aveva detto Michael. Poi andarono via.
Il giorno seguente Jane si svegliò presto, si apprestó ad andare al misterioso appuntamento con il suo nuovo cliente. Chi poteva mai essere? Si chiese tra se e sè. Raggiunse un domicilio ma qualcuno la intercettó...
"Signorina Jane?!"
"Si? Chi è lei?"
"Sono qui da parte del suo cliente, venga la sta aspettando" la invitó a salire su una limousine nera. Jane per un attimo esitó poi entrò in macchina.
Era da sola e aveva la possibilità di servirsi di ogni confort in quella macchina. "Scusi ma dove stiamo andando?"
"La strada è un dato riservato signorina mi dispiace" disse l'autista per poi chiudere il separè.
Jane era sempre più confusa ma qualcosa o meglio qualcuno le balenó in mente come una doccia fredda, un fulmine al ciel sereno, come ieri sera. Non c'erano dubbi doveva essere lui, Michael Jackson! O era qualcuno di famoso come lui? Anche se non voleva ammetterlo, nella parte più profonda della sua anima e del suo cuore che ha cercato di tenere chiusi in questi ultimi anni, sperava che fosse lui. Pensó a lui e a Sheryl, la confessione di quest'ultima che le piacesse ma di lui che le dava strani segnali, che l'avesse dimenticata del tutto? In fin dei conti anche Jane ha cercato di andare avanti e Jake non le dispiaceva, ma vogliamo mettere di nuovo la presenza di Michael? Jane si sentì sopraffare e cercó di arrestare ogni possibile pensiero di attrazione verso Michael. Se c'era una persona che potesse pensare ad un senso oltre il confine di amicizia era Jake. Con Michael era finita e non poteva ricascarci.
Dopo 20 minuti la limousine si ferma, la portiera viene aperta e lei può finalmente scendere e vedere di cosa si tratta. L'immenso si apre avanti ai suoi occhi: una distesa verde che va oltre il suo orizzonte, una villa dislocata in vari livelli di dependance, giostre che solo al luna park si possono vedere e piscine a forma di ruscello che completano il profilo della villa; per non parlare di alcuni animali che si intravedono da lontano come un elefante e vari cavalli. "Oddio, ma dove sono?" Chiese Jane stralunata.
Il tizio se ne va lasciandola in erme. Mentre si guarda intorno una figura avanza lentamente dietro di lei e come per magia, come una sorta di presentimento, Jane si gira intravedendo Lui. E il suo cuore non si smentisce mai: un batticuore si sente forte nella sua cassa toracica provocando una sensazione di calore al basso ventre, la saliva manca e il respiro diventa corto; gli occhi perfettamente proiettati verso un paio di occhi che sembra di riabbracciare attraverso uno sguardo magnetico è sexy.
Michael avanza verso di lei come un felino con mani in tasca e un sorrisetto smaliziato (😏).
"Non potevi essere che tu" gli incalza subito Jane non appena egli si avvicina abbastanza a lei.
"Ah si, e quando ci saresti arrivata?" Le chiede con arroganza.
"Alla limousine" afferma con decisione.
"Beh, non sei poi così scaltra come vuoi far notare" le fa notare con ganzo.
Jane inizia ad innervosirsi esattamente come quando lo conobbe. Nota con piacere che è ritornato ad essere l'arrogante di prima.
"Oh dimmi tu chi userebbe un colloquio così"
"Prince, Elton John, e altri che amano ostentare la loro ricchezza"
"E tra questi ci sei anche tu a quanto pare"
"Solo con chi voglio"
"E perché proprio con me?!" Chiese esclamando Jane.
"Volevo esattamente la tua reazione di prima, era una sorpresa, e quella è l'unica macchina che ho a disposizione con finestrini oscurati dove non puoi vedere niente"
"Cos'è questa villa?" Chiede curiosa Jane.
"È il mio nuovo ranch, ci abito da poche settimane"
"Sembra che hai costruito un tuo piccolo mondo"
"L'idea è quella" le fece notare guardando il ranch.
"Beh torniamo a noi. Cosa vuoi da me?"
"Proporti un lavoro"
"Beh no grazie, ho altri target di clienti. Scusa se ti ho fatto perdere tempo. Addio Michael" dice in fretta in modo da darsela quasi a gambe.
"Qualcosa mi dice che hai paura"
Jane si ferma e si gira nuovamente verso di lui. "Io paura? Chi, di te?"
"Beh si, forse non sei in grado di separare il lavoro dalla vita privata" le dice Michael senza peli sulla lingua in modo da provocare Jane.
"Non sai un bel niente di me, quindi non ti azzardare!" Escalmó puntandogli un dito contro ed era proprio questo a separare di poco i due. Entrambi si guardarono con occhi che sembravano vivi di domande, le quali non si potevano esprimere, come se non esistessero ancora parole con cui inquadrarle, o nascoste dal dolore, dalla tristezza accumulata in questi due anni, dalla rabbia, che accecava quei sentimenti che volevano emergere dopo tanto tempo con un semplice sguardo.
"Sei ritornata la solita saccente se non peggio" le incalzó Michael continuando a guardarla negli occhi.
"E tu un arrogante di prima categoria"
"Attenta a come parli"
"Perché sennò che fai? Mi porti a letto per darmi una lezione?" Disse lei facendo riferimento ad un evento passato.
"Non ne ho bisogno, il Michael che conoscevi non c'è più mia cara" le canzonó Michael.
"E con questo?"
"Se voglio una cosa la ottengo senza mezze misure"
"Non lavorerò mai per te"
"Allora sei una codarda"
"E tu un manipolatore"
"È inutile che ti frusci, ho scoperto di te solo ieri sera, mi sono fidata semplicemente di Stevie Wonder che mi ha consigliato un ottimo menager, tutto qui, ma se non vuoi va pure, ne trovo altri anche migliori, in fin dei conti hai poca esperienza, mi hai fatto perdere solo tempo"
Jane inizió a ridere nervosamente "migliori? Senti, non per tirarmela, ma modestamente parlando me la cavo okay, so fare bene il mio lavoro, e di certo non sono venuta fin qui a farmi mettere sotto da te"
"Allora finisci di fare la patetica e seguimi così ne parliamo meglio" disse Michael dirigendosi verso l'interno mentre Jane rimaneva in erme.
Fece per seguirlo non avendo altra scelta. Entrarono in casa e si accomodarono nell'enorme salone di casa, poco dopo Michael venne con due caffè. Uno normale e un altro schiumato per Jane.
"Ricordi ancora come lo prendo" notó Jane rimanendo piacevolmente sorpresa.
"No, è un caso..." disse Michael guardando a terra " molti miei ospiti lo prendono così, per questo ho tirato a indovinare" cercó una scusa Michael. Non voleva darle subito delle certezze che fosse ancora innamorato di lei, che non l'avesse mai dimenticata, e gli mancava fare l'amore con lei, soprattutto adesso che si mordeva il labbro per quel momento incerto che aveva creato con le sue scuse.
"Cosa vuoi propormi?"
"Un contratto di un anno, in cui sarai il mio menager, organizzerai gli incontri più importanti, gli eventi, e gestirai parte del mio denaro per tutte le cose che farò per il lavoro"
"Di solito non gestisco anche altre spese"
"Se accetterai potrò aiutarti io inizialmente dandoti alcune indicazioni sulle cose che farò aggiornandoti molto prima"
"Perché proprio io?"
"Mi hanno detto che sei una delle migliori in zona e ho bisogno qualcuno di L.A, e voglio metterti alla prova, se non sarai in grado sarai fuori, sia chiaro, sono molto esigente sul mio lavoro"
"Me lo ricordo..."
"Appunto"
"E tu mi assicuri che sarà solo un rapporto professionale e nient'altro? Perché non ho nessuna intenzione di avere a che fare con te oltre il lavoro"
"Ci sarà un contratto no?" Dice Michael quasi con ovvietà trattando Jane come una alle prime armi.
"E poi la saccente sarei io? Così tratti le persone che lavorano per te!?"
"Non capisco il senso della tua domanda. Cosa ti da fastidio, che ti abbia messo in evidenzia l'ovvietà della cosa o perché ti considero come una persona qualunque?"
"Guarda mio caro a me non frega niente di te e cosa pensi di me, ma esigo rispetto, chiaro? O puoi anche fotterti"
"Allora inizia a parlare con rispetto se vuoi rispetto bambola"
"Ma perché sto perdendo tempo con te ? Va al diavolo!"
"Ecco è come pensavo, sei troppo orgogliosa e arrogante per accettare il mio lavoro, sebbene ti farebbe molti punti sul tuo curriculum tra un anno"
"Preferisco lavorare il doppio che per uno come te"
Michael la blocca prima che possa andarsene tirandola a se. I loro corpi si scontrano creano una specie di scossa tra di loro, un brivido lungo la schiena si sente per entrambi provocando la pelle d'oca. 'Non posso lasciarti andare, non questa volta, trattandoti così tu potrai innamorarti di nuovo di me' disse Michael senza che gli uscisse una sola parola. 'Perché mi tratti così? Dopo che mi hai tradito devi pigliarmi anche a pesci in faccia?' Disse invece Jane senza proferire parola.
"Non posso lasciarti andare... ecco, tu sei la migliore e mi servi, come io servo a te. Accetta, ti prego" disse Michael mettendo da parte la sua maschera di riconquista per essere se stesso. Jane rimane ancora una volta confusa: prima la tratta a pesci in faccia e ora è così gentile con lei. In fin dei conti il nome di Michael Jackson sul suo curriculum le avrebbe portato non poca fortuna.
"Accetti?"
"Va bene, ma ad una condizione"
"Quale?"
"Sta lontano da me"
'Sarò la tua ombra'..."va bene, ci sarà solo un rapporto professionale".

Continua
LiberianGirl

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