Un rumore fragoroso la rapì dal sonno. Con uno scatto aprì gli occhi e strinse il lenzuolo bianco tra le sue dita.Era uno sparo?
A qualcun altro era stata tolta la vita,tra quelle quattro mura?Sollevò la testa e si guardò attorno attentamente, tutto era tranquillo nella sua stanza. Puntò lo sguardo in direzione della porta, all'esterno della quale provenivano quei rumori.
Le si contorse lo stomaco in una morsa dolorosa per la paura ed il terrore, che all'improvviso qualcuno aprisse quella porta e spuntasse con una pistola per mettere fine alla sua vita.
Rimase in allerta, ad aspettare, per istanti interminabili che qualcosa accadesse; ma intorno a lei regnava solo il silenzio, fin quando un altro rumore raggiunse le sue orecchie, seguito da una risata isterica e da un' imprecazione.
Le si accapponò la pelle quando riconobbe quel timbro di voce che , come un richiamo ipnotico, la costrinse ad abbandonare il letto. Camminò in punta di piedi, per evitare di emettere anche il più impercettibile rumore e si avvicinò alla porta.
L'aprì quel poco che bastava per renderle accessibile al suo sguardo il corridoio che collegava la sua stanza a quella di Michele.Infilò il naso e l'occhio sinistro nella fessura, strizzando l'occhio destro per avere una visuale più nitida dello spazio, ma sobbalzò e chiuse la porta di scatto, quando il rumore di un vetro rotto riempì di nuovo il silenzio.
< Ops> biascicò Michele scoppiando poi a ridere in modo fragoroso. Elena sospirò ed aprì completamente la porta. La scena che si ritrovò avanti le fece tirare un ulteriore sospiro di sollievo, non c'era nessun morto. C'era solo Michele con in mano una bottiglia di qualche super alcolico e uno dei vasi d'arredamento riversato a terra e rotto in mille pezzi.
Si girò di spalle e stava per ritornarsene beatamente a letto, quando un altro rumore tonfo la raggiunse. Si rigirò e questa volta per terra non c'era un vaso, ma Michele. Socchiuse gli occhi e si impose di chiudere la porta e ritornare a letto. Per quanto lei fosse un'anima buona, quell'uomo era uno spietato assassino e non meritava la sua compassione.
No per niente.< Cazzo> lo sentì imprecare con la voce addolorata e si maledisse con tutta se stessa per il suo essere così stupidamente sensibile.
Percorse il pezzo di corridoio che li separava e si piegò sulle cosce < ti sei fatto male?> gli chiese cercando di capire cosa gli fosse accaduto.
Michele incredulo alzò lo sguardo in direzione di lei e quando Elena osservò il suo bel viso completamente sfigurato, lo stomaco le si contorse su se stesso e un senso di nausea le invase la gola.
Si portò una mano alla bocca per evitare di vomitare, fin da bambina aveva avuto repulsione del sangue e la faccia di Michele in quel momento ne era ricoperta per metà.
I suoi occhi erano più spenti del solito, ma quel sorrisetto impertinente non lo abbandonava mai
< Non guardarmi così, ho fatto a botte> le disse spavaldo appoggiando un gomito a terra per aiutarsi a rimettersi in piedi. Elena si fece forza e si alzò in piedi tendendogli la mano che lui l'afferrò senza pensarci due volte, rimettendosi dritto.Dovette alzare la testa per riuscire a guardarlo in viso, era alto il doppio di lei e senza scarpe la differenza tra i due si notava tutta.
Aveva un labbro completamente spaccato; rivoli di sangue ormai asciugato gli uscivano dal naso e una chiazza viola gli ricopriva lo zigomo e parte dell' occhio destro < ho dato parecchi pugni> sbiascicò appoggiando una mano sulla spalla di lei per reggersi in piedi, mentre distendeva le nocche devastata dell'altra mano.
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Amore Venduto
RomanceVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...