63. Elena

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Se ne stava distesa sul letto con l'enorme testa di Persefone appoggiata sul ventre mentre le altre due cagnolone se ne stavano ai suoi piedi come a proteggerla.

Stringeva tra i polpastrelli l'orecchio morbido dell'animale che dormiva beato godendo dei suoi gesti d'affetto.

Da quando era tornata alla villa Michele non aveva più condiviso il letto con lei ne l'aveva sfiorata in alcun modo.Un pensiero le logorava la mente e non riusciva a scacciarlo.

Michele provava repulsione per lei. Aveva permesso a Simone di abusare di lei, più e più volte. Avrebbe dovuto farsi ammazzare almeno sarebbe morta con onore invece di marchiare la sua pelle e la sua anima per sempre.

Anche se lui la trattava con amore e rispetto era sicura che dentro lui quello che aveva subito era un tradimento. Un altro aveva toccato il suo corpo, baciato le sue labbra, sfiorato il suo sesso facendola tremare per il piacere.

Una morsa dolorosa le fece contorcere lo stomaco. Socchiuse gli occhi con forza per scacciare quei terribili pensieri. Doveva andare avanti e dimenticare quanto successo. Lo doveva a se stessa e a Michele.

Si alzò dal letto, aveva bisogno di prendere un pò d'aria fresca. Uscì sul terrazzino e rimase incantata dallo spettacolare panorama. Amava Napoli e la sua bellezza la lasciava ogni volta senza fiato.Appoggiò i gomiti al marmo gelido e abbassò lo sguardo sulla piccola baia.

Michele era lì con i pantaloni arrotolati alla caviglia e i piedi nell'acqua. Se ne stava con le braccia incrociate ad osservare l'orizzonte. Era bellissimo e non potè resistere alla tentazione di raggiungerlo.

Si guardò velocemente allo specchio sistemando con le dita i capelli arruffati. I lividi sul viso erano spariti e la sua pelle aveva ripreso il suo solito colorito. Si sentiva di nuovo bella.

Corse per le scale ed uscì di casa camminando a passo svelto in direzione della scala che portava alla spiaggia.

Entrò nell' acqua calda della sera e si fermò al suo fianco sfiorandolo con la spalla destra.
Ma non si scompose ne portò lo sguardo su di lei.

<Il Vesuvio dovrebbero dichiararlo una delle meraviglie del mondo>, fu lei a parlare per prima.

<Dovrebbero dichiarare te come meraviglia del mondo.> Il suo sguardo finalmente si posò su di lei che tremò al suono di quelle parole.
I suoi occhi furenti di rabbia si addolcirono quando si posarono su di lei.

Indossava un pigiamino striminzito e i capelli morbidi e scuri le incorniciavano il viso mettendo in risalto quegli smeraldi verdi che lui amava da impazzire.

Si alzò sulle punte e allacciò le braccia intorno al suo collo muscolo. Da quando era tornata le sembrava più allenato, le braccia erano più forti e le spalle erano più grosse di quanto ricordava.

Le posò le mani sui fianchi e l'avvicinò a lui facendo adeire i loro corpi. Avvolse le sue labbra in un bacio carico di desiderio. Sentì la voglia montarle dentro ma lui si staccò troppo in fretta.

Un senso di frustazione l'assalì, il desiderio che lui la toccasse e che ritornasse a fare l'amore con lei la tormentava.

Se lui non voleva decidersi allora avrebbe deciso lei per lui. Si staccò da lui senza smettere di guardarlo. Afferrò il lembo della canotta in sera e lo tirò su liberandosi dell'indumento e mettendo in bella mostra i suoi seni sodi e pieni.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 16, 2024 ⏰

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