Spalancò gli occhi per la sorpresa, nonostante la vista le si era offuscata a causa delle lacrime che, inarrestabili, avevano iniziato la loro corsa bagnandole la pelle arrossata del viso.La guancia le pulsava, ma quel dolore faceva da eco al male lancinante che come un macigno le opprimeva il petto bloccandole il respiro.
Michele le aveva appena tirato uno schiaffo.
Quel gesto violento aveva spazzato via dalla sua mente il ricordo di ogni sua carezza. L'intensità con cui le aveva dato piacere era stata schiacciata dal dolore che le aveva inflitto in quel momento. Il suo rammarico però non era legato allo schiaffo ricevuto,al dolore fisico si era abituata ormai da tempo.
Ciò che la lasciava senza fiato era l'ennesima consapevolezza che in questa vita non avrebbe mai potuto affidarsi a nessuno, se non a se stessa.
La leggerezza con cui l'aveva colpita, le sbatteva in faccia la vera natura di Michele. Fin ad ora aveva accettato la situazione in cui si trovava, si era chiusa in una sorta di bolla fatta di rassegnazione che adesso,con quello schiaffo, si era frantumata in mille pezzi.
Si pulì gli occhi con le dita. A quella consapevolezza una rabbia cieca si impossessò del suo corpo, serrò le mani in due pugni e aggrottò la fronte.
«Non osare avvicinarti a me» urlò furiosa alzando un mano in direzione di Michele per bloccare ogni suo tentativo di avvicinarsi.La guardava con gli occhi colmi di dolore, aveva abbassato la sua maschera di indifferenza facendo trapelare ogni sua emozione, ma Elena non si lasciò sopraffare da quella silenziosa ammissione di colpa.
La rabbia le scorreva nel corpo come una bestia indomabile e agli occhi di Michele lei non era mai stata così bella come in quel momento.
Prima di voltargli le spalle lo trafisse con lo sguardo, voleva che lui capisse quanto lei lo disprezzasse. Poi se ne andò lasciandolo lì, immobile, al centro del giardino.
Varcata la porta della villa salì di corsa le scale e una volta chiusa la porta della sua stanza crollò sul pavimento dando sfogo alle lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento. Diede libero sfogo al suo dolore silenzioso, pianse senza emettere un solo fiato.
Il sapore salato delle lacrime le pizzicava il contorno delle labbra e le poche che erano riuscite a penetrare tra di esse si mescolarono all'amaro della delusione.
Tirò su con il naso per poi sollevarsi dal pavimento e raggiungere il bagno.Si guardò allo specchio provando ribrezzo e pena per se stessa. Come si era ridotta, aveva il viso stravolto per il pianto e un'orribile chiazza rossa e gonfia le aveva occupato lo zigomo destro. Sicuramente le sarebbe comparso un livido, come le era susccesso in precedenza per lo schiaffo di Simone.
Maledetto Simone e le sue bugie. Quel pomeriggio Vittoria l'aveva messa in guardia su di lui quando ritornando verso l'auto lui le aveva palpato il sedere pensando che nessuno lo vedesse, ma per fortuna c'era lei.
Simone è pericoloso.
Quella frase risuonava nella sua mente facendole accapponare la pelle per la paura. Il suo aspetto fisico l'impauriva, i suoi occhi glaciali e quell'espressione severa sul viso. Aveva mentito così bene e Dio solo sa di cosa altro era capace e il fatto che Michele si fidasse ciecamente di lui la terrorizzavano.
Si sciacquò il viso e uscita dal bagno si stese sul letto. Appoggiò la testa sul cuscino morbido e intriso del profumo del suo shampoo. Osservò, attraverso le tende che svolazzavano a causa del venticello fresco della sera, il cielo farsi sempre più scuro e provando a contare le stelle si addormentò.
**
«Sveglia tesoro» una voce premurosa e un leggera pressione sulla spalla la strapparono dal sonno.
Aprì gli occhi e si ritrovò difronte il viso di Imma, poteva leggere attraverso le sue iridi scure tutta la tristezza che provava nel vedere quel livido sul suo volto.

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Amore Venduto
RomanceVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...