11 Le colonne dai simboli neri

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I tre ragazzi, la mattina presto, dopo aver deciso la strada da percorrere, si incamminarono verso la capitale della settima isola, PearlYellow.
Il tempo stava cambiando e se fosse stato prima del virus, allora si capiva chiaramente che stava arrivando la primavera.

In questo periodo dell'anno sbocciavano i fiori e l'aria emanava odore di erba tagliata e fresca. Inoltre la leggerezza e la spensieratezza delle persone che giravano ti calmavano e svuotavano la mente alleggerendoti. Ma si sapeva, questo era prima che tutto questo accadesse.

Ora il paesaggio non era più così. Le case e gli edifici enormi che un tempo prosperavano, erano diventati freddi e lugubri. Le finestre erano rotte e i tetti ammaccati, le porte non si vedevano e pure da chilometri di distanza si sentiva l'odore della muffa e della polvere che li ricopriva senza lasciare via di fuga.
Anche il sole era poco luminoso, sembrava che anche lui stesse morendo insieme a questo mondo. Di animali non se ne vedevano in giro e Cian pensò che fosse stato causa della pandemia.

Infatti, tutti gli animali che erano sopravvissuti, erano tutti in foreste e savane, l'ottava isola non era un'isola qualunque, era molte volte più grande delle altre sette che gli giravano intorno. Perciò, tutto quello che non potevi trovare lì, lo potevi trovare nell'ottava isola.

Reid bevve un sorso d'acqua dalla borraccia e si abbassò il cappuccio. Per dover andare alla capitale, PearlYellow, dovevano passare per una lunga distesa di sabbia. Quella distesa prima del virus non c'era, si era formata solo dopo che i grandi tornadi avevano distrutto una città, e i detriti che si erano formati erano diventati polvere per il caldo. I raggi solari non erano molto forti, ma se una persona ne era esposta troppo allora poteva provocare affaticamento nel sistema corporeo. Era inevitabile perciò dover bere acqua almeno ogni ora per non rimanere assetati e disidratati.

La stanchezza si faceva sentire ma nessuno dei tre se ne lamentava. Se non riuscivi a sopravvivere in questo modo allora non potevi rimanere troppo in vita. Le insidie erano tante ed erano sempre dietro all'angolo.

I tre ragazzi proseguirono quindi in tacito silenzio per le dune. Ogni tanto si fermavano e riprendevano subito dopo.
Quattro ore di camminata dopo, poterono vedere una vasta distesa d'erba secca che si estendeva per tante miglia davanti a loro. Reid si guardò intorno con cautela e sospirò. Da quando avevano lasciato la città non avevano incontrato più zombie nei paraggi, e quando Reid aveva domandato il perché era stato Declan a rispondere con calma dicendo: "Gli zombie prosperano nelle città perché è lì che è più facile incontrare un umano. Sanno che nelle città demolite e nelle distese di sabbia, nessun umano si aggirerebbe."

Quando Cian calpestò qualcosa di diverso dalla sabbia, rilasciò un sospiro di sollievo.
I tre si fermarono un attimo per guardarsi attorno.
Nonostante alle loro spalle ci fosse una distesa di sabbia lunga chissà quanti metri, quello che videro davanti sembrava ancora più vasto. Sembrava come se quel posto fosse stato tagliato a metà da una linea immaginaria ed invisibile. Da una parte, alle loro spalle c'era la sabbia, mentre dall'altra, davanti a loro, c'era dell'erba secca.
Neanche un piccolo granellino di sabbia era sull'erba. Sembrava un fenomeno più magico che naturale.

Oltre però all'erba c'erano anche tantissime colonne lunghe circa un centinaio di metri e spesse quanto sette teste di uomini adulti.
Cian socchiuse gli occhi e cercò di vedere cosa ci fosse di strano.
"Cosa sono?"

Declan fu il primo che dopo una rapida occhiata si incamminò verso le colonne, "Andiamo a vedere."

Reid e Cian lo seguirono e quando furono abbastanza vicini, Cian vide qualcosa di strano.
"Sono...scritte?" Domandò Cian avvicinandosi.

Erano parole, più precisamente delle date e delle frasi molto brevi, ricoprivano tutte le colonne che c'erano e ce ne erano circa una cinquantina a distanza di dieci metri ciascuno.
Cian si accigliò notando che c'era un problema.

"Sono scritte in una lingua antica, circa esistita 2000 anni fa." Affermò Declan guardando le scritte.

Reid che stava toccando con una mano una colonna chiese: "E tu come fai a saperlo?"

Declan lo fissò un attimo rispondendo con tono piatto, "Avevo letto dei libri a riguardo tempo fa, ma non pensavo che li avrei trovati realmente." Fece spallucce.

Cian si girò verso di lui sorpreso, "Davvero? E sai anche che cosa c'è scritto?"

Declan spostò gli occhi da Reid su Cian e gli fece un piccolo sorriso annuendo. "Posso provare a tradurre. Vediamo..." si avvicinò e rimpicciolì gli occhi "...non sono frasi qualsiasi, ma narrano una storia avvenuta a quei tempi. Ci sono le varie fasi delle battaglie con riportate le date di inizio."

Cian lo fissò con occhi sorpresi. "Dimmi di più."

Declan così proseguì, "Parla di un ragazzo, per l'esattezza un principe molto amato dai suoi sudditi e dal reame, questo principe era la luce dei sovrani di quel regno ma aveva una caratteristica molto particolare che solamente il Monaco del palazzo e i sovrani sapevano, ovvero che era nato sotto una stella maledetta. Questa è la data della sua nascita." Indicò una data e continuò.

"Il Monaco aveva predetto che il principe avrebbe portato una catastrofe nel mondo e avrebbe distrutto il regno portando sventura, perciò aveva proposto ai sovrani di non farne parola con nessuno e di portalo in un tempio sacro quando avrebbe compiuto 8 anni per purificarlo." Declan camminò di colonna in colonna leggendo lentamente e dietro di lui Cian e Reid lo ascoltarono in silenzio.

"Così, quando il principe cresceva, i sovrani al compimento del suo ottavo compleanno lo portarono come stato detto dal Monaco per farlo purificare. Ma qua il principe senza volere, sbatté la testa su una lastra di pietra calcarea e dal quel giorno non si svegliò più."

Cian chiese " Morì?"

Declan scosse la testa "No, era incosciente ma respirava, possiamo dire che fosse in coma. Quindi i sovrani portarono subito il principe dal Monaco ed egli lo ghiacciò in una lastra. Il Monaco era conosciuto per la sua esperienza e la sua bravura nelle arti mediche ed era vissuto per più di 200 anni, perciò aveva conoscenze che nessuno poteva avere."

"Così passarono due anni e finalmente il principe si svegliò. Il re e la regina ne furono felicissimi ed organizzarono un banchetto in suo onore. Il Monaco controllò che il principe stesse bene e si sorprese nel constatare che un suo occhio aveva cambiato colore, era diventato rosso cremisi. I sovrani non si preoccuparono tanto e dopo che il principe si riprese, poterono vedere che il loro amato figlio era diventato bravo in tutto. Bravo a cacciare, a tirare con l'arco, nella scrittura, nella pittura, nel suonare l'arpa e bravo nello studiare. Aveva un intelletto fuori dal comune e ben presto tutti i sudditi iniziarono ad amarlo e a lodarlo."

Declan si fermò un attimo davanti ad una colonna e sorrise leggermente, "Il principe era anche di animo gentile e modesto, voleva sempre aiutare il prossimo e non chiedeva mai nulla in cambio, così diventò il principe che tutti amavano. Pian piano iniziò, grazie alla sua intelligenza fuori dal normale a creare delle cose. Per l'esattezza dei prodotti chimici con delle erbe. Così, iniziò la sua passione per i medicinali e chiese consigli pure al Monaco dicendo che voleva diventare un suo apprendista."

Reid alzò gli occhi al cielo "Scommetto che qua viene la parte cruciale della storia."

Cian sorrise e Declan lo guardò leggermente con un occhio "Esatto."

Declan camminò fino all'altra colonna e si fermò fissandola. Un suo sopracciglio si curvò all'insù e Cian lo notò.

"Che succede?" Gli chiese.

Declan non gli rispose e rimase in silenzio per qualche secondo pensando.
Aprì la bocca solo quando Reid stava per parlare, "C'è una parola che non riesco a tradurre."

Al che sia Cian che Reid si ammutolirono.

Illusory dream "BL"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora