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Si era addormentata così, tra un pensiero e l'altro. Ma era sicura di aver fatto sogni strani o che quel sogno fosse durato un po troppo.

Apre gli occhi delicatamente, la luce che entra dalla finestra le acceca gli occhi e fa una smorfia di fastidio. Ma comprende subito che quella non è la stessa casa in cui si era addormentata l'ultima volta. Era una stanza carina, delicata e ordinata. Di certo non la sua.
Una mano le stringe il grembo e le riscalda il corpo. Lei spalanca gli occhi non capendo chi c'era al suo fianco, era stordita e non capiva se tutto era stato un sogno o realtà. In lontananza vede la sua coppa che qualche ora prima innalzava. 

Poi, si gira dall'altro lato del letto e vede lui.
Dorme, sembra un bambino ed é stretto a lei.
Tutto era finito, ma lui era ancora lì con lei.

Decide di goderselo ancora un po accarezzando i suoi capelli che gli coprivano il viso. Lui si sveglia, apre gli occhi e sorride vedendo chi ha al suo fianco.

"Bambolina" sussurra tra veglia e sonno e lei ride, felice.

Forse questa è la vera felicità?
Avere a fianco le persone che amiamo?
Anche se a volte non riescono a renderci felici del tutto?

Si abbracciarono, si dedicarono le loro solite coccole. Adesso potevano farlo liberamente, potevano liberarsi.

"Mica abbiamo fatto qualcosa?" Chiede Giulia con tono delicato e timido vedendo che lei indossava solo una t-shirt corta e la mutandina.

Lui ride facendo una smorfia e facendo spallucce, poi si mette a sedere sul letto. "Non ricordi nulla?"

"E no, mannaggia!" Fa lei

"Eh, dovresti ricordarti" si alza dal letto mettendo in mostra la sua intimità avendo solo i boxer.

Giulia resta ancora di più intimidita da quello, l'aveva sempre visto in pigiama e non così. "Sei nudo"

"Non mi sembra" ride lui "Però ti piace la vista eh" la stuzzica vedendo il suo sguardo fisso ma innocente.

"No" ride lei "Dai, dimmi"

Lui alza i vestiti sparsi a terra buttandoli sul letto. "Questi sono i tuoi vestiti che indossavi ieri"

"No, Sangio" fa lei in un misto tra paura e felicità. Non poteva essere la sua prima volta, se lo sarebbe ricordato.

"Ti e piaciuto molto. Gridavi ed eri molto spinta, ma dolce. I vicini di camera ci hanno richiamato"

"Davvero?" Fa lei incredula "Davvero?" Ripete mentre si preorara "Mannaggia, ma guarda cosa combino" e lui ride in sottofondo

Avevano deciso di regalarsi una notte in hotel insieme per poi andare ognuno dalle proprie famiglie e organizzarsi successivamente.

Scendono nella hall e si dirigono nella sala colazione.
Luo prende un cappuccino, un cornetto e della cioccolata e va a sedersi mentre guarda la sua ragazza ancora indecisa su cosa scegliere. Poi va a sedersi anche lei. "Ho preso anche io questo coso" indica il cappuccino "un cornetto a crema, un altro a cioccolato e un altro al miele" ride "Non si può mai sapere"

"Misericordia!" Esclama ridendo.

Mentre mangiano, Giulia si accorge che una coppia di fidanzati continuava a guardarli. "Sono proprio loro i vicini di cui tu parlavo prima" fa lui e lei sente in un attimo di soffocarsi mentre lui se la ride.

"Cavolo" si nasconde dietro ad una mano, la sua. Credendo che nessuno la vedesse. "Che ansia" sussurra "Sbrighiamoci"

Lui ride. "Scema, dammi un bacio" e le ruba un bacio prendendola in giro.
Dopo la colazione, salutano e vanno verso Roma.

La grande Roma di Giulia, la grande città eterna che non dormiva mai. Cosi incasinata, disordinata. Piena di sfaccettature e di angoli. "Odore di casa" urla lei facendo una giravolta.

Lui le prende la mano. "Prendiamo un taxi, portami a visitare un po Roma" urla lui fermandosi davanti ad una macchina taxi "Daje" imita la voce di Giulia ed entrano dentro la macchina. La ballerina gli indica l'indirizzo e lui stringendo la mano di lei si gode il panorama fuori dal finestrino. "Roma è sempre così calda?" Chiede Giovanni e risponde il tassista.

"Ci sono giorni peggio" ridacchia con voce rauca. "Oggi c'è anche venticello".

Scendono in una piazza e Giulia paga il tassista mentre il ragazzo si guarda attorno per ammirare la bellezza dei palazzi, delle luci e di ciò che aveva attorno.    

La ballerina prese la sua mano e lo condusse dietro di lei. "Ti piace?" Domanda indicando l'enorme fontana che avevano davanti.

"La fontana delle monetine?" Chiede lui

"Di trevi!" Esclama lei.

"Wow" fa lui con la bocca a mezz'aria. "Cazzo, è stupenda" ride "Dai, andiamo laggiù così buttiamo anche noi una moneta"

"Tu sei pieno di soldi" lo prende in giro

"In questo momento già è tanto se ho i documenti"

Scendono le scale e si trovano ad ammirare l'acqua piena di monete sul fondo. Si mettono di spalle e al "Via" di Giulia lanciano la monetina esprimendo un desiderio.  "Non si dice il desiderio eh" Ride Giulia "Vorrei sapere il tuo"

"Ma non si dice" urla ridendo.

"Volete una foto, per cinque euro?" Si ferma un uomo, basso e con una polaroid.

"Facciamo due foto per cinque euro?" Ritratta lui e l'uomo accetta scattando due foto che ritraevano Giulia e Giovanni in pose folli. Sventolando la foto e decisero che una la teneva lei e una lui.
Sarebbe stato un ottimo ricordo.

Si misero a parlare con l'uomo. "Io vengo dal Bangladesh, ho mia moglie e mio figlio li" raccontava e i ragazzi ascoltarono la loro storia.

"Ti pesa stare lontano?" Chiede Giovanni ma l'uomo non capi, allora Giulia gli fece la domanda e l'uomo disse di sì.

Tutti e tre andarono nella paninoteca nell'angolo, ordinarono tre panini mentre l'uomo continuava a raccontare. Avevano offerto un panino anche all'uomo che continuava a scattare foto ai due, ma non voleva soldi. Era grato per il gesto. Per essere stato trattato da amico.

Ma loro erano così.
Tutti dovremmo essere così.
Bisognerebbe vivere di gentilezza verso noi e gli altri.

La bellezza dell'essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora