Prologo

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Il venticello fresco della sera le solleticava il viso, facendo svolazzare i suoi capelli scuri che le ricadevano in morbide onde lungo le spalle e le colpiva la pelle delle braccia lasciata scoperta dal top a monospalla.

Quel giorno a Napoli si erano toccati i quaranta gradi e starsene tutto il tempo rinchiusa nella sua casa al pian terreno, con una sola grande finestra e senza aria condizionata, era stata una vera sofferenza.

Per questo adesso sorrideva felice, procedendo a velocità minima con il suo motorino,per i vicoli di Santa Chiara. Nonostante fosse notte fonda nulla la spaventava, nulla poteva fermare la sua voglia di sentirsi libera e poi a pochi kilometri c'era una parte fondamentale della sua vita ad attenderla, le sue migliori amiche.

Procedeva lenta senza mai accelerare lasciandosi trasportare dalla strada in discesa, mentre la sua mente ripercorreva le settimane appena trascorse.
Era stata la prima della sua famiglia a diplomarsi a pieni voti, aveva frequentato il Liceo Scientifico per cinque anni senza mai avere un debito o essere bocciata. L'aveva fatto per sua mamma, che l'aveva lasciata qualche anno prima e l'aveva fatto per suo padre, per dimostrargli quanto fosse caparbia,tenace e che il denaro speso per i libri non era stata cosa inutile, come lui sempre le ripeteva.

Non credeva affatto in lei, ma questo non era mai stato motivo di sconforto, anzi l'aveva spinta oltre ogni suo limite per dimostrargli quanto valesse. Ma anche di fronte al suo sudato e meritato 100, l'aveva liquidata con un semplice gesto della mano ed un accenno di sorriso.

Scacció via quel pensiero infelice, non voleva rovinarsi la serata pensando a quella relazione che non sarebbe mai migliorata.Ripensó invece alla borsa di studio che aveva ottenuto grazie alla sua professoressa di matematica, che l'aveva presa così a cuore quando un giorno si presentó a scuola con un occhio nero.

Era stato suo padre a farglielo e l'aveva obbligata a dire di essere sbattuta contro uno spigolo, tutti se l'erano bevuta, ma lei no. L'aveva aspettata dopo scuola e l'aveva portata a mangiare un gelato, l'aveva messa a suo agio e a fine giornata era riuscita a strapparle l'amara verità.

Respiró a pieni polmoni l'aria di mare ed il profumo di salsedine che invadeva il lungomare Caracciolo e sorrise felice quando constató che a quell'ora non c'erano più le forze dell'ordine ad impedire il passaggio e percorse in controsenso tutto il lungomare ridendo divertita quando le persone le urlavano contro.

<Lena> gridó non appena la vide, Manuela la sua migliore amica.
Parcheggió il motorino al lato della strada e la raggiunse per poi abbracciarla e stamparle un bacio dolce sulla guancia.
Salutó tutti i suoi amici seduti sulle panchine di Mergellina,che l'accolsero calorosamente.
Era da sempre una ragazza socievole e divertente, starle accanto era un vero piacere e la sua empatia la rendeva unica, aveva sempre parole di conforto per gli altri ed era sempre attenta a non ferire il prossimo.

Anche se nessuno si faceva scrupoli quando si trattava di ferire lei, compreso suo padre.

Si era guadagnata da subito le simpatie dei suoi amici maschi, complice del fatto la sua naturale ed oggettiva bellezza. Chiunque rimaneva affascinato da quel paio di occhi verdi, grandi come due smeraldi che ti guardavano con dolcezza e sincerità, per non parlare dei suoi capelli lunghi e scuri in netto contrasto con la pelle chiara e morbida che la rendeva simile ad una bambola di porcellana, di quelle piccole e graziose con le scocche rosse e le labbra carnose. Nel suo rione era conosciuta e chiamata da tutti come 'La bambola'.

E proprio per questo motivo, aveva faticato tanto per guadagnarsi le simpatie femminili, chiunque tra le sue coetanee, un pò per invidia ed un pò per timore, l'avevano tenuta sempre a distanza.
Per questo Manuela, Nunzia e Maria erano per lei la sua vita, avevano guardato oltre il suo aspetto esteriore, avevano conosciuto la vera Elena e questo le aveva rese inseparabili.

<Ti sta guardando da quando sei arrivata> le sussurró Maria all'orecchio confondendola, ma poi capì a chi si riferiva, quando i suoi occhi si incrociarono con un paio d'occhi scuri, che mai prima d'ora l'avevano guardata in quel modo ed il suo cuore fece un salto di gioia quando a passi lenti si avvicinó a lei che lo osservava stupita.

Per anni aveva sperato che lui le parlasse, per anni aveva pensato a lui come al suo principe azzurro, ma lui non l'aveva mai considerata, nemmeno per sbaglio ed ora le sorrideva avvicinandosi a lei, facendole quasi esplodere il cuore nel petto.

<Lena> la salutó rimanendo a qualche passo di distanza da lei.
<Ciao Sasà> rispose lei dimostrandosi il più indefferente possibile alla sua presenza, anche se le mani le sudavano e il suo corpo era invaso da mille brividi.
<Ho saputo che ti sei diplomata> le disse avvicinandosi di un altro passo <hai preso il massimo dei voti, sei stata brava> aggiunse avvicinandosi ancora fino ad azzerare ogni distanza, avvolgendo con le sue dita una ciocca scura dei capelli di lei, che si sforzava a respirare in maniera regolare per non dargli modo di capire quanto stesse sul punto di svenire.
<Grazie> balbettó a disagio facendolo sorridere.

<Ti va di fare una passeggiata?> le chiese poi lasciandola senza fiato nei polmoni e con il cuore in tumulto.
<Si> sospiró seguendolo ed insieme si allontanarono a piedi verso Castel dell'Ovo.

Si sedette sul muretto rivolgendo le spalle alla strada ed il suo bel viso verso il mare scuro, alzó gli occhi osservando il cielo stellato e sussultó quando lui prese posto accanto a lei, appoggiandole un braccio sulle spalle.
<Sei bellissima, Lena> le disse senza rivolgerle il minimo sguardo, come se avesse stampato nella mente ogni dettaglio del volto di lei.

Lei si voltó di poco verso di lui, incrociando i suoi occhi scuri che la osservavano senza imbarazzo, puntandosi decisi sulle sue labbra carnose che dopo poco non esitó a sfiorare e a mordere per poi baciare, come non era mai stata baciata prima d'ora.
Esploró la bocca di lei con la sua lingua, aiutandola lentamente ad abituarsi a quell'invasione improvvisa ed al suo ritmo per poi spingersi sempre più affondo, rubandole l'aria dai polmoni e facendole battere il cuore ad una velocità fuori dal normale.

Tante volte aveva immaginato questo momento e nessuna di quelle volte era mai stata degna della realtà, che l'aveva appena sconvolta. Lui la voleva come lei voleva lui e quando si staccarono e lui l'abbracció rivolse il suo sguardo felice al cielo.

Quella si prospettava come l'estate più bella della sua vita, se lo sentiva e Dio solo sa quanto si sbagliava.

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Spazio Autrice
Ciao a tutte, come state?
Sono felice di condividere con voi quest'altra avventura, spero vi piaccia e che vi sia piaciuto il capitolo🤞🏼🖤

Elena Esposito

Elena Esposito

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