Elena
Sorrise di cuore alla vista dei volti delle sue tre migliori amiche. Comparirono uno alla volta sullo schermo del suo cellulare.
Aveva evitato per tutto il giorno il cellulare perchè Sasà non aveva smesso di tampinarla e, sebbene l'avesse bloccato su ogni applicazione, lui trovava il modo per messaggiarla e chiamarla. Ancora, ancora e ancora.
<Abbiamo incontrato Sasà> Elena strabuzzò gli occhi e si portò l'indice sul naso per intimarle a stare zitte.
La sera precedente Michele non aveva fatto altro che chiederle chi la chiamasse e perchè insistesse. In quel momento era nella stanza accanto, probabilmente a fare la doccia.
<Sta diventando un vero problema, sarò costretta a rinunciare al cellulare...> Sospirò a voce bassa,era l'unico mezzo che aveva per tenersi in contatto con le sue amiche. Avrebbe potuto cambiare scheda, ma conoscendo Michele e il suo interrogatorio sarebbe stato difficile portare avanti quella bugia.
E lei era da sempre una pessima bugiarda.
Non riusciva nemmeno a mentire a se stessa.
Si era ripetuta all'infinito che non fosse innamorata di Michele ed aveva passato l'intera nottata a guardarlo dormire. L'aveva osservato attentamente con l'intento di trovargli un solo difetto, un piccolo ed insignificante dettaglio che potesse spazzare via le farfalle nel suo stomaco.< Allora> mise fine ai suoi pensieri, doveva dedicarsi alle sue amiche <domani è il gran giorno> pronunciò con un pizzico di malinconia ad impastarle la voce.
L'Università,il suo più grande rimpianto. Aveva sognato per l'intero anno scolastico quel giorno e invece ora si trovava lontana dalla sua città e senza possibilità alcuna.
Non provava invidia per le sue amiche, anzi era felice per il loro nuovo inizio, l'unica cosa che le pesava era non poter condividere con loro quel momento.
<Non c'è modo di iscriverti lì?> Chiese Maria.
<Secondo me se parli con Michele> aggiunse Manuela.
< Non parliamo di me ragazze> scacciò indietro le lacrime <Allora siete pronte?>Parlarono per buona mezz'ora ridendo e divertendosi come se fossero davvero nella stessa stanza.
Chiuse la chiamata e lasciò il cellulare sul divano. Un numero sconosciuto continuava a chiamarla, ma lei lo ignorava.
Si alzò e seguì quella scia profumata che proveniva dalla camera da letto. Una folata di vapore mista a quella fragranza ormai familiare la investì in pieno quando, varcata la porta del bagno, se lo ritrovò di spalle intento a farsi a la barba.
Era bellissimo. Le rivolse uno sguardo d'intesa, consapevole dell'effetto che il suo fascino esercitava su di lei, sul suo corpo.
Osservò le sue spalle larghe ma asciutte, le scapole si contraevano ad ogni movimento mettendo in risalto il solco sulla schiena che scompariva verso il basso,coperto da un'asciugamano azzurra.Si morse un labbro indecisa su cosa fare.
E così lui la spiazzò: <Vuoi studiare?> Chiese senza smettere di radersi.
Aveva ascoltato la sua conversazione, forse aveva alzato troppo la voce.Si avvicinò al lavandino appoggiandosi con il sedere al marmo umido.
<Mi sarebbe piaciuto studiare Architettura> affermò quasi con vergogna. Come se avesse timore a dire ciò che pensava per paura di un suo rifiuto.
<Architettura?>
<Si...>
<Il Rettore della BME, l'Università di Tecnologia e Economia, è un membro della mia lista elettorale. Lasciami parlare con lui, probabile riesca ad inserirti nell'anno in corso> le rivolse il suo sguardo facendole tremare la bocca dello stomaco.
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Amore Venduto
RomanceVi siete mai chiesti cosa si prova a vivere una vita che non è come la volete? Ad accettare l'inaccettabile perchè qualcuno ha deciso, che per voi debba andare così? Immaginate a come possa sentirsi Elena, una ragazza napoletana, con tanti sogni nel...