𝔼𝕡𝕚𝕝𝕠𝕘𝕦𝕖.

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Ognuno di noi ha un modo diverso di raccontare la propria storia

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Ognuno di noi ha un modo diverso di raccontare la propria storia. A volte lo si fa con un sorriso, ricordandosi tutto ciò che la vita ci ha riservato, altre volte invece si fa con un'espressione un po' più cupa. Tutto dipende da cosa racconta quella storia, da ciò che le pagine di quel libro raccontano.

La vita è davvero paragonabile ad un libro: ogni capitolo ha qualcosa di diverso, ogni pagina ha un'emozione diversa. Ma soprattutto, ogni riga racconta nel dettaglio ciò che ci porta ad essere chi siamo.

Si sa, in una storia raccontata bene si riesce a provare ogni tipo di emozione possibile. Felicità, rabbia, gioia, tristezza, delusione, dolore, entusiasmo, eccitazione, sollievo... E chi più ne ha, più ne metta. A volte dipende da cosa racconta la storia, ma la maggior parte delle volte dipende da come viene raccontata. Quando ascoltiamo o leggiamo il racconto di una storia, abbiamo bisogno di vivere a pieno le sensazioni dei protagonisti, no? Abbiamo bisogno di leggere il dettaglio più invisibile, perché proprio quel dettaglio ci aiuta a capire quante più cose possibili. E, soprattutto, ci aiuta a vivere a pieno le emozioni di chi racconta la propria storia.

Il dettaglio serve a ridere, a sorridere, a piangere, ad immedesimarsi davvero in ciò che sono davvero le emozioni del protagonista.

Ma tornando al modo in cui viene raccontata una storia, i modi per raccontarla sono davvero tanti. Magari non c'è sempre il dettaglio, ma c'è l'espressione.

Puoi sentire il racconto di una vita fatto con un sorriso, che ti farebbe capire che alla fine di tutto è stata una bella vita ricca di avventure. Puoi sentire il racconto di una vita fatto con le lacrime, che ti farebbe capire che quella vita è stata sofferente per chi l'ha vissuta. Puoi sentire il racconto di una vita fatto con rabbia, che ti farebbe capire che in fondo ci sono state delle cose per cui hai un gran risentimento.

E poi, c'è chi la propria vita la racconta con tutte queste espressioni insieme. Ride, piange, si arrabbia... Un po' come se la sua vita la stesse rivivendo nel raccontarla, in sintesi. Quella è una parte difficile, nonostante si pensi sempre il contrario. Ma è anche il bello della vita: ricca di sfumature, ricca di emozioni contrastanti tra loro che alla fine ti portano a ricordare a pieno ogni cosa. Ed a ricordarti, soprattutto, quanto siano belle le emozioni sotto ogni punto di vista.

Quando si racconta della felicità vissuta, lo si fa con un sorriso e con il cuore emozionato al ricordo. Ti ricordi ogni avventura, ogni volta in cui sorridevi in maniera spontanea, le volte in cui erano le persone attorno a te a provocare i tuoi sorrisi. E anche quando quella felicità eri in grado di procurartela da solo, perché in fondo la vera felicità la riusciamo a trovare da soli. Essere in grado di guardarsi allo specchio, ammettere che va tutto bene senza aver bisogno di mentire, e sentirsi pieni di vita è la parte più bella del proprio viaggio interiore.

Anche raccontare della propria tristezza ha le proprie espressioni. E se quella che si è vissuta era realmente tristezza, allora la racconti con lo stesso dolore che hai vissuto. Senza filtri, senza paura di ricascarci dentro, ma questa è una cosa che in pochi scelgono di fare. Chi lo fa, decide di essere trasparente. Raccontare della sofferenza vissuta non è facile e non è facile nemmeno lasciar trasparire quello stesso dolore vissuto. A volte il dolore lo si racconta con un sorriso, quasi per ammettere a se stessi di averlo superato, a volte lo si racconta con un viso rabbuiato. Quale sia la scelta di racconto migliore, è soggettivo. E quindi si, il dolore lo si mostra comunque a proprio modo.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora