Se ne stava seduta con i piedi a penzoloni nel posto che amava da sempre. Il Lungomare Caracciolo, baciato dalle luci del tramonto, era gremito di persone eppure lei sembrava essere immersa in una bolla. La sua mente non percepiva alcun suono occupata dai suoi pensieri.Si era imposta di godersi quel pomeriggio di fuga dalla villa. Si era fatta trascinare da Vittoria in tutti i negozi più esclusivi di Via De Mille riempiendo il portabagagli del Suv di buste e aggiungendo al suo armadio ulteriori vestiti e accessori inutili.
Aveva lo sguardo perso all'orizzonte, cercando di sfuggire a quel ricordo che inevitabilmente l'aveva raggiunta e si ripeteva come un loop infinito.
Le sembrava di avere ancora il suo sapore sulla bocca nonostante si fosse lavata più e più volte. Ogni volta che si mordeva il labbro quel retrogusto amaro del caffè le invadeva il palato. Era assurdo ma quel bacio le bruciava la bocca come una ferita.Aveva tratto diverse conclusioni al perchè di quel gesto. Forse Simone aveva sentito cosa era accaduto in camera sua quella notte e quindi si era sentito autorizzato a prendersi quella confidenza. O peggio ancora, quel pensiero le logorava l'anima, Michele gli aveva dato il suo benestare. Forse si erano parlati del fatto che lei si fosse concessa a lui senza remore.
L'idea di aver perso la verginità e di immaginare che il ragazzo che gliel'aveva tolta la considerava merce di scambio, le faceva venire la nausea.
‹‹Lena›› la chiamò Manuela. Si girò a guardarla e nell'incrociare lo sguardo preoccupato dell'amica le si riempirono gli occhi di lacrime. Lei era lo specchio della sua anima, lo era da sempre.
‹‹Andiamo a prenderci un gelato›› le disse per poi voltarsi in direzione delle altre ragazze che stavano chiacchierando animatamente di una serie su Netflix.
Annuì, scese dal muretto e Manuela la prese sotto braccio portandola con se in direzione della gelateria.
Camminarono in silenzio e una volta arrivate ordinarono due cono gelato al pistacchio e nocciola.
‹‹Mmm›› mugolò Manuela leccando il suo gelato.
Elena sorrise e la imitò.Se ne stavano in piedi una accanto all'altra in silenzio a mangiare il gelato. Elena sapeva cosa stava facendo la sua migliore amica; la stava mettendo a suo agio, la stava distraendo fino a che lei non sarebbe stata pronta a confessare ciò che l'affliggeva.
Leccò tutto il gelato per poi prendere a mordere la cialda croccante. Una volta finito si pulì la bocca con il tovagliolo. Voltò lo sguardo in direzione dell'amica, anche lei aveva finito e la stava fissando in attesa.
‹‹Mettiamoci più la››le disse incamminandosi all'angolo della strada, lontano dalle persone.
Manuela la seguì. Elena si guardò attorno e poi cominciò a parlare.‹‹Manu›› sospirò afferrando le mani della sua amica ‹‹sono confusa››.
‹‹Cosa ti confonde?›› chiese lei inarcando un sopracciglio.
L'ultima volta che si erano viste avevano discusso per più di un'ora della situazione di Elena. Per quanto strana fosse questa cosa, Manuela l'aveva fatta riflettere portandola ad ammettere a se stessa che in un certo qual modo Michele l'aveva salvata da una situazione ben peggiore.‹‹Manu›› sospirò timorosa della reazione della sua amica a ciò che stava per dirle.
‹‹Lena››piegò la testa di lato.
‹‹L'ho fatto›› sospirò liberando una mano e portandosela alle labbra si morse un dito per l'agitazione.
‹‹L'avevo capito, spero solo non l'abbia fatto con quel coso tatuato›› affermò l'amica sorridendole.
‹‹No›› quasi urlò Elena sconvolta da ciò che l'amica aveva pensato.
‹‹Ma?...›› Chiese implacabile Manu. Dio quanto la conosceva, riusciva a scorgerre l'incertezza nel più piccolo dei suoi atteggiamenti.

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Amore Venduto
RomansaVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...