Osservava l'orizzonte con la speranza che Michele comparisse all'improvviso per salvarla da quell'inferno che l'aveva inghiottita.Aveva perso il conto delle colazioni, dei pranzi, delle cene a cui era costretta a partecipare insieme al suo carnefice.
Era obbligata a chiamarlo amore, era obbligata a dirgli che lo amava e quelle parole anche se finte le bruciavano la gola ogni volta che le pronunciava.
L'odio che provava per lui cresceva a dismisura. Per tutto il tempo che lui la possedeva il desiderio di ammazzarlo si faceva spazio nel suo cuore.Ma non aveva nulla in suo possesso. Più volte aveva tentato di rubare un coltello o una forchetta ma lui era solito divertirsi con lei ad ogni ora del giorno e nascondersi qualcosa addosso era praticamente impossibile.
Era diventata una bambola di pezza nelle sue viscide mani.
<Sei bellissima!> La sua voce le stringeva lo stomaco in una morsa dolorosa. Tirò su l'aria con il naso e con il sorriso più finto di sempre gli andò incontro.
<Amore, ti stavo aspettando!> gli avvolse il collo con le sue braccia e gli baciò una guancia.<Che cazzo è questo?> Ringhiò afferrandole il viso con la mano, la guardò negli occhi e lei si obbligò a cacciare dietro le lacrime. Si alzò in punta di piedi e lo baciò per evitare che lui si arrabbiasse e la punisse.
Maledetta codarda! Era una vigliacchia, le sarebbe bastato lanciarsi dal ponte per porre fine a tutto, ma non ci riusciva. La speranza che Michele stesse arrivando a salvarla le dava la forza necessaria per fingere, per tirare avanti, per vivere...se quella era vita...
Il sapore del fumo misto alla menta le invase il palato provocandole dei conati di vomito. Socchiuse gli occhi con forza e trattenne l'istinto di liberare quella irrefrenabile voglia. Serrò i pugni con forza e si lasciò accarezzare senza ribellarsi.
Si lavava con forza sfregando a colpi di spugna tutta la sporcizia che si sentiva addosso.
Il senso di colpa nei confronti di Michele la devastava. Se avesse saputo che un altro era diventato il padrone del suo corpo come avrebbe reagito?Avrebbe continuato a guardarla con quegli occhi profondi? L'avrebbe desiderata ancora o il pensiero che Simone l'avesse fatta sua l'avrebbe disgustato?
Ma la domanda che più di tutte frullava nella sua mente in maniere incessante : avrebbe rivisto ancora Michele?
Quel dubbio le logorava l'anima.
Se ancora non si era ammazzata era perchè sperava in cuor suo di rivedere quegli occhi color del cielo e del mare.Gli mancava terribilmente. L'odore della sua pelle, il calore delle sue mani e il senso di protezione che le infondeva.
Ora era come un animale da caccia. Sempre allerta e con il timore che lui la prendesse e Dio solo sa cosa era costretta a sopportare.
Uscì dalla doccia e si tamponò il corpo. Osservò la schiera di morsi e lividi che le ricoprivano la pelle pallida e nuda. Un brivido la pervase tutta e implorò sua madre affinchè la proteggesse.
Si avvolse nell'accappatoio e uscì dal bagno si infilò nel letto e si lasciò andare al sonno non prima di aver bagnato il cuscino con le sue lacrime.
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Continuava a mantenere gli occhi chiusi per evitare che quel sogno si interrompesse. Riusciva perfino a sentire il suo profumo e quella voce che tanto amava era così limpida che le sembrava che lui fosse lì accanto a lei.

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Amore Venduto
RomanceVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...