23. Andiamo

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Spazio autrice
Ciao amiche, scrivo qui così mi leggete!!!!
Ecco l'aggiornamento settimanale, volevo darvi più dettagli maaaa perchè non farvi fremere 😋😋😋..
Buona lettura♥️

Michele

Sospirò profondamente portandosi le mani alle tempie. Muoveva le dita in modo circolare cercando di alleviare quel dolore lancinante che gli stava annebbiando la mente.

‹Mi stai ascoltando?› la voce più fastidiosa che avesse sentito in vita sua rimbombava all'interno della stanza come un allarme impazzito. Vittoria gli si parò difronte con il solito cipiglio che l'accompagnava da quando, tre giorni prima, aveva notato sul viso di Elena quella macchia scura.

Non una sola parola era uscita dalla bocca di lei e quel suo comportamento non rimase indifferente a Michele anzi fece aumentare dentro di lui quel senso di colpa che gli pesava sul petto come un macigno.

Non aveva mai battuto ciglio, ne provato pena per ogni esecuzione a cui aveva dato ordine. Aveva distrutto intere famiglie e spezzato vite con la stessa facilità con cui si estirpa un ramo secco, ma vedere quella macchia stampata sul viso di Elena a ricordargli il suo ignobile gesto, gli inquietava l'animo.

‹Invitala a cena, fa qualcosa!› ripete' per l'ennesima volta la sua sorellastra ‹c'è una mostra d'arte antica, portala lì› aggiunse con la disperazione nella voce. Ci teneva così tanto ad Elena o semplicemente voleva sopperire alla noia giocando con la vita di quella ragazza.

‹Non sarai tu a dirmi come devo comportarmi› sospirò portandosi alle labbra una Malboro , l'accese ed aspirò il fumo denso come se fosse una boccata d'ossigeno puro. Elena non gli aveva rivolto uno sguardo, ne una parola dopo il loro incontro in giardino. Non avrebbe mai accettato un suo invito, di questo ne era certo e lui non si sarebbe messo in ridicolo per nessuno, tantomeno per lei.

Strinse il filtro della sigaretta tra le labbra, aspirando ancora per poi sollevare il capo e soffiare fuori tutto il fumo. ‹Cosa centra l'arte?› chiese osservando la sorellastra che sorrise maliziosa certa di aver raggiunto il suo scopo.

‹Santo cielo! E qui da quanto? Un mese› esclamò sconvolta ‹è possibile che non ti sia mai passato per la mente di chiederle qualcosa di se ?› chiese allibita. Michele ripensò a tutti gli istanti in cui si erano avvicinati e no, non c'era mai stato spazio per le parole. L'effetto che quella ragazza gli faceva, ogni volta che l'aveva a tiro, era uno soltanto : l'arrapava da impazzire.

Quel suo sguardo angelico e quelle labbra carnose con le quali lui avrebbe voluto divertirsi in modi diversi...

‹Mi rispondi?› lo riportò alla realtà.

‹Da quando sei diventata così caparbia? Perché fastidiosa lo sei sempre stata› si alzò dalla poltrona e spense la sigaretta nella ceneriera ‹dammi informazioni su questa mostra› aggiunse appoggiandosi alla scrivania pentendosi subito della sua richiesta dato che la sorellastra iniziò a parlare come un fiume in piena.

Elena

Si godeva gli ultimi raggi di sole sdraiata sul morbido lettino. A quell'ora la baia era un vero e proprio paradiso. Il fruscio delle onde le rilassava la mente, mentre il venticello fresco le accarezzava il corpo donandole sollievo dal calore asfissiante di quella giornata.

Si mise a pancia in giù e fu in quel momento che vide arrivare, con le mani occupate da due bicchieri enormi, Vittoria.

Fine della pace pensò tra se e se, ma poi si sollevò con il busto e le sorrise. In quei giorni si era dimostrata per lei una vera spalla. Non aveva fatto domande su niente eppure l'aveva trattata come un oggetto di cristallo. Era rimasta piacevolmente sorpresa dalla cura e dolcezza con cui si era presa cura di lei e per questo aveva deciso di mettere da parte il suo astio e di iniziare a considerare Vittoria come una possibile amica.

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