𝟛𝟝 - 𝔸𝕡𝕙𝕣𝕠𝕕𝕚𝕥𝕖, 𝕍𝕖𝕟𝕦𝕤 & ℤ𝕠𝕖.

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2009, India

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2009, India

«Non dirmi che ti stai arrendendo proprio adesso.» il tono che usò era ironico, un po' come lei era solita fare in tutto quello che faceva. Anche se, a dirla tutta, Zoe percepì anche un velo di rimprovero nella sua voce.

Sbuffò rumorosamente, lasciando cadere le braccia sui fianchi. Odiava rimanere ore ed ore nella stessa posizione senza concludere niente. Era una perdita di tempo. O, addirittura, uno spreco di tempo. A volte si malediceva da sola per aver accettato di perfezionare i suoi poteri e malediceva persino le arti mistiche per non avere una soluzione per ogni problema.

Nonostante sapesse perfettamente - anche se faceva ancora fatica a rassegnarsi - che non c'era nessun incantesimo capace di eliminare i suoi poteri, Zoe sperava sempre di ricevere una bella ed improvvisa notizia che smentisse tale teoria. Non che fosse una teoria, in realtà, era proprio la triste realtà. Tristissima e schifosa. Se continuava ad andare avanti con la sua maledizione, così chiamava i suoi poteri, lo faceva solo grazie alla guida di chi la circondava. E di chi, più di tutti, in lei ci credeva.

Ironico, gli altri credevano in lei ma lei stessa no.

«Non mi sto arrendendo.» disse sospirando profondamente. Zoe si strinse nelle spalle. «Oggi non sono particolarmente in forma.»

L'Antico, dentro una delle sue solite enormi vesti, alzò gli occhi al cielo, accennando una piccola ed impercettibile risata. «E' la stessa scusa che usi ogni giorno. Per caso ti aiuta a spronarti?»

«Sai cosa mi aiuterebbe?» chiese.

Le sue mani si colorarono di verde e, lentamente, riprese con gli stessi movimenti che stava ripetendo da più di mezz'ora. Agitò le mani davanti a se con dei grandi movimenti ondulari, fin quando la barriera di energia che cercava di far crescere non cominciò ad allargarsi sempre di più. Lentamente, quella stessa barriera la avvolse come fosse una bolla. Ma Zoe non ebbe nemmeno il tempo di chiuderla perfettamente che, la barriera, si distrusse.

Arricciò il naso, riprendendo il discorso alzando gli occhi al cielo con aria frustrata. «Un gin tonic! Forse se mi ubriaco questa cazzo di barriera riuscirei a tenerla meglio.» incrociò le braccia al petto, sbuffando di nuovo.

L'Antico scelse di ignorare la sua scelta di parole, consapevole che convincere Zoe a non dire parolacce era una causa persa in partenza. In tutti quei mesi non faceva altro che ripeterle di non usare quell'inappropriato linguaggio e la bionda, puntualmente, la ignorava. Alla fine ci aveva rinunciato a ripeterglielo, ma ogni tanto storceva ancora il naso quando sentiva determinate imprecazioni uscire dalla sua bocca.

Fosse stato qualcun'altro, magari qualcuno degli altri allievi, si sarebbe imposta affinché esso mantenesse un regolare ed appropriato comportamento. Non che lei si comportasse male, era solo una ragazza molto più spigliata rispetto agli altri. Era diversa, forse per questo quella donna si era affezionata così tanto a lei da lasciarle praticamente libero arbitrio su cose basilari come il linguaggio. Nonostante, però, a Zoe venisse riservato un trattamento leggermente diverso rispetto a tutti gli altri allievi del Kamar-Taj, l'Antico non si risparmiava di certo dal bacchettarla ogni volta che ne lo riteneva necessario.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora