45. Elena

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Aveva come la sensazione di essersi liberata da un enorme fardello. Sebbene la presenza di Sasà nella sua vita fosse insignificante, si sentiva più leggera.

Non aveva più segreti.

Michele le aveva regalato un cellulare nuovo, di ultima generazione, con una nuova scheda. Il suo numero ce l'avevano solo le sue migliori amiche.

Si stiracchiò arricciando le punte dei piedi e tirando su le braccia con gesti lenti. Sbadigliò sonoramente prima di sollevare il lenzuolo bianco e arrossire alla vista del suo corpo nudo.

Sembrava non ne avessero mai abbastanza..
Il ritorno a casa aveva riacceso in loro la scintilla e buona parte della notte l'avevano trascorsa a fare l'amore.

Venire a conoscenza di quella parte di Michele, che mai avrebbe potuto pensare che esistesse, aveva cambiato qualcosa dentro di lei.

Il suo cuore aveva immagazzinato ogni piccola emozione di quel momento plasmandola a suo piacimento e assorbendola dentro di se, aumentando a dismisura quel batticuore.

Vivere insieme, senza nessuno tra i piedi, aveva rafforzato quel loro legame speciale. E lui sembrava essersi sciolto con lei.

Era come se, varcata la porta di casa, lasciasse fuori quella sua maschera di indifferenza, quel suo aspetto fiero e impenetrabile, abbandonandosi completamente a lei.

Fatta eccezione dei momenti in cui si ritrovavano tra la gente. In quella circostanza ritornava ad essere un corpo senza anima, una macchina fredda e spietata. Nessuno, fatta eccezione di pochi, osava guardarlo negli occhi quando gli rivolgevano parola. Era come se temessero che una singola sillaba sbagliata o un'espressione potesse costargli la vita.

E questo la spaventava.

Con lei era stato duro, ma nei suoi occhi c'era sempre stato un qualcosa che le aveva permesso di vedere oltre quell'aspetto e ci aveva visto lungo.

< Bambolina, se non vai a prepararti faremo tardi. Ti ricordo che sono io l'ospite d'onore>, la riscosse dai suoi pensieri con la sua voce profonda.

Voltò il viso nella sua direzione e l'ammirò nel completo scuro ed elegante.
Era bellissimo.
Le si contorceva lo stomaco ogni volta che posava gli occhi sulla sua figura e l'idea che lui la volesse al suo fianco al brunch del partito le faceva battere il cuore.

Si alzò dal letto, incurante di essere completamente nuda ed esposta a quel suo sguardo attento. Si recò in bagno e lui la seguì silenziosamente osservando ogni suo movimento.

Era eccitata dal modo in cui lui la guardava mentre si faceva la doccia. Il modo in cui lui la venerava con i suoi occhi la faceva sentire sicura di se. Con quel suo sguardo addosso si sentiva la donna più bella dell'universo, la più desiderata e questo la faceva sentire bene.
Era come rinascere sotto ai suoi occhi, ognivolta nella versione migliore di se.

Si avvolse in un asciugamano e lo raggiunse vicino al lavabo. Si lavò i denti mentre lui se ne stava appoggiato al marmo scuro senza dire una sola parola.

Si pettinò i capelli e si liberò dell'asciugamano facendolo cadere ai suoi piedi.

Le afferrò il polso e la tirò contro di se.
Baciò il suo collo annusando il suo profumo dolce.
<Ho un pensiero costante, che mi consuma la mente> sussurrò imperlandole la pelle di piccoli brividi impercettibili < vorrei prenderti in ogni modo possibile ed immaginabile. In ogni luogo, in ogni momento>,accarezzò la sua pelle sensibile con quelle parole scottanti.

Premette la sua bocca contro quella di lei che tremava come una foglia per l'eccitazione, fece scorrere le dita tra le ciocche scure e morbide, le baciò la fronte e una volta liberata dalla sua presa uscì dal bagno.

Amore VendutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora