43. Elena

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*L'appuntamento settimanale con Amore Venduto sarà ogni giovedì*♥️

Ansimi e sospiri riempivano il silenzio della stanza. Le dita ruvide di lui stuzzicavano quella parte sensibile del suo corpo che era invaso da brividi e scosse di piacere.

Distese le punte dei piedi senza mai smettere di osservare quell'avambraccio possente e teso per lo sforzo. Appoggiò il viso alla sua spalla muscolosa mentre le sue dita esperte continuavano a suonare quella familiare melodia.

< Non ce la fai più, bambolina?> Le sussurrò sulla fronte incendiandole la pelle già accaldata.
Un mugolio confuso le uscì dalla bocca. Inarcò il bacino in modo che quel punto magico si scontrasse con le sue dita creando maggiore pressione, ma lui la immobilizzò con l'altro braccio continuando quella dolce tortura.

<Non fai più la spavalda, adesso?> La sua voce roca rimbombò nell' orecchio facendola rabbrividire.
Provò ad inarcare la schiena ma lui la teneva ben salda tra le sue gambe e contro al materasso.

<Michele,ti prego...> mugolò esausta. Voleva liberarsi della sua voglia, dare sfogo a quel tormento che la stuzzicava in maniera quasi dolorosa.

<Vuoi che ti faccia venire?> Il suo tono di voce le arrivò dritto al basso ventre che si contrasse in uno spasmo. Cercò di serrare le cosce tra di loro per alleviare quel dolore ma lui prese a muovere le dita con maggiore velocità facendo montare dentro di lei quel calore.

Piegò le punte dei piedi ed inarcò il bacino, si libero del suo desiderio gettando un urlo. L'orgasmo le attraversò il corpo in maniera devastante rendendola come gelatina tra le sue forti braccia che l'avvolserò, mentre la sua bocca le tormentava la pelle del collo.

<Non ho finito con te...>
Le lasciò pochi istanti di fiato prima di sollevarla per i fianchi e infilzarla con la sua erezione di marmo.

Un urlo le uscì dalla bocca, era tutto troppo doloroso. Le avvolse la vita con un braccio e le baciò la schiena lasciando che si adattasse a quell'invasione. Prese a muoversi piano e con dolcezza facendo montare dentro di lei il desiderio.

Le sue mani si strinsero attorno alle cosce muscolose e toniche in cerca di un appiglio, mentre lui continuava a pompare dentro di lei dal basso. Ogni spinta selvaggia colpiva le sue terminazioni nervose rendendo il suo corpo sensibile. Aveva la pelle d'oca per l'intensità di quel momento,  c'era qualcosa di diverso nei suoi movimenti e nel modo in cui la possedeva.

La teneva stretta a se e le baciava la pelle nuda della schiena ad ogni colpo. Con una mano le bloccava il bacino mentre con l'altre le accarezzava la nuca avvolgendole i capelli.
Non sapeva come interpretare quei suoi gesti, sapeva solo che erano colmi di dolcezza.

Girò il viso e abbassò la schiena contro al suo petto. Aveva bisogno di baciarlo, di sentire il suo sapore e di dar conferma ai suoi pensieri. Capì immediatamente le sue intenzioni e sciolta la presa dai capelli le afferrò il mento baciandola con urgenza e con dolcezza.

< Mi piaci...> sussurrò con un gemito strozzato facendolo grugnire di piacere. Lo fissò a lungo in quelle pozze scure e velate di piacere, ma lui non resse quel suo sguardo si sollevò rimanendo dentro di lei mettendola a quattro zampe sul letto.

Le afferrò i fianchi stringendola con forza spingendosi furioso, da dietro, dentro di lei. Era rude e selvaggio niente a che vedere con la dolcezza che le aveva dedicato pochi istanti fa.

Le schiaffeggiò una natica con forza facendola gemere per quel gesto improvviso.
< Mi sfiderai ancora?> Domandò ansimando, anche lui era sul punto di raggiungere quell'apice paradisiaco.

<Sempre...> Urlò quando la sua mano si scontrò ancora una volta contro alla pelle chiara della sua natica.
L'afferrò per i capelli e la sollevò < allora mi toccherà punirti ancora...> un gemito strozzato le solleticò il lobo dell'orecchio.

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