Il SUV entrò nel vicoletto e accostò al lato della strada.Michele guardò il suo Rolex color oro, che scintillava nel buio. Erano da poco passate le tre del mattino e loro erano in anticipo, come sempre. La puntalità era il suo marchio di fabbrica e odiava chiunque non rispettasse la parola data. Prese il pacchetto di sigarette dalla tasca del pantalone, ne afferrò una e se l'avvicinò alle labbra. Aspirò una boccata di quell'ossigeno dannoso e sbuffò fuori il fumo denso. Non era mai ansioso prima di un meeting, era sempre stato sicuro di se stesso e calcolava ogni parola meticolosamente.‹‹Sono arrivati i De Rosa›› Simone afferrò la pistola che aveva nascosta sotto al sedile di pelle rossa.
Michele posò la mano sul suo braccio scuotendo la testa. Sapeva che per quanto il vecchio De Rosa lo odiasse non si sarebbe mai messo contro la mano che, nonostantee tutto, sfamava la sua bocca. Il SUV grigio alle loro spalle spense le luci e come loro rimasero in auto limitandosi ad aspettare il segnale.
Erano soliti incontrarsi in vecchi capannoni abbandonati nella periferia di Napoli. San Giovanni era il luogo ideale per discutere senza essere disturbati dalla polizia. Quella sera avrebbero dovuto contare gli introiti mensili provenienti delle piazze di spaccio. La fetta più grossa dei guadagni spettava a Michele. Era lui che rimediava l'eroina, erano i suoi uomini che viaggiavano oltre oceano e che rischiavano la loro vita pur di portare a casa il carico.
La fama di suo padre l'aveva messo di diritto su di un piedistallo e lui si era dimostrato da subito un degno successore. Nessuno aveva mai tentato di scavalcarlo o meglio chi ci aveva provato adesso era sepolto chissà dove. Nemmeno a Michele era dato saperlo, Simone si occupava di quelle cose.
‹‹Quando si illumina l'allarme della fabbrica entriamo.››
‹‹Come sempre›› si limitò a rispondere Michele. Simone era troppo istintivo, si lasciava trasportare dall'emozione. L'attesa lo metteva in trepidazione, muoveva la gamba su e giù e picchiettava le dita sul volante con lo sguardo fisso nello specchietto retrovisore.Michele invece era impassibile. Faceva paura a tutti per quanto fosse inespressivo, non sapevi mai cosa stesse pensando o provando,era impossibile riuscire a leggerlo. Reagiva con calma e con razionalità, raggirando a suo favore anche la più ostica delle situazioni.
La sirena della fabbrica abbandonata si illuminò di giallo. Michele osservò dallo specchietto retrovisore che anche gli altri erano arrivati. Simone mise in moto il SUV ed attraversò, seguito dai De Rosa, il cancello che si chiuse alle loro spalle.
‹‹Don Michele›› lo salutarono a turno mentre faceva il suo ingresso nel vecchio capannone nascosto dietro alcuni conteiner abbandonati. Alcuni uomini erano già chinati su di un enorme tavolo logoro, impegnati a contare gli incassi. Ad occhio e croce,in quel posto degradato, c'erano quasi cinque milioni di euro, guadagnati in meno di un mese.
‹‹Grazie a tutti di essere qui stanotte›› esordì osservando i rappresentanti delle diverse famiglie che insieme a lui gestivano il traffico di droga a Napoli.
Fece un cenno con il capo a Tonino, l'unico di cui si fidava dopo Simone e che gli portava gli incassi maggiori. Spacciava a Secondigliano e lì le vendite erano sempre assicurate, ma era anche la zona più sorvegliata e problematica eppure lui riusciva a far filare tutto liscio.Si avvicinò e gli strinse la mano in segno di graditudine.‹‹Questa volta a noi tocca il 40%, vero Don Michele?›› esordì il vecchio De Rosa. Quella sua affermazione lo infastidì, come osava vantare alcun tipo di pretesa nei suoi confronti.
‹‹Avete raddoppiato le entrate?›› chiese glaciale.
Il vecchio scosse il capo per poi sorridere amaramente: ‹‹cos'è il 40% a confronto di una vita spezzata? Nulla.››
Michele non si scompose. La morte di Roberto per lui non aveva significato nulla, era comprensibile che il padre ne fosse addolorato, ma gli affari erano affari e non andavano mescolati con la vita privata.

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Amore Venduto
RomansaVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...