17. Michele

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Spazio autrice
Ciao amiche♥️ lo scrivo qui su perchè sotto me lo snobbate sempre (anche se dopo dovete rispondere ad un quesito cruciale che troverete alla fine del capitolo). Stanca e distrutta dalla settimana sono riuscita a mettere insieme un paio di idee. In questo capitolo vedremo un Michele diverso o sarà semplicemente uno sprazzo di quella che è la sua personalità?
~ Buona Lettura♥️

Attraversò la folla di persone ignorando le proteste della ragazza che portava di peso tra le sue braccia.
Il suo intento era quello di riportarla in camera sua e di chiudere la porta a chiave, ma quando vide la porta della villa spalancata un'idea gli offuscò la mente.

L'oltrepassò e scese velocemente le scale che portavano al giardino.

<Mettimi giù> si lamentò Elena divincolandosi tra le sue braccia. Era così ridicola mentre tentava in tutti i modi di liberarsi che a Michele fu difficile trattenere un sorriso.

Percorse a passo svelto il giardino e scese, quasi di corsa, la scaletta che collegava la villa con il pezzo di spiaggia privata. Sfilò via le sue scarpe costose aiutandosi con i piedi pur di non mollare la presa su di Elena, che continuava a dimenarsi come un'ossessa.

Immerse i piedi nella sabbia umida e con un passo deciso raggiunse la riva del mare. L'acqua gelida gli avvolse i piedi donandogli un senso di sollievo da quel calore infernale tipico delle estati napoletane.

Arrestò la sua discesa verso il mare solo quando sentì l'acqua del mare bagnargli le cosce, impregnando i suoi pantaloni scuri e costosi. Si piegò sulle ginocchia e sollevò le braccia con tutta la forza che avesse, lanciando Elena in alto mare.

Quando la ragazza riemerse, i suoi capelli lunghi e bagnati facevano da cornice al viso più bello e accattivante che lui avesse visto in vita sua. Le labbra sporgenti, il naso all'insù e quegli occhi che a tratti gli sembravano smeraldi preziosi, di colore giallo.
A rendere ancora più bella la sua figura erano i colori dell'alba che tinteggiavano il cielo.

Il fiato gli si serrò nei polmoni e lottò contro se stesso per distogliere lo sguardo da quello spettacolo magico che era Elena. Percorse con lo sguardo il vestito ormai attaccato alla pelle e ammirò ogni curva di quel corpo per poi essere attirato ancora dalle sue labbra che si arricciarono nel broncio più sexy che lui avesse mai visto.

Voleva punirla in mille modi, ma in mille modi avrebbe finito per darle piacere. Sentirla gemere era divenuta per lui una necessità, ma l'immagine di lei avvinghiata a Simone gli fece stringere i pugni in due morse dolorose.

< Tu sei pazzo!!> esclamò strizzandosi i capelli per poi avanzare verso di lui che la osservava glaciale.
< Volevi ballare?> le chiese osservandola dall'alto del suo metro e novanta <ti ho rinfrescata, dovresti ringraziarmi. Ma tu bambolina, la riconoscenza non sai nemmeno cosa sia> le disse girandosi di spalle per non ammirare come un pesce lesso la sua bellezza.

L'acqua aveva reso la stoffa del vestito quasi trasparente e l'effetto che lei gli faceva era troppo evidente, si sistemò il cavallo dei pantaloni e si diresse verso la riva.

< Cosa ti ha detto Simone?> chiese pentendosi immediatamente della sua domanda. Aveva la certezza di non essere geloso di lei, ma provava fastidio nell'idea che Simone si sarebbe fatto un'idea sbagliata su di lei.
<Niente> urlò Elena immergendosi ancora una volta tra le acque rinfrescanti del mare.

Quando riemerse il suo corpo si scontrò con qualcosa di duro, ma dal profumo virile. Spalancò gli occhi e si ritrovò difronte alla petto di Michele, coperto dalla camicia completamente zuppa.
Alzò il viso in direzione dei suoi occhi e lui abbassò il suo in direzione di quel viso delicato e perfetto. L'afferrò per i fianchi facendo scendere la mano destra lungo la curva di uno dei suoi glutei che strizzò con forza facendola gemere.

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