𝟙.𝟚𝟡 - 𝕀𝕟𝕔𝕒𝕤𝕚𝕟𝕒𝕥𝕒

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1/09/24
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Qualcosa gli toccò insistentemente la spalla per diversi secondi

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Qualcosa gli toccò insistentemente la spalla per diversi secondi. In un primo momento credeva si trattasse solo di una semplice impressione o di un sogno. Non c'era alcun rumore accanto a lui che gli facesse credere che fosse reale. Ma, quando quel tocco si fece ancora più insistente, si costrinse ad aprire gli occhi.

Era ancora nella stessa posizione in cui si era addormentato poche ore prima. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, ma la luce che rifletteva in quella stanza dalle pareti bianche lo fece convincere che era finalmente mattina. Si mosse leggermente la testa, ma se ne pentì subito quando un raggio di sole lo colpì a pieno negli occhi appena aperti, facendogli voltare la testa di scatto verso il basso. Fu quando fece quel movimento che l'oggetto di suo interesse non fu più la luce del mattino o l'orario che ancora non conosceva.

Fu qualcun altro.

Il suo viso d'angelo, ancora dormiente, fu la cosa migliore che Steve vide quella mattina. Era ancora poggiata sul suo petto, non si era spostata di un centimetro mentre dormivano. La luce rifletteva sulla sua pelle bianca mettendo ancora di più in risalto le sue guance rosate. Le labbra erano leggermente schiuse, gonfie e rosate tanto quanto le guance.

Dovette trattenere a lungo la voglia di baciarla, se lo avesse fatto probabilmente l'avrebbe svegliata in men che non si dica. Svegliarla non era un'opzione, era così bella ed innocente mentre dormiva che non ne avrebbe avuto il coraggio. I suoi lunghi capelli biondi erano sparsi qua e la sulle sue spalle, mentre qualche ciocca le cadeva sul viso. La sua piccola manina era ancora poggiata sullo stomaco di Steve, ma era coperta dalla mano di lui che si era posata su di essa. Proprio come qualche ora prima, infine, le sue spalle erano ancora circondate dal braccio di Steve. Fu sollevato al pensiero che lei fosse riuscita ad addormentarsi nonostante le circostanze in cui si trovavano non fossero proprio le migliori, ma il suo viso interamente rilassato gli confermò che in quelle poche ore in cui avevano dormito fosse andato tutto bene.

Zoe dormiva beatamente tra le sue braccia, tanto che Steve ebbe paura a fare qualsiasi movimento con il timore di svegliarla e annullare quella comodità che tanto aveva trovato. Anche lui, nonostante non fosse uno che trovasse facilmente relax nella dormita, aveva dormito in modo sereno nonostante la sua stanchezza gli fece notare che non aveva per niente colmato le abituali otto ore e mezza di sonno. Accanto a lei, però, era stato come se quelle ore fossero state colmate senza problemi. Si era lasciato andare tra le braccia di morfeo dopo di lei, solo per assicurarsi che Zoe si addormentasse.

Vista da quella prospettiva, Zoe mostrava un'espressione dolce come se fosse una bambina.

Chi la guardava, probabilmente, non avrebbe mai facilmente compreso il mondo che vi era dentro di lei. Steve, che ormai stava imparando a conoscerla, quel mondo lo vide anche se lei teneva gli occhi chiusi e non stesse facendo assolutamente nulla. Era meravigliosa, in un modo che fece persino rabbrividire Steve.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora