19.yes, i do.

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Michael notó che si trattava di una chiamata sconosciuta. Si allontanó dalla cucina lasciando soli Jane e George.
"Scusate, devo rispondere. George ci pensi tu?"
"D'accordo, me lo dicevi. Alla fine sempre io l'ho fatto" gli incalzó George.
Michael gli lanció un'occhiataccia allontanandosi subito.
"Pronto?!" Esclamò Michael a telefono.
"Siamo di pessimo umore oggi eh Michael" una voce a lui più che familiare si sentì dall'altra parte del telefono.
"Pezzo di merda"
"Ho chiamato solo per dirti che sei morto"
"Lo vedremo"
"Non dovevi metterti sulla mia strada Jackson, è stato un pessimo errore l'avermi sparato"
"Oh, lo rifarei altre 100 volte"
"Ti farò rimpiangere di essere nato, te e le persone che ami"
"Brutto stronzo, non ti azzardare a torcere nemmeno un cap-.... pronto?! Pronto!"
Notorius staccó la chiamata lasciando Michael in preda alla rabbia e alla preoccupazione. In quel momento realizzó che non era l'unico a doversi difendere. Guardó Jane da lontano che sorrideva, con gli occhi solari di sempre e la magia di chi ti fa innamorare. Non poteva lasciare che le accadesse qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato. Ma come avrebbe fatto?
Egli raggiunse gli altri, nel mentre George faceva gli occhi dolci a Jane.
"C'è qualcosa che non va?" Chiese subito Jane notando lo sguardo di Michael.
"No, niente. Un problema di lavoro"
Mentì cercando di non dargli troppo peso. " ora scusate devo andare" aggiunse.
"E il caffè?" Chiese lei.
"Sarà per un'altra volta" le disse amaramente.
A Jane non piacque il modo in cui le rispose. Lo accompagnó alla porta con mille pensieri... era evidente che mentiva e lei lo sapeva.
"Allora io vado, sono stato bene..." le disse con un sorriso un po' spento.
"Anche io... mi, mi è piaciuto prima" disse senza pensarci troppo.
Michael rimase sbigottito. Si può dire che gli risollevó di poco l'umore. Aveva il cuore colmo di speranza, ma da un lato vi era un pericolo che non scherzava.
"Io... io. Ecco non sono bravo con le parole, ma credo che ormai si sia capito. Non fingo con te Jane"
"Beh, questo è da vedere... insomma, sei uscito con altre mentre uscivi con me. Io che ne so se fai davvero?" Chiese con un mezzo sorriso timido.
"Hai ragione, ma lo facevo perché... avevo paura"
"Di cosa?"
"Di te"
"Di me?" Si mise a ridere non capendo quasi.
"Non ridere, già è complicato aprirmi"
"Va bene, scusa"
"Adesso devo andare"
"Va bene"
"Senti... una di queste sere, ti va di cenare insieme?"
"Mmm, è un appuntamento?"
"Prendila come vuoi"
"D'accordo"
Michael la salutó con un bacio sulla fronte. E Jane rimase inspiegabilmente male. Lui se ne accorse
"Faremo le cose come si deve, venerdì passo a prenderti"
"Okay"
Lui stava per andarsene quando...
"Michael..."
"Si?" Chiese lui girandosi verso di lei mentre usciva dalla porta.
"Dimmi la verità, non si trattava di lavoro vero?"
"No, ma non posso dirtelo"
"Perché no? Michael devi dirlo alla polizia"
"Non ti intromettere, lo faccio per il tuo bene, so io cosa fare" disse e se ne andò senza aggiungere altro.
Jane rimase senza dire niente e la preoccupazione si faceva strada nei suoi pensieri. Michael non gliela raccontava giusta, ma lei doveva sapere cosa stesse succedendo. Non si voleva tirare indietro e far finta che non fosse successo nulla, non solo perché ella rimase ferita, ma perché era in gioco la persona che in quei giorni più le stava a cuore. In poco tempo era diventato qualcosa di più, un elemento che adesso faceva parte della sua vita. Cercó in tutti i modi di non farlo accadere, di non coinvolgersi, ma quella situazione le servì per capire cosa volesse davvero da quella persona, da quella che poteva essere una nuova relazione per lei, seria, con dei sentimenti in gioco.
Dopo un'oretta anche George se ne andó e Jane potè sfogarsi con l'amica.
"Cosa ti frulla in quei pensieri?" Chiese Stephany alzandosi da quel divano che non sopportava più, facendo leva sulle stampelle.
"Michael"
"Michael... ormai è chiaro, vi volete a vicenda, cosa aspettate a dichiararvi e basta?"
"Non è solo questo" disse guardando altrove con occhi persi.
"Avanti spara"
"Beh, quello che è successo. Non me ne vuole parlare"
"Capisco... allora vuol dire che la situazione è più grave di quanto ci aspettassimo"
"Non riesco a capire, perché lo vogliono morto... è vero che è un po' una testa calda, ma non credo che sia una persona che abbia fatto chissà cosa per arrivare a tanto"
"Sono tante le spiegazioni Jane, tanto può essere che non centri nulla e tanto che si sia messo nei guai per droga, o altro"
"Droga? Altro in che senso?"
"Jane, sembra che tu scenda dalle nuvole. Ti hanno sparato, non so se ti è chiaro... era destinato a lui. Sanno dove lavora, adesso sapranno anche di te. Tu più di tutti dovrai stare attenta"
"Mi stai dicendo che è meglio stargli lontano?"
"Non ho detto questo... voglio solo che tu rifletta e pensi a cosa è più giusto per te"
"Io sono confusa... da una parte non so nulla e questo dovrebbe mettermi in allerta, dubitare di lui, ma dall'altra sento che lui è innocente in tutto questo. Certo, a primo impatto si darebbe subito per scontato che lui sia intricato in qualche faccenda tutt'altro che legale... ma credo che lui sia più sensibile e bravo, più di quanto non ami far credere, facendo a volte il gradasso, il presuntuoso o il prepotente"
"Ecco, era esattamente questo a cui alludevo. Nonostante ciò, tu sei pronta a stare con lui oppure no e continuare la tua vita di sempre?"
"Non voglio lasciarlo solo... forse sarò una sciocca, ma sento che lui questa volta sia sincero con me"
"Guarda se mi fai ripensare a ciò che mi hai detto della serata scorsa che ti non ti ha lasciato sola nemmeno un attimo con George, mi viene ancora da ridere, non ho mai visto una persona così gelosa e veramente riguardosa per un'altra. È stato tutto il tempo con te all'ospedale"
"Vabbè dai, adesso esageri, perché tu non potevi"
"Jane, hai visto prima? Non appena è arrivato George si è intrattenuto ancora "
"Già, e in cucina non ha perso tempo z riprendermi"
"Vedi allora!"
"Tutto questo mi eccita" disse ridendo come una bambina.
"Beh, con un bocconcino così, che ti ama, ci credo che per te vale lo stesso"
"Aspetta, non ho detto nulla"
"Dillo adesso allora, io amo Michael Jackson"
"Io amo... ma"
"Dillo!"
"Scema"
"Scusa ormai lo sai perché non vuoi ammetterlo apertamente? Prima o poi dovrai farlo davanti a lui"
"Venerdì mi ha invitata a cena"
"Quindi devi fare pratica, dai ammettilo"
"Io non diró nulla se non lo farà prima lui"
"Ma se tu non lo fai nemmeno con me"
"Ah, quanto sei fastidiosa, va bene lo ammetto, mi piace, mi piace la sua gelosia, il modo in cui si prende cura di me e di come mi fa sentire fisicamente, di come mi bacia e "
"Perfetto, meglio di così!"
Jane si fermó appena diventando rossa di botto. Lo aveva detto, finalmente lo aveva ammesso apertamente.
"Quindi lo ami?"
"Si, lo amo"

Continua
Ps per chi segue questa storia, iniziate a seguirmi, così da rimanere sempre aggiornati per tutte le volte che pubblico un capitolo. Infatti, ogni volta pubblico sempre facendo riferimento all' avviso a tutti coloro che mi seguono. Grazie della piccola attenzione ❤️
(Per chi non lo sapesse, quello raffigurato è Amor vincit omnia, l'amore vince su tutto di Caravaggio, lascio a voi le rappresentazioni mentali :) )
_liberingirl_

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