11. Michele

3K 151 33
                                    


Un sorriso distratto gli increspò le labbra, quando l'immagine di Imma,con il suo immancabile grembiulino bianco, gli si presentò dinanzi agli occhi. Ancora non aveva ben chiaro il perchè si ostinasse a portare quella divisa, quando per lui lei era come una di famiglia.

Ogni mattina, per la colazione, si premurava di rifornire il tavolo della sala da pranzo con ogni ben di Dio.

<Bello forte, come piace a te> si rivolse a Michele con il solito sorriso materno,versando nella tazza posta difronte a lui, una bella dose di quel liquido scuro e fumante, dal sapore deciso.

Afferrò il manico della tazza e l'avvicinò alle sue labbra, socchiudendo gli occhi quando l'aroma del caffè gli invase con prepotenza le narici. Quel profumo intenso gli riportava alla mente sua madre, adorava il caffè e gli ripeteva spesso che 'una tazza di caffè non si nega neanche ad un nemico' e di istinto i suoi occhi si posarono sul coperto in più apparecchiato da Imma per Elena.

Ne bevve un sorso e appoggiò la tazza sul piattino puntando poi il suo sguardo sul Rolex placcato d'oro, che portava al polso. Mancavano cinque minuti al termine del suo ultimatum e se quella maledetta ragazza non sarebbe scesa per la colazione con le sue stesse gambe, sarebbe salito di sopra e l'avrebbe trascinata di sotto con la forza.

I suoi pensieri ripercorse più e più volta la scena che gli si era presentata dinanzi agli occhi,quella mattina. L'aveva sorpresa ad accarezzarsi di fronte allo specchio in un modo così sensuale, che avrebbe voluto che a scorrere lungo il suo corpo fossero le sue di mani e non quelle  delicate della ragazza. Avrebbe voluto essere lui a sfiorare quel corpo da urlo e reprimere l'eccitazione era stata un'immensa fatica.

Non riusciva a togliersi dalla mente quel sedere tondo e quel seno abbondante, che strabbordava dallo striminzito reggiseno in pizzo bianco.

Nella sua vita ne aveva avute di belle donne, ma nessuna lo aveva mai intrigato e infastidito come quella dannata mocciosa.

<Porto via il coperto per Elena?> chiese Imma interrompendo il suo flusso di pensieri sconci. Riportò l'attenzione sul suo caffè, mentre con la coda dell'occhio intravide Simone fare il suo ingresso in sala e prendere posto a tavola.

<Sarà qui a breve> rispose Michele annoiatoe come per magia, al suono di quelle parole un rumore assordante di tacchi, che battevano violentemente contro al pavimento in marmo della lunga scala, riempì la casa.

Imma si sistemò nella solita posizione di accoglienza, con le braccia incrociate dietro alla schiena e il suo immancabile sorriso gentile.
Simone afferrò un cornetto dal vassoio posto al centro del tavolo e lo morse per poi tossire rumorosamente e strabuzzare gli occhi per la sorpresa, quando lei fece il suo ingresso in sala.

Lo sguardo di Michele si posò dapprima sul seno lasciato scoperto da un succinto top nero,per poi proseguire in direzione delle cosce lasciate scoperte dalla gonna e dei suoi piedi, adornati da un paio di tacchi chilometrici e lucidi.

Come diavolo si era conciata per fare colazione? Sembrava una di quelle troiette che rimorchi con facilità in giro per i locali, se a smentirla non fosse quella faccia d'angelo e quell'espressione ingenua dipinta sul volto, che confermavano la sua vera e docile natura.

Questo pensiero sfiorò la mente di Michele,mentre lei indifferente, prendeva posto accanto a lui rispondendo alle domande di Imma con finta gentilezza e con un falso sorriso.

<Un cappuccino, grazie> rispose lei leccandoli le labbra.
Michele e Simone erano totalmente ipnotizzati da quelle labbra carnose, che dopo poco si strinsero attorno ad una fragola succosa, innescando in entrambi pensieri tutt'altro che casti.

Amore VendutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora