32 Meraviglia

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Quando Cian aprì gli occhi, dovette richiuderli con uno scatto subito dopo. Un angolo delle sue ciglia lacrimò, e dovette stringere le palpebre per non sfregarle con le mani. Cercò piano piano di sbattere le ciglia e la luce del sole che prima era fastidiosa, divenne man mano meno abbagliante. Aprì gli occhi lentamente, e si guardò intorno con la vista che gli ritornava.

La stanza era illuminata dalla luce, ma per il resto vide che era tutto normale. Cian si girò sulla spalla e si alzò appoggiando i talloni sul pavimento freddo di marmo. Lo colse un brivido all'improvviso e facendo un respiro profondo, si alzò dal letto lentamente. Le sue gambe erano intorpidite, e gli ci volle qualche secondo per far sì che il sangue fluisse nel corpo. Facendo dei piccoli movimenti, andò verso il tavolo, dove una porzione di cibo lo stava aspettando.
Sopra c'era pure un biglietto di Reid che gli diceva di mangiare il pasto appena svegliato.

Quando Cian finì di mangiare, si alzò e si vestì. Appena vide il suo riflesso nello specchio si immobilizzò e restò davanti ad esso per qualche minuto. La figura che aveva riflessa davanti era molto diversa dal suo io di qualche mese fa. Ora i suoi capelli castani erano cresciuti ed erano bizzarri, quasi indomabili, gli occhi grigi erano stanchi e arrossati, come le guance rosee sulla faccia pallida. Il suo colorito non era dei migliori, e sembrava che fosse stato vittima di bullismo. Il suo corpo era dimagrito, ed era diventato più snello e magro, con la vita stretta e le gambe lunghe.

Anche se il corpo di Cian non emanava la stessa aura di quella di Declan, per via della pesantezza, dentro il suo corpo magro e il fisico snello, racchiudeva un potere che era invidiabile ad occhio umano. Era la forza dei nove Cieli.

Cian distolse lo sguardo turbato dalla sua stessa immagine. Andò a cambiarsi e si mise un completo grigio che aveva trovato piegato  e stirato sopra uno dei tavoli in marmo bianco che erano dentro la stanza.

Una volta aperto la porta si guardò intorno nel corridoio del palazzo.
Non c'era nessuno.
Cian voleva dire a Silas che era sveglio, e pensava che Declan fosse rimasto vicino a lui la scorsa volta, ma non aveva trovato al suo fianco né lui né Reid.
Cian era anche un po' preoccupato da questa cosa.

Di solito Reid era sempre al mio fianco quando mi succedeva qualcosa, se non lui, allora c'era Declan. Ma questa volta nessuno dei due era presente...cosa potrà mai essere capitato?

Con il cuore in gola e gli occhi vigili, attraversò il corridoio di pietra e vetro, non trovando però anima viva. Cian si ricordò che Declan una volta gli aveva detto all'inizio, che nel palazzo della Brina Gelida c'erano alcuni zombie di livello inferiore. Ma fino ad adesso, Cian non ne aveva visto nemmeno uno. Che strano...

Camminò per un po' attraversando varie sale enormi guardandosi attorno.

Cian non era ancora abituato alla grandezza di quel palazzo, e sapeva che non ci si sarebbe abituato facilmente.
Percorse un salone con le porte in vetro e si fermò facendo dietro front.

Guardò le porte di color bianco. Sembrava come se qualcosa, o qualcuno, lo stesse chiamando all'interno.
Le porte luccicarono al riflesso che penetrava dalle finestre a forma di arco, emanando la lucentezza e lo splendore di esse. Cian restò qualche secondo ad ammirarle e facendo un passo avanti entrò dentro il salone piano.

Era ampiamente gigantesco. Tutto in bianco. Tende e finestre comprese. Persino i tavoli erano di giada pura e brillavano. Le gambe di Cian si fermarono ad ammirare quello spettacolo e gli ci volle qualche secondo per riprendersi. Alla sua destra, girando la testa, c'era una specie di contenitore in vetro, in cui all'interno c'erano tantissime pillole di colori diversi. Erano talmente tanto ammalianti che le dita di Cian si contrassero.

"Questo palazzo è anche tuo ora. Non c'è bisogno che esiti."

Una voce molto calma e fredda, rimbombò nella sala. Alla sinistra di Cian c'era un trono in cui ci sarebbero potute stare quattro persone. Ornato di fiori, e diamanti, placcato di giada.
Sembrava emanare luce propria.

Sopra di esso, con le gambe accavallate e con una postura molto pigra, c'era un uomo con le vesti candide e bianche. Mettendolo a confronto con il salone, la sua figura irradiava maestosità e potere. Sembrava bello come una scultura di giada.

Questa figura si mosse e posizionò sul suo grembo dei fogli. Svogliatamente li stava guardando e ci stava scrivendo sopra qualcosa.
Alzò gli occhi per qualche secondo dal foglio, e li incastrò in quelli di Cian.
Questa figura magnifica, non era altri che Declan, e la luce dei suoi occhi color ossidiana, erano più brillanti che mai.
Cian dovette distogliere lo sguardo per primo incapace di reggerlo.

Sentiva che la sua mente fosse offuscata, incapace di ragionare lucidamente.
Non riusciva mai a guardare Declan per molto tempo, se non per una breve occhiata di sfuggita. Gli sguardi che lui gli scambiava, anche se di breve durata, sembravano emanare un'aura gelida, di potere.
Nessuno che aveva due occhi, poteva riuscire a sopportare la vista di tale persona.

Sembrava come se fosse stato creato per salire sul trono. Un Immortale caduto dal Cielo. Una divinità Celestiale.

Inoltre, la bellezza di Declan, era di quel tipo di bellezza dalla quale ci si sentiva maggiormente  colpiti, proprio come una spada affilata, che quando veniva sguainata era così abbagliante che non la si poteva guardare direttamente.

Cian dovette voltarsi dall'altra parte per far diluire i pensieri che gli stavano vorticando nella mente.

Dopo un po', schiarendosi la gola e con un tono di voce neutro, chiese: "Cosa intendi con "questo palazzo è anche tuo ora?" , non mi sembra di aver mai detto di voler possedere il Palazzo di qualcun altro."

Declan alzò un sopracciglio. Con la testa leggermente inclinata e un'espressione divertita, replicò : "Ma ciò era sottinteso. E poi, d'altronde, ciò che è mio è anche tuo ora. È un dato di fatto."

Questa volta era Cian ad aggrottare le sopracciglia perplesso, "Perché mai? Non abbiamo mica così tanta confidenza da poterci scambiare i beni."

Declan alzò le labbra in un piccolo sorriso, "Come no? Non siamo abbastanza in confidenza tra di noi?"

Cian restò in silenzio per qualche secondo e dopo un po' disse, "Non direi che siamo sconosciuti, ma nemmeno amici intimi."

Declan: "Ma Park Cian, noi non siamo più che amici? Mi offendo se dici così sai?"

Disse facendo finta di essere triste. Le labbra di Cian si contrassero e restando impassibile affermò: "Non c'è nulla da offendersi. La nostra relazione è puramente basata sul salvare Earthland. Non pensare che mi sia dimenticato delle tue menzogne. E poi..."

Cian distolse lo sguardo e lasciò la frase in sospeso, troppo in imbarazzo per continuarla.
E poi...il condividere tutto, non sarebbe una cosa che fanno marito e moglie?

Declan sorrise come se avesse intuito i pensieri di quest'ultimo e sospirò "Tsk , sei sempre cattivo nei miei confronti Park Cian."

".........................." 

Cian si schiarì la gola "A proposito, dov'é Reid?" cambiò argomento.

Declan mise via i fogli e si alzò "Con Silas. Mi ha chiesto di voler vedere alcune mosse per il combattimento, e io gli ho detto di chiedere a Silas."

Scese dalle scale, con passi leggeri e lenti. Con le mani dietro la schiena e le vesti bianche che fluttuavano, andò verso Cian.

"Non mi aspettavo che lo aiutassi." Disse Cian.

Declan gli arrivò di fianco e lo guardò. "Dovresti aspettarti di tutto da me."

Cian annuì e si rivolse verso le pillole. "Cosa sono?"

Declan gli intimò di avvicinarsi, ed insieme guardarono cosa c'era all'interno. Gli occhi di Cian brillarono.

La voce di Declan era calma quando disse: "Sono tutte le pillole che sono state create nel corso dei secoli."

Illusory dream "BL"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora