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Quella sera erano usciti insieme agli altri, ma non si rivolgevano la parola.

Giulia rideva con altre persone ed anche lui, non ridevano insieme, non condividevano nulla ed erano distanti.
Oltre al solito orgoglio litigarello personale c'era dell'altro, forse erano stanchi, forse erano distdutti mentalmente così quando litigavano per una cosa poi finivano per litigare per mille.
Ma loro avevano scelto quella vita.
E loro in quel momento stavano scegliendo di allontanarsi sempre di più, lei aspettava lui e lui aspettava lei.

Tornarono a casa e si misero a dormire di spalle l'un l'altro.
Il giorno dopo era Domenica e Giulia amava quel giorno perché potevano condividere tante cose insieme.
Ma lui aveva tanti impegni lavorativi e lei aveva passato mezza giornata con i ragazzi, aveva studiato e infine aveva preparato qualche dolce come lei era solita fare e quando lui tornò, lei era già a letto.

La mattina seguente non si svegliarono insieme, Giovanni andò in cucina a preparare il solito caffellatte con dei muffin preparati da lei la sera prima. "Come sono?" Arriva Giulia riferendosi ai dolci.

"Buoni" ammette lui continuando a mangiarli come se non avesse mai mangiato nulla, ma Giulia sapeva il segreto per conquistare ogni parte di lui. "Perché hai fatto i miei dolci preferiti?"

"Tu non hai dolci preferiti, tu mangi tutti i dolci"

Lui ride e poi va a prepararsi per la scuola, aveva la t-shirt bianca tutta sgualcita e Giulia non poteva vederlo così. Quindi gli fece togliere la maglietta e velocemente le diede una passata di ferro da stiro.

Andarono a scuola e seguirono le solite ore di lezione, si incontrarono in mensa. Ma non avevano un vasto vocabolario da scambiarsi loro due, erano piuttosto silenziosi.

Lui ha sempre preferito la solitudine e il silenzio, lo faceva pensare, stare bene. Trovava qualcosa di bello anche nel buco nero della solitudine.
Ma se non con se stessi, con chi?

Tornati a casa, Giovanni riceve una chiamata di lavoro immediata e doveva recarsi in un paese lì vicino. Velocemente si prepara e scende sotto per poi risalire e sbraitare a telefono. "Deddy ha preso la mia auto" sbraita "Lo ammazzo cazzo"

"Non fa nulla" Risponde Giulia.

"Certo, come cazzo ci vado là oggi?"

Giulia si alza prendendo le chiavi della sua auto. "Non è l'ultimo modello di macchina e non è la migliore, ma ti accompagno io"

"Grazie" biascica lui con la gomma da masticare.

In macchina, lungo il tragitto, canticchiano insieme le solite canzoni e  ogni tanto si guardano e sembra che finalmente il sereno si stia facendo spazio tra quei due ragazzi un po incoscienti.

Arrivati in quell'ufficio, Giovanni canta le sue canzoni e viene intervistato e lui mette in pezzo lei,  facendo partecipare anche Giulia all'intervista e finalmente insieme ridono e scherzano.

Dopo qualche incontro con qualche fan decidono di mangiare qualcosa in qualche ristorante. "Io gnocchi, un bel piatto di gnocchi" fa lui "E tu?"

"Io tutto a base di mare stasera" ride lei.

Mangiano in serenità come hanno sempre fatto.
In macchina, tornando a casa guida lui. Lei ha la testa poggiata sulla sua spalla e lui ogni tanto le lascia qualche bacio in fronte o sulle labbra.

La mattina seguente lui si sveglia, Giulia si era addormentata sul suo corpo e averla così vicino aveva provocato delle emozioni troppo forti.
Lui inizia a toccarsi con lei affianco, poi piano piano la sveglia e iniziano a baciarsi. Lei si dedica a lui per poi posizionandosi sopra al suo corpo e iniziando a muoversi. Aveva fatto tutto lei e aveva preso atto della situazione. Lui era impazzito e stava impazzendo per lei e lei la stessa cosa. "Giulia" sussurra lui "Ti amo" continua.

Quelle due paroline erano arrivate, ed erano arrivate proprio insieme a lui. Giulia resta di sasso, arrossisce e balbetta. "A- anche io. Ti amo anche io" risponde subito dopo e si stringono in un abbraccio.

Non avevano mai pronunciato quel fatidico 'ti amo' ma tante volte lo avevano detto con gli occhi e non solo.

Fanno una colazione veloce ed una doccia veloce, insieme e poi vanno a scuola entrando in ritardo in classe.
Luca ride perché aveva già capito tutto. Si gira verso Giovanni. "Bravo, ci hai dato dentro di mattina" ride lui e Giovanni lo manda a quel paese.

Giulia invece subito riporta l'emozione a Rosa che sorride vedendola felice, sotto lo sguardo vigile di Giovanni. Lui non la perdeva mai d'occhio.

Anzi, la guardava.
Ed era proprio bella.
Aveva quella maglietta banca dove le si poteva intravedere tutto, ma guardando bene lui poteva anche immaginare. Aveva visto il suo corpo e poteva farlo. Poteva immaginare il seno di lei, piccolo e preciso e a lui piaceva da morire.
Le guardava le gambe, poi.
Erano perfette per lui, quando lei le stringeva attorno alla vita di lui e quando lui stringeva la coscia di lei e sopratutto amava quando quelle coscie si aprivano per lui, e lui poteva dedicarsi a lei. E poteva anche immaginare il suo sedere sotto quella gonna che stringeva ogni forma.
Il suono della campanella lo riporta alla realtà, ma lei è ancora così bella. Si accorge di avere una stretta erezione dovuta ai jeans stretti. Aspetta che tutti vanno via e poi prende Giulia in braccio e insieme si chiudono nella stanza dove ci solo gli arnesi per le pulizie. Chiudono la porta e iniziano a baciarsi. "Ti voglio ancora, sto scoppiando" ansima lui strusciando il suo corpo con quello di lei.

La bellezza dell'essere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora