Dopo il programma vanno nei camerini , Giulia va nella sala macchinette e c'è anche lui mentre litiga con la macchina del caffè."Non va?" Fa lei sorprendendo anche se stessa.
"Ni" risponde lui.
Lei si prende una merenda al cioccolato e la mangia mentre guarda lui litigare con il caffè che non esce.
Lei preme delicatamente il bottone ed esce il caffè macchiato come lo aveva ordinato lui. "Con calma""Grazie" risponde lui. "Comunque ti ho chiamata" parla velocemente sovrapponendo le parole.
"Ah?" Fa lei non capendo.
"Ti ho chiamata" urla lui.
"Lo so" risponde urlando. "Ho visto, ma siccome era una chiamata sola ho pensato avessi sbagliato"
"Non credo si possa sbagliare a chiamare l'unico nome in rubrica"
"A me capita" fa lei e lui non risponde, così lei fa per andare via.
"Te ne vai?" Chiede lui inseguendola.
Lei apre la porta. "Si, ho una lunga strada da fare"
"Io ho preso l'aereo"
"Vuoi un passaggio fino a Milano?"
"No" ripensa "cioè si"
Si mettono in macchina ed iniziano il viaggio.
"Forse dovremmo parlare" inizia lui. "Io ho un peso sullo stomaco da giorni e mi sono rotto il cazzo di tenermi tutto dentro. Mi tengo tutto dentro da quando é successo tutto ed io odio questo. Mi dispiace averti mentito o averti fatto passare per la stupida, volevo solo proteggere il nostro rapporto. Sapevo si sarebbe interrotto. Avevo paura, eri lì con me dopo tanto tempo. Sai cosa significa per me non averti avuto con me quando stavi e stavo male? Affrontando separatamente tutto? Sai cosa significa per me averti guardata per tutto questo tempo solo da lontano? Averti vista ridere con uno che non ero io? Averti visto star male e non aver potuto starti affianco? Tu non puoi capire neanche come sono stato e non sai quando ci siamo rivisti tutte le volte che andavo via da te per disperazione, perché avevo voglia di fare tutt'altro con te, ed è una cosa bella. Perche tu per me sei stato il mio primo amore ed il mio grande amore"
"Lo so"
"Cosa? Come?"
"Senti, io mi ricordo tutto, okay? Quando eravamo davanti quel bar che ho ascoltato la tua canzone in un attimo sono tornata quella di prima e"
"Cosa? Hai ricordato tutto di noi e non hai avuto un briciolo di buona volontà di chiamarmi? Di mandarmi un messaggio? Di dire, hey mi ricordo di te e di noi" con tono deluso "Non posso crederci che sei diventata così, hai dato così poco peso"
"Smettila" Alza il tono di voce lei "vogliamo fare altri incidenti?"
"Non ti permetto di dire questo"
"Non ho avuto tempo, avevo combinato un casino e non sapevo come uscirne"
"Ma cavolo, Giulia" fa lui. "Ricordavi di noi e se non ci fossimo incontrati qua? Mi hai deluso in tutti i sensi, non me lo aspettavo da te, credevo di averti ferita io invece lo hai fatto tu. Sono venuto qui per non farti viaggiare da sola, avevo l'aereo pagato e prenotato, ho preferito stare con te per chiarire e parlarci ma potevi farlo prima tu, in tutto questo tempo, tutti questi giorni. Invece, non fregandotene di tutto il tempo che sono stato io senza di te. In silenzio. Lasciami qui" apre lo sportello e lei lo ferma, lui scende dall'auto e corre verso la fermata del pullman.
Lei, deve proseguire la strada, le altre macchine suonano e lei scoppia in un pianto liberatorio. Quando si è da soli e facile tirare fuori tutte le emozioni, è brutto farlo, ma dopo ci si sente meglio.
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La bellezza dell'essere.
FanfictionHo sempre pensato di non essere mai abbastanza per nessuno, neanche per me stessa. •Giulia e Giovanni•