A volte la testa è davvero un serial killer. Inizia a viaggiare tra pensieri e paranoie, in guerra continua. Chi riesce ad uscirne e un eroe.
Talmente che poi, la paranoia diventa un pensiero fisso che finiamo anche per credere che sia la realtà, quando non é così.Ha quasi un potere magico, la testa.
Che, con un cervello, dovrebbe funzionare. A volte, invece, smette del tutto.Viaggia, senza destinazione e senza sapere dove, ma lo fa. E con questi anche noi.
Ed è quello che stava capitando a Giovanni, era in paranoia.
Come poteva dare così confidenza a lei? Aveva paura di questo, perché lei era ingenua. A volte odiava pensare queste cose di lei, perché andavano a sminuire la donna che era, ma aveva paura.
Lui era un maschio, sapeva ciò che doveva sapere. Ma lei, no.Non era gelosia, era preoccupazione.
Preoccupato che qualcuno potesse portarla via da lui, lui non era un granché. Non era neanche tanto bello e tanto simpatico, pensava.
Era diverso, aveva un mondo suo difficile da comprendere.
A volte era un casino.
Poteva distruggere tutto quando era nervoso.
Era alto e sembrava davvero un tronco.
Ma sapeva amare e sapeva esserci e lui forse questo non riusciva, in quel momento, a concepirlo."Come mai sei qui da solo?" Dice con tono umile e tenero Sam sedendosi di fianco a lui.
Fa spallucce. "La mia testa è un po ubriaca ultimamente"
"Dille di non bere così tanto, altrimenti poi dice cavolate"
Per lui, Samuele, era arte.
Arte pura.
Era un ragazzo pieno di tutto.
Anche un esempio da seguire.
Ma la frase che aveva detto racchiudeva tutto, poteva essere una sottospecie di metafora; e stava a lui capirlo.
Ma lui era intelligente e capii subito, ma la difficoltà non sta nel comprendere ma nel fare e nel dimostrare."Lei beve da sola, mica le do a bere io" ride lui.
"Lei non è come le altre, fidati" cerca di rassicurarlo, ma lui di questo ne era già a conoscenza.
"Infatti è lui a preoccuparmi, non mi interessa neanche delle battute. Ma di come tratta lei"
"Tra poco questo sarà finito e sarete solo tu e lei" fa Sam
"Mmh" mormora lui allungando le gambe e mettendo le mani dietro la testa a mo di pensatore. "Non saprei Sam"
"Hey" esce Giulia.
Ha un viso pallido e le occhiaie.
La stanchezza era tutta riportata sul suo viso.
Oggi non avevano avuto tempo di vedersi, così lei nonostante fosse stanca ha preparato anche due tisane. Per lei e per lui.
E lui non poteva darle altro carico, quindi decise di far finta di nulla, di non pensarci.
Magari se ne sarebbero andati quei stupidi pensieri."Vieni" Lui la fa appoggiare sul suo petto e le accarezza i capelli mentre con l'altra mano mantiene la tazza. "Lavorato tanto oggi?"
"Abbiamo fatto tante coreografie" dice lei com voce tenera. "Ho le maledette vesciche sotto i piedi"
"Eppure, non ti lamenti mai. C'è chi lo fa sempre qui dentro" mormora. "Dopo ti faccio un massaggio ai piedi, prima di andare a dormire"
Ride lei.
"Ci pensi che tutto questo è quasi finito?"
Lui aveva sempre il primo passo di parlare in mano. Gli piaceva parlare e comunicare di ogni cosa con lei. Dei problemi, del più e del meno, di come si sentiva, di tutto. Lui era quello che iniziava a parlare.
"Vorrei non pensarci" fa lei "Non ho paura, ma non so cosa sia"
"Paura di noi?" Azzarda lui.
Ma lei non sapeva come sarebbe andata a finire, a volte la voglia e l'amore non bastano. "No, non so cosa mi aspetta. Mi sento un'altra persona"
"La nuvoletta in camera sta sparendo" Fa lui sorridendo.
"È anche grazie a te che ci siamo aiutati sempre e che lo hai sempre fatto per me." Dice lei sorseggiando la tisana ai mirtilli. "Se non ci fossi stato tu, boh" ride.
"Dai, andiamo?" Fa segno di andare a letto, salutano tutti e si dirigono verso camera di lei.
Lui la fa stendere e dopo una lunga giornata si prende cura di lei, le massaggia i piedi fino a farla addormentare.Lui si stende di fianco a lei, la stringe e la guarda dormire. "Non posso perderti, sei proprio una bambolina"
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La bellezza dell'essere.
FanfictionHo sempre pensato di non essere mai abbastanza per nessuno, neanche per me stessa. •Giulia e Giovanni•