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La pioggia continuava a battere sulla finestra un po' vecchiotta, che però permetteva a Giukia di godere un bel panorama su Milano. Ormai lei aveva preso un piccolo appartamento solo per lei, lo aveva sistemato e addobato come voleva lei. Si sentiva bene e a casa. E sopratutto poteva prendersi tanto tempo per lei. In fin dei conti era sola. Non aveva nessuno, neanche più Sebastian.

Era un sabato come gli altri, decise di non andare a scuola. Il cattivo tempo la rilassava e tranquillizzava ma le giornate di sole, per lei, erano un'altra cosa.

Però, lei piano piano iniziò a ricordarsi le cose, non tutto, ma le cose sue. Il dottore glielo aveva detto che aspettare avrebbe portato grandi risultati come nella vita. Con il tempo tornava tutto.

Andò nella scuola di danza dove lei era direttrice ed insegnante. "Che bello rivederti, tu non credo ti ricorderai molto di me, ero il tuo capo" ride il signore, un po decadente ed invecchiato. "Sono un po invecchiato, problemi di salute e alla schiena. Non riesco più a gestire questo locale"

"Ho visto che vendete l'attività"  fa lei.

"Si, dobbiamo. Io e mia moglie siamo vecchi."

"E cosa succederà qui?" Chiede.

"Nulla. Cambierà sicuramente qualcosa con nuove direzioni" si schiarisce la voce e tossisce. "Ma resterà sempre una scuola di musica, spero che la prenda qualcuno che abbia voglia di continuare a far crescere i ragazzi e le loro passioni"

"Mm" fa lei passeggiando ed entrando nel suo vecchio ufficio. "Tutto uguale?"

"Si, non abbiamo toccato nulla, lo abbiamo solo pulito" ride lui. "Sarei davvero contento se tu.." continua "capito, no?"

"Lo farò" ride lei per poi andare via.

Approfitta della pausa temporale e si ferma in un negozietto di alimentari a comprare qualcosa per lei, giusto per non morire di fame.

Poi torna a casa e come sua solita routine, ordina una pizza e guarda una serie di film uno dietro l'altro fin quando non si addormenta.

La domenica dovrebbe essere un giorno un po più speciale degli altri, non so perché, ma l'ho sempre visto così. Da soli, però, non deve essere granché.

Giulia passò la domenica ad ascoltare tutte le canzoni di Giovanni, le sentiva e risentiva un milione di volte.

Non ne conosceva il motivo, ma sapeva che voleva farlo e bastava quello. Si fece anche una playlist.

Sebastian, invece,  sicuramente rimase deluso da lei e da ciò che era successo, ma non la cercò, nessuna chiamata e nessun messaggio, ma lei non si chiese neanche il motivo per cui lui non voleva spiegazioni. Forse non le importava davvero così tanto, però aveva un peso sullo stomaco: gli aveva mentito.

Ma non lo aveva fatto apposta, era capitato. Come quando ti trovi in qualcosa così tanto dentro e ti piace che non vuoi più uscirne.

Ma era così tutto incasinato.
E lei voleva parlare con Sebastian ma dall'altro lato non aveva voglia di parlare del nulla. Però, aveva sbagliato e doveva chiedere scusa.

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