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Dopo la fontana andarono nei vicoletti di Roma, come quelli di trastevere. Si fermarono in qualche bar ad assaggiare qualcosa e lasciavano monetine agli artisti di strada da cui Giovanni era terribilmente attratto. Per lui era una bellissima arte.

Andarono al Colosseo e scattarono tantissime foto, tra la folla, avevano quasi paura di perdersi. "È tutto così bello qui"

"Ma son più bella io" ride Giulia e anche lui "Questo è vero" 

Avevano camminato tanto ed erano stanchissimi, eppure  non volevano sprecare neanche un secondo e il tempo stava consumando i loro momenti. Scorreva veloce e presto avrebbero dovuto salutarsi. 

Arrivarono alla bocca della verità. "Questo è il mio posto preferito" ride lei "Da piccola avevo sempre paura di mettere la mano nella bocca"

"Dicevi le bugie?"

"Puo darsi" ride inserendo la mano "Adesso no" poi la tira fuori "Aspetta, ci devo pensare bene"

"Io non dico bugie" inserisce la mano "Mangia, mangia" fa lui.

Quasi alla fine della loro giornata, decisero di mangiare una pizza in centro. Si tenevano le mani appoggiate al tavolo, non volevano lasciarle neanche per mangiare. La tristezza era scesa sui loro volti, i sorrisi diminuiva sempre di più. E restavano minuti interi a guardarsi.

Avevano avuto una convivenza di mesi e mesi insieme. Avevano condiviso tutto. Ed ora era così straziante andar via, rientrare a casa senza vedere l'altro. Svegliarsi senza aver accanto nessuno. Sapevano che sarebbero stati male, ma erano comunque insieme ed era a questo che si aggrappavano. 

Giulia lo accompagnò alla stazione e si misero a sedere su una delle tante panchine. Tra voci, folla e avvisi, riuscivano comunque a parlare tra loro. Ma non avevano parole. "E adesso?" Chiede Giulia fingendo un sorriso falso

"E adesso siamo qui" fa lui con fare triste. "Ma insieme" le da un bacio e la stringe forte, non voleva lasciarla e le sua mani sui suoi fianchi lo dicevano.

Ma ascoltare i gesti, non tutti sanno farlo. Ma quelle mani che stringevano così tanto il suo corpo.

"Ciao Giuly" arriva la mamma di lei, alta e bionda.

"Uguale a lei" pensa lui nella sua testa. "Piacere" si presenta lui e lo fa anche la mamma che viene invitata a sedersi li in mezzo e a parlare con loro.

Giovanni le racconta tutto quello che avevano fatto oggi e tutto ciò che avevano condiviso dentro quelle casa e che non vedevano tante cose da fuori.

Ma loro le avevano vissute tutte. "Vi lascio un po soli, ti aspetto giu" Fa la signora e poi va via.

Il treno di Giovanni stava per arrivare e Giulia non voleva crederci, una lacrima scese sul suo viso e poi ancora un'altra. Eccola, era lei. La bambina di sempre. Che lui adorava.
Asciuga le sue lacrime e si baciano senza neanche prendere fiato.

Lui voleva fare il duro di turno, ma non sempre era orgoglioso di se. Scoppiò a piangere sulle sue spalle mentre lei gli accarezzava i capelli. "Ricordati di noi" sussurra lui e lei ride.

Poi arriva il treno e lei nella sua testa ha iniziato ad odiare ogni stazione.

In fin dei conti ti portano sempre via qualcuno, prima o poi. Lo devi guardar andar via, mentre qualcosa di grosso lo allontana da te e tu puoi solo restare li, a guardare e a far spazio ad un vuoto così grande da conviverci.

Il ragazzo prese le cuffie dalla borsa, pronto per viaggiare. Gli occhi erano ancora puntati sulla ragazza e le mani di lei sui suoi fianchi. Forse quelle mani così strette potevano dire ben poco. "Fatti sentire" sussurra lui dandole dei piccoli baci e lei finge un sorriso.
Lui le allunga le labbra così d formarne uno vero. "Adesso no" fa lei

"Voglio vederti sorridere, voglio portarmi via questa immagine" fa finta di scattare una foto con le dita e allora lei si sforza di formare un sorriso.

L'accompagna davanti l'entrata del treno e lui sale i due piccoli scalini, si guarda indietro e manda tanti baci con le mani per poi andarsi a sedere.

Giulia non molla la visuale neanche per un istante e lo vede mettersi a sedere, nei suoi modi goffi e disordinati e poi incontra il suo sguardo. Si alza e abbassa il finestrino del treno sporgendosi fuori. "Giulietta" urla mandando un bacio e lei sorride. "Ti penserò sempre, per tutto il viaggio" sorride lui.

Poi si mette in moto il treno e Giulia deve allontanarsi dalla famosa linea gialla, piano piano lo vede camminare. "Giulia" urla lui "Ho dimenticato di dirti una cosa" Non era vero nulla quello che ti ho detto stamattina, non abbiamo fatto nulla" e accompagna la frase facendo il gesto con la mano per far capire Giulia, che, vergognata abbassa lo sguardo e ride.

Piano piano la sua voce si allontana ed anche la sua immagine, resta lei. Lí. Appogiata contro un muro, scoppia in un pianto liberatorio e corre sua madre ad abbracciarla, che era rimasta in disparte a guardare tutto.

Giulia finalmente ricambia l'abbraccio della madre. "Che ne dici di una bella bomba al cioccolato e un cappuccino?"

"Mamma, a quest'ora?"

"E cosa te ne frega, andiamo!" Urla sua madre prendendola per mano.

La ragazza non aveva certezze e non sapeva come sarebbe andata a finire.
Nessuno lo poteva sapere.

La bellezza dell'essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora