𝟟𝟞 - ℙ𝕖𝕒𝕔𝕖.

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Tony aveva scelto di non aiutarli, ma Bruce Banner si

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Tony aveva scelto di non aiutarli, ma Bruce Banner si.

Quando lo avevano incontrato, in un bar, non si aspettavano di certo di vederlo nella sua nuova veste di Hulk. Nuova, perché aveva finalmente imparato a controllare Hulk in tutto e per tutto tanto che la maggior parte del tempo lui ormai non la passava più nella sua forma umana. Aveva spiegato che ci aveva messo un po' prima di riuscirci, in quei cinque anni era stato in Messico dove aveva costruito un laboratorio che gli permettesse di studiare al meglio ogni parte di Hulk. E di conviverci serenamente, soprattutto.

Ad ogni modo Steve, Natasha e Scott avevano incontrato Bruce dopo essere andati via da casa di Tony. Era stata una sorpresa ritrovarlo sotto quell'aspetto, ma da una parte gli aveva fatto piacere sapere che Bruce era riuscito ad unificare le sue due parti. Sapevano quanto in passato avesse sofferto per colpa di Hulk e sapevano dei vari e difficili problemi che aveva avuto con esso.

Unificando Bruce e Hulk, sembrava... Sereno.
Quei cinque anni, per lui erano serviti a qualcosa.

E poi, convincerlo ad aiutarli con quella macchina del tempo non era stato molto difficile per loro. Sembrava brutto da dire, ma in effetti Bruce non aveva niente da perdere e tentare non gli costava nulla. Anche se lui aveva detto di non essere proprio la persona adatta a quel tipo di tecnologia, alla fine si era mostrato disposto comunque a provarci. Era intelligente abbastanza da essere l'unico, oltre Tony, in grado di aiutarli e mettere su una vera e propria macchina del tempo. Soprattutto grazie anche a Scott, che tra tutti era quello più preparato sulla fisica quantistica.

Più o meno, insomma.

Gli avevano dato i giorni necessari per preparare tutto e soprattutto per studiare i macchinari giusti da utilizzare per realizzare quell'impresa. Bruce aveva lavorato con Scott duramente per quasi due giorni, nella speranza che non ci fossero danni collaterali o ulteriori problemi da risolvere. O, ancor di più, per non fare la fine che Tony aveva già anticipato a tutti loro. Erano chiaramente tesi da ciò che poteva accadere, tanto che le parole di Tony non erano di certo passate inosservato, ma nonostante questo volevano provarci. Dovevano.

Steve, sapendo che Blue sarebbe stato da Tony, ne aveva approfittato e aveva portato alcune delle sue cose al Complesso. Sapeva che ci sarebbe rimasto per un po', ed era disposto a farlo, quindi aveva riempito una valigia con i vestiti e si era trasferito di nuovo al Complesso, dopo tanti anni. L'idea di farlo non lo aveva di certo turbato, ma i ricordi si. Inevitabilmente, quella base portava con se troppi ricordi che Steve custodiva nel cuore da anni. Tornare a vivere lì per un po', dopo tanto tempo, gli faceva un certo effetto.

E soprattutto ritrovarsi a dormire nella sua vecchia camera, accanto a quella di lei, non faceva che alimentare in lui una paura tremenda. La paura che tutto quel che stavano facendo, i loro sforzi e la loro speranza risultassero inutili. Steve sapeva che, in una situazione diversa e con metà universo ancora in vita, accanto alla sua camera ci sarebbe stata lei. Sarebbe andato a dormire, ma poi sarebbe sgattaiolato nella sua camera di notte, o avrebbe sentito lei bussare all'improvviso dopo aver avuto un incubo. O, ancor di più, Steve non avrebbe dormito nella sua camera ma in quella di Zoe e viceversa. Invece, però, non sarebbe accaduto niente di tutto questo in quei giorni. E aveva paura di cadere nell'illusione, di potersi ancora solo aggrappare a quei ricordi senza avere più modo di costruirne di nuovi.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora