𝟙.𝟞 - 𝕃𝕒 𝕡𝕣𝕚𝕞𝕒 𝕞𝕚𝕤𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖

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Alle prime luci dell'alba, gli Avengers iniziarono a contare i minuti che li separavano da Sokovia

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Alle prime luci dell'alba, gli Avengers iniziarono a contare i minuti che li separavano da Sokovia. Più le ore andavano avanti, più la luce si mostrava a loro, più notavano quanto in quella città il cielo fosse particolarmente grigio, cupo e colmo di nuvole. Sapevano che non avrebbero trovato una giornata estiva, ma almeno speravano che non si mettesse a piovere.

Tra tutti, solo Bruce aveva avuto la forza per riposare qualche ora durante il volo. Tutti gli altri sia per il poco sonno che per l'agitazione, Zoe in particolare, rimasero svegli a guardarsi tra di loro o a far perdere lo sguardo in punti morti del Quinjet. La bionda, ogni tanto, poggiava la testa sulla spalla di Tony, che non perdeva l'occasione di stringerla. Steve cercò di rimanere concentrato per tutto il tempo e rifletteva su dei possibili piani B da mettere in atto se qualcosa fosse dovuto andare storto. Ogni tanto rivolgeva lo sguardo a Zoe, cercando di non farsi beccare.

«Ragazzi, ci siamo.» li informò Clint, facendoli voltare tutti verso l'esterno.

Tutti si fermarono qualche secondo per osservare da lontano, ancora in volo, quell'edificio costruito sulla città. Il pensiero di poter far ricadere la loro lotta sui civili, combinando guai comme accadde a New York, li fece rabbrividire. Dovevano stare attenti.

Zoe indossò l'uniforme, che durante il viaggio aveva tolto solo per restare più comoda. Il nuovo design che Tony aveva dato alla sua tuta le piaceva decisamente di più. E se prima credeva che non avrebbe mai usato una roba del genere, adesso non vedeva l'ora di scendere in battaglia solo per provarla.

Il Quinjet si fermò molto distante dall'edificio e dai punti in cui avrebbero potuto trovare le guardie, sperando che nessuno li avesse già visti in volo. Secondo il piano, gli Avengers sarebbero usciti di li solo quando Clint e Natasha sarebbero riusciti a prendere almeno un carro armato quindi avrebbero aspettato il loro segnale.

«Mi raccomando, occhi ovunque.» disse Steve, guardando i suoi compagni e avvicinandosi alla sua motocicletta.

Vi montò sopra, pur tenendola ancora spenta, e poggiò lo scudo nella parte posteriore. Clint e Natasha, dopo aver lanciato una veloce occhiata alla squadra, si avviarono fuori e sparirono velocemente dalla vista.

Zoe rivolse lo sguardo su Bruce, notando il moto in cui aveva seguito attentamente i movimenti di Natasha. Era palese che tra loro ci fosse qualcosa, o comunque una strana complicità, e ciò la fece sorridere. Chissà se Nat le avrebbe raccontato qualcosa in più, prima o poi.

«Perché sorridi?» le chiese Tony, facendola ritornare alla realtà.

Lei alzò le spalle. «Pensavo, nulla di che.» rispose solamente, poi guardò di nuovo Bruce. «Tu non dovresti arrabbiarti, adesso?»

Bruce annuì, ma le disse anche che Hulk sarebbe uscito solo al segnale di Clint e Natasha. Zoe si avvicinò all'uscita, poggiandosi con una mano e ammirando l'esterno. Sentì il vento spostarle i capelli, constatando che la temperatura non fosse proprio altissima. Chiese a J.A.R.V.I.S di accendere il riscaldamento dell'uniforme e subito sentì una caloria attraversarle tutto il corpo.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora